27/06/13

Biolchini, così non va bene.

Caro Vito,
ho molta stima di te e leggo spesso il tuo blog. Ne ho sempre apprezzato la professionalità e l'approfondimento dei temi trattati.
Oggi ho letto il post dove parli dei sondaggi della Sardegna. Della questione dei sondaggi ci tornerò dopo, ma non mi è piaciuto per nulla questa affermazione che è già stata oggetto di strumentalizzazione nel social network Facebook:
“Siamo indietro, siamo sotto il trenta per cento”. Lunedì, nei corridoi del THotel, dopo la riunione del tavolo del centrosinistra, tra i dirigenti del Pd non si parlava d’altro. 
Io c'ero al T Hotel e le ho sentite le discussioni. In prima istanza, se davvero vuoi riportare quanto detto Lunedì, da un giornalista opinionista mi sarei aspettato un report sulle proposte e su quanto detto dagli amministratori e dai dirigenti. Voglio ricordarti che il PD ha dato la parola anche ad un rappresentante del comitato Zona Franca.
Poi, forse qualcuno ha parlato anche dei sondaggi, di sicuro non l'ha fatto al microfono e sicuramente l'ha fatto in via confidenziale, come si può fare davanti ad un caffè. In quel corridoio si è parlato di tutto, dalla Zona Franca alla continuità territoriale, dall'organizzazione dei forum alla sigaretta elettronica, come si fa quando ci si incontra tra persone dello stesso partito o della stessa area politica.
Hai dato l'immagine di un partito che si è riunito per analizzare i sondaggi. E dovresti smentire questo.

Sulla parte più importante del tuo post premetto che concordo perfettamente sul fatto che c'è un partito, il PDL, che è già in campagna elettorale, ma sul post permettimi di dissentire. Non mi sembra che quel sondaggio sia relativo alle prossime regionali perché mancano tutti i partiti autonomisti e indipendentisti.

In secondo luogo non penso sia possibile capire con un sondaggio come quello il voto dei sardi non conoscendo ancora i candidati Presidente e i candidati consiglieri che vengono scelti con le preferenze e che, come ben saprai, con questo sistema elettorale sono in grado di spostare migliaia di voti a favore o contro.
Insomma, è chiaro che si tratta di un sondaggio fatto in Sardegna ma che riguarda una scala nazionale.

Con la stima che ripongo nei tuoi confronti, e aspettando un post più ampio e chiaro su quanto detto al T Hotel, ti saluto.

Mirko.





25/06/13

In un qualsiasi Paese moderno Boccia si dovrebbe dimettere.

Precisazione: gli aerei hanno le ali e gli elicotteri hanno l'elica.
Il lettiano più lettiano di Letta oggi su Twitter risponde così a Cristiana Alicata:


Per precisazione Boccia oltre ad essere parlamentare è anche presidente della Commissione Bilancio. Per una dichiarazione del genere dove un Parlamentare della Repubblica confonde un cacciabombardiere per un elicottero per il soccorso e il trasporto dei malati misto elicottero per lo spegnimento degli incendi. 

Non si tratta neanche di un debuttante visto che Boccia è alla seconda legislatura. Per questo, con molta più urgenza rispetto a quella di Josefa Idem, l'Onorevole Boccia si deve dimettere per manifesta incapacità. In un qualsiasi Paese civile e moderno, come nei Paesi anglosassoni, si sarebbe già dimesso. 

Dimissioni, subito! E #NoF35




Il boom delle larghe intese a Ragusa. #ModelloRagusa

Ieri è stata senz'altro la giornata più grigia per il governo Letta. Tre importanti avvenimenti che modificheranno senza dubbio il proseguo di questo governo.

Alle dimissioni del Ministro Josefa Idem e alla condanna di Silvio Berlusconi, ai continui rinvii e alla mancanza di provvedimenti urgenti per il Paese, si aggiunge la sconfitta delle larghe intese.

Enrico Letta disse qualche settimana fa che la vittoria del PD alle amministrative era un rafforzamento delle larghe intese. Gli contestai subito questa convinzione, e con me tanti altri, soprattutto perché non c'è stato un candidato sindaco che avesse il sostegno sia del PD che del PDL. I due partiti erano alternativi in tutte i comuni in cui si andava al voto e a preoccupare Letta doveva essere il forte astensionismo.

Ieri a Ragusa si è celebrata la sconfitta delle larghe intese. Il candidato è Giovanni Cosentini, uomo vicinissimo a Totò Cuffaro a cui lo stesso Cosentini, per stessa ammissione, gli scrive una lettera ogni mese indirizzata al carcere di Rebibbia dove l'ex presidente della regione sta scontando una condanna di 7 anni per favoreggiamento a "Cosa Nostra".

Lo stesso Cosentini è stato il vicesindaco di Ragusa sino a qualche mese fa e il sindaco era un uomo di Forza Italia, oggi consigliere regionale passato alla corte di Rosario Crocetta. Ho detto già abbastanza di questi personaggi politici. Cosentini era sostenuto dall'Udc, dal PD e dal PDL che sono anche i partiti di maggioranza in parlamento.
Ha vinto il grillino Federico Piccitto con il 70%! Per la felicità anche di molti democratici come Valentina Spata, a cui sono giunte le solite minacce di espulsione. Questa è la vittoria di Valentina e di tanti altri democratici contrari agli inciuci.

Però Enrico Letta non commenta questo risultato, eppure questo è l'unico caso nelle amministrative 2013 dove PD e PDL non sono alternativi ma alleati. Magari sarebbe anche il caso che qualche giornalista lo incalzasse su questa sciagura delle larghe intese.
Forse il caro Enrico è preoccupato della tenuta del governo dopo la condanna inflitta a Silvio Berlusconi, forse dovrebbe preoccuparsi di essere sostenuto da chi votò in aula che Ruby era minorenne.

I problemi sono tutti politici, un ministro che si dimette, il più grande alleato condannato, molti alleati che votarono per Ruby nipote di Mubarak e la sconfitta a Ragusa delle larghe intese. Questo governo ha le ore contate e Letta lo sa già.


24/06/13

Per Scalfari Crozza sarebbe il premier ideale?

Sono cosciente che questo post porterà dietro una serie di insulti al sottoscritto, ma ho sempre provato ad essere obiettivo e lo sarò anche stavolta.
Nel consueto appuntamento domenicale, Scalfari da' il peggio di sé. E questa volta difenderò persino Matteo Renzi (l'ho fatto anche altre volte, non è il male assoluto).

Ieri Scalfari dice che ha conosciuto Matteo e gli è simpatico, poi ne parla bene. Questo sta a dimostrare che nei mesi scorsi, sino a ieri, Scalfari ha parlato male di Renzi solo perché gli era antipatico. Qualche editoriale fa, lo soprannominò Bettino Renzi paragonandolo a Craxi!

Come può un giornalista, uno dei più amati e seguiti, giudicare l'operato e il politico solo dalla simpatia? Perché di questo parliamo, il succo del discorso è tutto qui. A me, ad esempio, Renzi è molto simpatico ma condivido poco delle sue idee. Per Scalfari un Crozza sarebbe il premier ideale. Con tutto il rispetto per Crozza, che mi è simpaticissimo anche lui, non penso sia la persona più adatta a ricoprire quel ruolo.

Perché d'ora in poi anziché fare le primarie possiamo fare le Zeligarie o Lasaiultimarie. E se Renzi è stato giudicato il quel modo per tutti quei mesi solo perché antipatico dovrebbe pretendere delle scuse pubbliche. In realtà è Scalfari che dovrebbe chiedere scusa all'intero Paese. Già, ma Scalfari è un dio del giornalismo. Nessuno si è mai permesso di pressare il Padre Eterno affinché chiedesse scusa per i peli nelle gambe delle donne.


23/06/13

La tesina in lingua sarda.

Sono arrivati a dargli dell'esibizionista perché ha portato la tesina di terza media in lingua sarda. Nel mio paese i radical chic danno del "grezzo" a chi parla in sardo, per dire.

Io invece ho applaudito il giovane che ha dato prova di quanto sia necessario l'insegnamento della lingua sarda nelle nostre scuole. Ha chiarito che il sardo è una lingua come l'italiano e l'inglese. Quella lingua è una nostra specialità e i sardi che la parlano sono sempre meno. Può la Sardegna rinunciare alla lingua sarda? Stiamo perdendo le nostre specialità e nemmeno ce ne accorgiamo. Non è il costume sardo che ci contraddistingue, che ci rende speciali. Abbiamo una storia e una cultura che va oltre e che stiamo smarrendo, soprattutto tra i giovani.

C'è ovviamente un però, non ci rendiamo conto che questa è una notizia. Non dovrebbe essere una notizia, non in Sardegna.
Nella speranza che questo sia solo il primo di una lunga serie, sarebbe opportuno che la Regione Sardegna, ma anche i partiti (soprattutto quelli autonomisti e indipendentisti), finanziasse queste eccellenze con delle borse di studio. Anziché spendere risorse in pubblicità inutili sui quotidiani degli amici.


#OpenPd, quando la politica è roba per pochi

"Open" in casa mia vuol dire "aperto". Come le primarie che volevano i renziani che chiedevano di non pretendere i due euro per votare. Gli stessi renziani che si sono riuniti a Torino per l'#OpenPD dove si chiedeva un contributo di 55 euro. Leggasi cinquantacinque euro.

55 euro è per chi lavora, non per uno studente (a meno che non ci sia papà o mamma che finanziano l'hobby politica del figlio), non è per chi vive in una famiglia monoreddito. Insomma, in tanti non si possono permettere 55 euro per un'iniziativa politica.

Quello che è nella mente dei renziani è #ClosePD, ossia la politica attiva per pochi, per chi se la può permettere. Ecco perché l'idea di Renzi e dei renziani di partito e di politica non mi piace. Io vorrei che chiunque possa permettersi di fare politica. Certo, qualche euro ci vuole ma cinquantacinque euro solo d'ingresso è da folli lontani dalla realtà.


22/06/13

Perché la Ministra Idem non si deve dimettere.

Semplicemente perché non esiste reato e anche il Comune di Ravenna lo ha accertato. C'è stato semplicemente un ravvedimento operoso pagato entro la scadenza prevista del 28 Febbraio scorso per sanare un'irregolarità.

Fine della storia, davvero si possono chiedere le dimissioni a una donna che ha delegato a persone competenti (geometri o commercialisti) le sue questioni fiscali e contributive? Questa è una chiara responsabilità indiretta che non ha portato nessun reato.

Al contrario, nel recente passato ci sono stati politici anche di centrosinistra che per essere stati indagati per qualche reato (mi limito a reato e la differenza è già tanta con il caso Idem) non si sono dimessi. Anzi, hanno fatto carriera politica e sono ritenuti tutt'oggi persone su cui puntare per il futuro.

Prendiamo il caso del consigliere regionale ed ex Presidente della Regione Renato Soru, indagato per evasione fiscale. Ha risolto la questione con il fisco patteggiando. Ora deve risolvere la situazione con la Giustizia. E sembra che anche Renato Soru non abbia responsabilità dirette in quanto era assente dalla sua azienda quando ricopriva il ruolo di Presidente della Regione. Ancora oggi nessuno né ha chiesto le dimissioni, ma alcuni che hanno attaccato la Idem sarebbero pronti a sostenere Soru alle prossime primarie.

Per quanto non è stato condannato, Soru così come la Idem, deve rimanere al suo posto. Il garantismo non può essere a fasi alterne come tanti altri valori messi in discussione ingenuamente.

Nella politica e nella vita serve coerenza e soprattutto uguaglianza del pensiero, che è un valore tutto di sinistra e che ci differenzia da quelli di destra. Ecco dove non siamo tutti uguali.


21/06/13

Ragione Anonima della mezza Sardegna.

La vergogna tutta sarda arriva dalla peggiore assemblea regionale di tutta la storia autonomistica. Premetto che non è normale che un Paese democratico come il nostro si debba attrezzare della doppia preferenza di genere per garantire un minimo di equilibrio di genere.
E di questo siamo tutti responsabili, a partire dalle candidature, sempre a maggioranza maschile, sino ad arrivare all'auto-convincimento che non siamo un Paese per donne.
E non siamo un Paese per giovani, e non sappiamo valorizzare e includere le minoranze. C'è un lavoro culturale da fare. Un lavoro che il resto d'Europa e dei Paesi civilizzati ha affrontato anni fa, ma noi siamo lenti e non raggiungiamo mai risultati migliori.
Siamo quel Paese dove quando c'è una riunione politica le donne non vi partecipano, vuoi perché l'orario è solitamente indecente per chi tiene famiglia, vuoi perché siamo quelli che la donna deve cucinare e stirare mentre l'uomo si preoccupa dell'altro. E non ci sta scritto da nessuna parte che l'uomo deve trovare il pranzo pronto e la camicia stirata quando rientra dal lavoro, ma siamo abituati male. Così.

Queste sono le verità. Ci saranno anche famiglie che funzionano diversamente, ma i partiti devono innanzi tutto pensare a come agevolare la partecipazione politica delle donne. Penso, per esempio, a Tempo di Svolte (per chi non lo sapesse, è un incontro autogestito da persone di centrosinistra qualche domenica fa) dove ci siamo attrezzati di un'animatrice che si è occupata dei bambini mentre le mamme facevano politica.

Quindi dobbiamo fare un lavoro culturale sul concetto nuovo di famiglia, agevolare la partecipazione delle donne nella politica (perché se arrivano al 10% rispetto agli uomini in una qualsiasi riunione di partito è già tanto) e candidare le donne. Dicono che dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna. Dietro a una grande donna c'è sempre un uomo che sappia cucinare una pastasciutta e sappia stirare una camicia, aggiungo io.

Ma tornando alla votazione di ieri, i consiglieri regionali non hanno saputo guardare in faccia le tante donne sarde. Perché siamo giunti a questo livello, creare una riserva indiana per le donne. E nemmeno questo siamo riusciti a fare. Ma cosa vi aspettavate da partiti che, se andava bene, hanno candidato alle scorse regionali due donne su sette per circoscrizione? Questa è la verità. Quest'assemblea regionale non è lo specchio della società sarda ma dei partiti, dove le donne - come detto prima - se raggiungono il 10% rispetto agli uomini è già tanto.

Un voto segreto per uno scandalo mezzo annunciato. E lo dico senza peli sulla lingua, Mario Diana è stato il promotore dell'intero consiglio regionale. E' stato lui a chiedere il voto segreto ma penso che non lo chiedesse per lui, bensì per l'intera assemblea. Perché nessun partito si poteva spaccare su questo, perché sapevano benissimo che i favorevoli e i contrari (chi più e chi meno) stavano in tutti i gruppi.

Non mi interessa trovare i nomi dei contrari. Non cambierebbe nulla e soprattutto nessuno può dimostrare nulla. Nessuna caccia all'uomo, semmai caccia alla donna ma come una caccia al tesoro. Trovare le donne da candidare e sensibilizzare la società e i partiti per raccontare una società e una politica diversa e moderna. Dove le donne non hanno legittimi impedimenti per fare politica, dove dietro grandi donne ci siano uomini in grado di cucinare una pastasciutta. Perché la parità di genere prima di tutto deve essere nella quotidianità.

Nel mentre lavoriamo anche sull'abolizione del voto segreto visto che i consiglieri non hanno una vera e propria maschera quando entrano in consiglio regionale. E soprattutto perché dobbiamo tornare a essere Regione Autonoma della Sardegna, visto che da ieri siamo Ragione Anonima della mezza Sardegna (visto che le donne che sono più della metà della popolazione non ci sono).



20/06/13

Il ministro Idem si deve dimettere?

Con la trasparenza e la semplicità che mi caratterizzano, sento il bisogno di chiarire anche con voi che mi seguite qui le vicende che riguardano la mia abitazione di Ravenna. Come sapete, durante la mia carriera da atleta sono stata per lunghi periodi lontana da casa.
Per questo ho affidato la gestione dei miei interessi a persone e tecnici di mia fiducia.
Non appena ho appreso dei problemi relativi alla mia casa, ho deciso di affidare al mio legale il compito di verificare la situazione e lo stato dell'arte.
Dalle prime verifiche fatte dal mio avvocato, sembrano emergere alcuni profili di irregolarità di cui ero totalmente all'oscuro.
Come ogni cittadina, se dovessero essere confermate dagli accertamenti disposti delle irregolarità di tipo amministrativo (per quanto riguarda il pagamento dell'ICI), o edilizio e urbanistico (per quanto riguarda il cambio di destinazione d'uso della palestra che occupa parte dell'immobile dove risiedo) mi assumerò ogni responsabilità, versando le eventuali sanzioni amministrative conseguenti.
Anche in questo frangente, continuerò ad ispirarmi a un principio fondamentale del mio percorso di vita, che è il rispetto delle regole e l'assunzione di responsabilità in caso di loro violazione.

Josefa Idem.

Questo è il comunicato rilasciato oggi dal Ministro Idem dove dichiara di assumersi ogni responsabilità in caso di violazione delle regole.
Potrebbe nascere un caso senza precedenti, ossia le dimissioni per inadempienze nella vita privata. Casi meno gravi di questo hanno portato le dimissioni di ministri di tutta Europa.
Ma se la Idem è davvero all'oscuro di quanto successo è giusto che si dimetta? Deve un Ministro dimettersi per aver dato fiducia, sbagliando, a persone che hanno violato le regole?
Quando il Ministro parla di responsabilità, intende anche le dimissioni da Ministro?

E' bene che il Ministro non cada nella trappola del confronto con alcuni ministri del passato che hanno violato regole più importanti (sempre regole sono) e in prima persona.
L'ideale sarebbe ispirarsi ai ministri dei Paesi europei che per una prova d'esame copiata ai tempi del liceo abbandonano il loro ruolo.

Ma la questione sta tutta qua: è giustissimo che un ministro si dimetta per responsabilità dirette, ma per responsabilità indirette è giusto che si dimetta comunque?


19/06/13

L'astensionismo delle espulsionarie.

Rendiamoci conto quanto siamo messi male noi di centro sinistra se un nostro ex elettore ha preferito il MoVimento a noi. Lo dico con amarezza, oggi dovrei esultare per l'ennesimo abbandono al MoVimento. E invece c'è poco da esultare perché la tenuta democratica è a forte rischio ed è stata repressa la libertà di espressione.

Oddio, non è che con le nomine di Monti prima e Letta poi la democrazia fosse al sicuro. O se pensiamo al continuo aumentare degli astensionisti. Ma qui si parla di democrazia e di libertà, la libertà di pensiero e di espressione.

Non pensavo che il M5S arrivasse a tanto, a espellere una senatrice della Repubblica perché ha espresso un parere contrario alla strategia politica di Grillo. Perché è tornato il centralismo democratico, in salsa grillina. Se il Partito Democratico adottasse queste regole non resterebbe più nessuno e io sicuramente sarei tra i primi a essere cacciato.

Quindi è stato diagnosticato che nel MoVimento Cinque Stelle è vietato pensare ed è soprattutto vietato esprimere critiche verso Grillo, a cui comunque va gran parte del merito per il risultato elettorale di Febbraio. Sappiamo tutti che con le preferenze difficilmente il MoVimento avrebbe eletto tutti quei parlamentari.

C'è una questione trascurato dai media, c'è chi ha potuto fare campagna elettorale contro la Gambaro perché d'accordo con quanto affermava Grillo e quindi ha potuto esprimere il proprio parere e c'è chi si è permesso di difendere la Gambaro e ora rischia lo stesso processo interno. E' come se quando c'è stato il referendum sul nucleare solo i favorevoli hanno potuto fare campagna elettorale. Questo ha influito decisamente sul risultato delle espulsionarie.

L'espulsione della Gambaro decisa dal gruppo parlamentare aveva una maggioranza relativa. E anche questo dato è molto grave. Non si decideva se usare i cotton fioc per pulirsi il naso, ma l'espulsione di una senatrice della Repubblica.

Peggio ancora quanto accaduto con le espulsionarie dove i favorevoli sono il 27% degli aventi diritto, i contrari il 14% e gli astenuti il 59%.
Si può cacciare una persona da un gruppo con una maggioranza relativa senza raggiungere il 50%+1 degli aventi diritto? A parer mio assolutamente no!
Niente viene deciso nei partiti, nelle associazioni o in qualsiasi ente se non si ha un quorum del 50%+1.

Ma la domanda che si dovrebbero fare i grillini è la seguente: ma se sei su dieci si sono astenuti non pensate che agli iscritti al blog non gliene frega nulla di queste cazzate e che vi hanno sostenuto per altri motivi come cambiare in meglio l'Italia?



«Se la scelta fosse tra Grillo e 
la Gambaro per me sarebbe una 
scelta tra schiavitù e libertà. 
Io scelgo la libertà». 
On. Pinna (M5S)



14/06/13

Le polemiche sulla Concia non hanno ragione d'esistere.

La mia amica Anna Paola Concia (un'amicizia di cui vado molto fiero) ha debuttato in televisione come giurata di Jump.
Jump è un programma televisivo dove alcuni vips si sfidano in gare di tuffi. Ovviamente tutto spettacolarizzato in quanto è sempre televisione.

Sul web ho letto qualche polemica su Paola Concia che fa la giurata. E' bene ricordare che Paola, oltre ad essere sposata con una donna e un'ex parlamentare, è un preparatore atletico e ha sempre vissuto e praticato lo sport. In base alla sua professione, che non è né quella di politico né di lesbica, è stata scelta per far parte di questa giuria che giudica, appunto, la prestazione sportiva.
Queste polemiche, però, non sono state fatte per Giorgio Cagnotto (miglior atleta italiano di tutti i tempi nel tuffo) e Alessia Filippi (ex campionessa mondiale di nuoto).

L'altra polemica avanzata sulla Concia riguarda la partecipazione a un programma televisivo dell'azienda di Silvio Berlusconi che la stessa Paola ha contestato più volte. E' la stessa polemica più o meno avanzata su Renzi quando partecipò ad Amici di Maria De Filippi, e sono gli stessi convinti che l'Italia non guarda Mediaset. O che chi è di sinistra non guarda i canali Mediaset. Senza dimenticare tutti i bravi scrittori snobbati dalla sinistra perché i loro libri sono stati editi dalla Mondadori di Berlusconi.

Forse in tanti dovrebbero rivedere le loro posizioni e capire che essere lesbiche o politici non è (e non deve essere) una professione. Preparatori atletici sì. E che se una persona va in un programma Mediaset non lo fa' per fare un favore a Berlusconi ma semplicemente perché Mediaset è parte integrante dell'Italia, che piaccia o no.




12/06/13

Un consiglio al PD sulla Zona Franca.*

Il tour del comitato Zona Franca in Sardegna è iniziato mesi fa. Hanno girato la Sardegna a raccontare, e lo dico senza misure, favole e bugie illudendo i sardi sulla possibilità di eliminare alcune tasse.

Nelle settimane scorsi molti sindaci, la maggior parte del Partito Democratico, hanno approvato in consiglio comunale delibere e ordini del giorno in favore della Zona Franca.

Così, alcuni blogger e semplici militanti con un account facebook nelle settimane scorse hanno espresso la necessità di affrontare seriamente la questione Zona Franca con molta serietà e coinvolgendo esperti in materia di Diritto. 

Finalmente il Partito Democratico sardo, in accordo con il gruppo dello stesso partito in consiglio regionale, ha deciso si aprire una "franca" discussione a Cagliari Sabato mattina. Iniziativa lodevole e a cui spero di partecipare. 

Ma il Partito Democratico deve capire che la Sardegna non è solo Cagliari, che questi narratori di favole e venditori di sogni hanno girato l'intera isola passando anche nei comuni più piccoli e che anche il PD se vuole combattere questa battaglia deve girare l'intera isola. 

Quindi si avvii un tour che parta da Cagliari e che tocchi almeno i grandi centri prima del fatidico 24 Giugno. E dopo tale data, il tour prosegua nei centri medio-piccoli. 

*Poi fate come volete.


Fare il PD. Dopo aver avuto 4 anni di tempo per farlo e aver fallito la missione.

Ho appena finito la lettura del manifesto dei bersaniani che se non fosse che parlano del Movimento 5 Stelle, direi che è stato scritto nel 2009. Un manifesto che parla di rinnovamento del linguaggio ed è scritto in politichese. Un manifesto molto vago e senza posizioni nette, un po' come è stato il PD in questi quattro anni e come dovrebbe essere secondo loro nei prossimi anni.

E non hanno capito che questa confusione su piccoli e grandi temi ha disorientato l'elettorato. Tant'è che solo un italiano su tre pensa che il PD sia di sinistra. Addirittura molti temi vengono tralasciati, come è stato fatto sino a oggi per tenere saldo il patto tra bersaniani, franceschiniani, turchi e lettiani.

Quindi, sostanzialmente, questo manifesto punterebbe a saldare ulteriormente il patto. Un patto che vede Epifani alla guida temporanea del PD. Quell'Epifani sostenuto anche dai renziani e quel manifesto che andrebbe contro Renzi. Un casino totale.

Addirittura si dichiarano vittoriosi alle amministrative. No, hanno vinto i territori, non voi.

Ma poi la domanda sorge spontanea, fare il PD (che è il titolo del manifesto) dopo 4 anni di leadership di Bersani? Come se venisse Stramaccioni da Mazzarri a spiegargli come vincere con l'Inter, con quale credibilità e coraggio?



Siamo moderati e non ce ne siamo accorti


Secondo gli italiani il PD è un partito moderato e non progressista. Poco di sinistra. Siamo quelli che cercavano le alleanze con il centro di Monti e Casini perché ci sentivamo troppo di sinistra. Siamo quelli che volevano recuperare i voti dei delusi del centrodestra, che tanto quelli di centrosinistra erano sicuri.


E al prossimo congresso c'è da capire anche questo. Chi siamo e dove vogliamo virare, perché a me moderato di centro non è che piaccia tanto. 


I voti ai parlamentari del PD Sardo su come usano la rete.

Sen. Silvio Lai.
Facebook, voto 3. Benissimo il collegamento con Twitter, male tutto il resto. La bacheca è chiusa, non risponde ai commenti dei suoi post, pochissimi post e molti tag ignorati.
Twitter, voto 7. Molto bene il liveblogging dal Senato (#opensenato), buon utilizzo dello strumento (foto e hashtag), risponde a qualche tweet. Fuori dal Senato si dimentica di Twitter e questo è un difetto. Serve più costanza e qualche retweet.
Sito o blog personale, voto 5. Post molto interessanti ma linguaggio troppo politichese. Serve una svolta nel linguaggio.

On. Romina Mura.
Facebook, voto 9. Molto brava nell'uso di Facebook, bacheca aperta ai commenti, non si pone problemi ad affrontare una discussione, fa conoscere qualche aspetto della vita privata. Si cimenta persino nel fare gli auguri di buon compleanno ogni giorni agli amici. Aspetto molto importante, riesce a ritagliare uno spazio anche per leggere gli amici nelle proprie bacheche, mettendo like e commentando.
Twitter e blog o sito personale non pervenuti. Malissimo!

On. Caterina Pes.
Facebook, voto 4. Si limita a rendicontare la sua attività da parlamentare. Però non va oltre questo. Bacheca chiusa e poca iterazione.
Twitter, voto 4. Idem come sopra. Rendiconta la sua attività e non interagisce.
Blog o sito personale, voto 7. Sito fatto bene ma rimane molto personale e per nulla iterativo.

On. Francesco Sanna.
Facebook, voto 8. Usa molto bene Facebook. Continui aggiornamenti dell'attività parlamentare con un linguaggio curato e molto vicino a tutti. Racconta anche il territorio e il partito. Discute, mette i like, commenta nelle bacheche altrui. Serietà e ironia. Racconta un po' la vita privata.
Twitter, voto 6. Sufficienza scarsa. Il nickname scelto quando era senatore non può andare bene ora che è deputato. Interagisce molto meno rispetto a quanto fa con Facebook, buona la media di circa un tweet al giorno.
Blog o sito personale, voto 7. Grafica assolutamente da rivedere ma strapieno di contenuti.

On. Siro Marroccu.
Facebook, voto 2. Scrive pochissimo. Forse accede una volta a settimana. Malissimo. Sarebbe 1, il 2 lo merita per aver tenuto la bacheca aperta.
Twitter e Blog o sito personale non pervenuti. Malissimo!

On. Giovanna Sanna.
Facebook, voto 7. Molto bene, si vede come per l'On. Mura, che è anche sindaco. Molto vicina ai cittadini, comprensibile dal linguaggio, dai post e dalla bacheca aperta. Rendiconta benissimo i lavori in aula e in comune. Serve più coraggio e più iniziativa. Ma la strada è in discesa.
Twitter e Blog o sito personale non pervenuti. Malissimo!

On. Emanuele Cani.
Facebook, voto 4. Lo usa poco e non si è visto per nulla nella campagna elettorale per le amministrative di Iglesias (è andata comunque bene). Da eliminare "Saluti. Emanuele Cani" dai post. La bacheca è aperta, ma deve essere più presente e interagire di più con i suoi contatti.
Twitter, voto 1. Solo 2 tweet e 7 follower. C'è tanto da fare.
Blog o sito personale non pervenuto. Malissimo!

On. Marco Meloni.
Facebook, voto 4. Stesso discorso per Pes, si limita a rendicontare la sua attività e non interagisce. Anche lui con la bacheca chiusa.
Twitter, voto 8. Si capisce che è la sua dimensione, molto attivo e abile nell'uso degli hashtag. Ha superato i 2000 tweet. Bravissimo.
Blog o sito personale, voto 8. Buonissima grafica, sito completo e pieno di contenuti. Bravissimo.

Sen. Giampiero Scanu.
Facebook e Twitter non pervenuto.
Blog o sito personale, voto 6. Sito sempre aggiornato e buona grafica.

Sen. Luigi Manconi.
Facebook, voto 7. Buon uso del social. Dovrebbe permettere anche ad altri di seguirlo visto che ha raggiunto le cinque mila amicizie.
Twitter, voto 3. Si limita a condividere articoli. C'è tanto da fare.
Blog o sito personale, sv. Non ne possiede uno suo e viene ospitato da varie testate giornalistiche, tra cui L'Unità e Huffington Post.

Sen. Giuseppe Luigi Cucca.
Facebook, voto 3. Appena sbarcato sul mondo facebookiano, deve ancora ambientarsi e farne un utilizzo migliore.
Twitter, voto 0. Iscritto ma mai scritto un tweet. Almeno un tweet di benvenuto, Senatore.
Blog o sito personale non pervenuto.

Sen. Ignazio Angioni.
Facebook, voto 5. Quasi sufficiente, un uso quasi quotidiano ma molto limitato alla condivisione. Tiene la bacheca aperta e raramente interagisce.
Twitter e Blog o sito personale non pervenuti.

Le larghe intese non hanno vinto. 3 motivi.

Secondo alcuni esponenti del Partito Democratico col voto alle amministrative e la sorprendente vittoria le larghe intese hanno avuto la fiducia degli italiani.

Ci sono tre motivi, tre, che non confermano le teorie lettiane-democratiche.

1. Non c'è un solo sindaco, dico uno, che abbia vinto avendo in coalizione sia Pd che Pdl. Pd e Pdl erano alternativi. Quando una squadra di Serie A vince lo scudetto non vince la Lega Calcio ma bensì la squadra prima in classifica.

2. Il cdx nei ballottaggi ha dirottato i propri voti al candidato alternativo a quello del csx. Si pensi a Pomezia e Assemini dove ha vinto il candidato del MoVimento 5 Stelle.

3. L'astensione ha toccato livelli mai raggiunti prima nelle amministrative. L'astensione è la conseguenza della cattiva politica. Le larghe intese sono una causa. Si pensi che il M5S ha vinto dove l'affluenza si avvicina al 45%.



11/06/13

M5%, Beppe & Adele.

Il M5S è diventato il M5%. Ma non si rendono conto degli errori commessi. "No, sono gli elettori che non capiscono" dicono. Teoria molto sfruttata nella Prima Repubblica che ha portato la nascita del Movimento di Grillo.
Sì di Grillo perché logo e copyright, gestione dei fondi del Movimento e tutto il resto è di Giuseppe Grillo. 

Era accattivante lo Tsunami Tour, poi si è dimenticato dell'ondata di ritorno, quella che riporta tutto in mare. E mai metafora fu più azzeccata. Grillo non ha calcolato l'ondata, e nemmeno quella di ritorno.

Darsi per vincenti a queste amministrative è da folli. Sembra quasi che Roma sia in provincia di Pomezia. Forse ammettere la sconfitta è roba da Prima Repubblica, come quella storiella raccontata all'inizio del post.

E così c'è chi prende il coraggio di uscire dal Movimento e chi, come la Senatrice Adele Gambaro, responsabilizza Grillo di questa sconfitta elettorale. 
La Senatrice Gambaro ha ragione due volte, il M5S ha perso e Grillo è il colpevole. 

Così Grillo replica lanciando un referendum per far decidere, sempre secondo regole strane, se è il gestore del blog che ospiterà il referendum (e che guadagna dagli accessi e i click) e il padrone del M5S (così come depositato in Tribunale) è il colpevole o meno dell'ondata di ritorno.

Poi ci ripensa e chiede alla senatrice di abbandonare il Movimento. Ma non è così, presto arriverà una lettera alla senatrice Gambaro da parte dell'avvocato di Grillo che le annuncerà l'espulsione come accadde anche per Salsi e Favia. 

Perché uno vale uno se esegue i comandi di Grillo. Quando uno pensa con la sua testa e non con quella di Grillo vale zero. E il tutto sta diventando ingestibile per Grillo. E lo dicono le urne, mica la rete.


L'Orgosolo che ho conosciuto io.

L'Orgosolo che ho conosciuto io è diversa da quella che conoscono nel mondo. Che poi è quella che conoscevo anche io fino al giorno in cui ci sono stato.

Facevo protezione civile, e grazie ad alcuni colleghi volontari, si era deciso di fare formazione a Orgosolo. All'inizio ero spaventato, come qualsiasi essere umano che ha conosciuto questa bella cittadina solo per le malefatte di Graziano Mesina.

Ricordo che appena ho scaricato la valigia in tenda, sono andato con alcuni colleghi a bere un caffè a su tzilleri. Lì non esiste il bar, ma su tzilleri. Il caffè scendeva sulla tazzina ma era già pagato. "Come già pagato?" chiesi. La barista ci indica il signore, barba bianca e lo scioppino sul tavolo. Lo ringraziamo. Lui ci invita a ripassare dopo per una birra insieme.

Orgosolo è una cittadina bellissima. I murales e le strade in pietra. Pulita e accogliente. Immersa nella natura, il verde attorno. Quel verde bellissimo, quella vegetazione ricchissima che mi vien male spiegarvi ma che sicuramente avete visto e apprezzato in alcune zone interne della Sardegna.

Così siamo tornati da quel signore con la barba bianca. La birra viaggiava a fiumi, non potevamo pagare e non si poteva rifiutare. Doveva accadere qualcosa di importante per poterci alzare, tipo la chiusura del bar o il cambio turno al campo di protezione civile. Ce ne ha raccontato di storie, dalla rivalità con i mamoiadesi alla sua vita fatta di sudore e sacrificio.

La gente di Orgosolo è davvero bella, accogliente e con tante storie da raccontare. Gente legata ai valori dell'onestà e del rispetto. La cucina, il dialetto, la cordialità.
Ma c'era anche un'altra faccia di Orgosolo. Quella dei turisti che andavano a conoscere Grazianeddu.

Ricordo le parole di un collega appena vide Mesina "betze frittu, andamoso a su tzilleri e si bufamoso una birra".


10/06/13

se lo avessero detto prima...

Se Letta & Company (Bindi, Epifani, ecc.) ce l'avessero prima che il voto ai candidati PD avrebbe premiato le larghe intese siamo sicuri che avremmo vinto?

P.s: anche perché non trovo un solo sindaco appena eletto sostenuto dalle larghe intese (Pd, Pdl e Lista Civica). E poi ci sarebbe SEL che in parlamento sta all'opposizione e alle amministrative era alleata del PD quasi ovunque. E col PDL c'è la Lega e Fratelli d'Italia che in parlamento, come SEL, siedono all'opposizione.


16 a 0 a 0.

Il risultato finale dice 16 a 0 a 0 per il centrosinistra contro centrodestra e pentastellati.
Infatti al primo turno il centrosinistra ha vinto in cinque capoluoghi di provincia, mentre al secondo turno completa l'opera conquistando le altre undici, capitale compresa.

E un po' c'è da festeggiare perché spodestare il centrodestra a Treviso non era per nulla facile. Buona pensione sceriffo Gentilini. Anche Iglesias, città del coordinatore regionale Giorgio Oppi e del deputato Pdl Mauro Pili, vestita di rosso è molto più elegante. 
A Roma è stato molto più semplice, un sindaco uscente con le percentuali così basse fa un po' ridere. Almeno un gatto lo abbiamo smacchiato, anche se non è un giaguaro. Ciao Gianni.

Imperia, casa di Scajola, passa al centrosinistra, così come Brescia.

Da apprezzare il sindaco uscente di Siena, dimissionario dopo aver denunciato lo scandalo al Monte dei Paschi, viene confermato al ballottaggio contro un esponente di centrodestra. 

Il Movimento 5 Stelle vince ad Assemini e Pomezia, che per inciso, non sono capoluoghi di provincia.

Aumenta l'astensionismo.

Chiedo gentilmente a Epifani e Letta di non attribuirsi meriti. A meno che non ci sia qualche sindaco sostenuto sia dal PD che dal PDL, allora in questo caso - ma solo in questo - chapeau!


Ma sicuri che fa più paura Renzi?

Secondo alcuni, specialmente dalle parti di Europa Quotidiano, Renzi dovrebbe fare paura all'apparato/classe dirigente/capi bastone. 

Ma davvero può far paura all'apparato/classe dirigente/capi bastone un presunto leader che non si è opposto alle grandi intese con il PDL, che ha accettato di votare Napolitano (alcune persone vicino a Renzi sono andati a implorare Napolitano ad accettare la sua candidatura), che non ha avuto nessun problema a votare Epifani segretario/reggente/a progetto (in realtà non solo l'ha votato, anche sostenuto)?

No, Renzi non fa più paura perché si è appiattito al format partitico/correntizio. 
A parer mio all'apparato/classe dirigente/capi bastone fa più paura tale Pippo Civati, che è già stato accusato di essere uno sgambettatore da cartellino rosso. 
Gli stessi dirigenti pensano che Civati segretario metterebbe a rischio la tenuta del governo.

E certo che fa paura uno che si è astenuto su Napolitano, Letta e Epifani. E forse forse alla base un Civati non fa paura, al vertice invece sì. Più di Renzi.



Che concetto ha Renzi delle regole?

Ieri ho ascoltato l'intervista (anche se i giornalisti sono stati poco incalzanti) a Matteo Renzi. Mi è piaciuta molto la parte su Ingroia.

Sulla questione delle regole per il congresso (mentre piangeva ancora per quelle delle primarie 2012) è stato molto deludente e poco sincero.
E' sì vero che il secondo turno doveva essere aperto come il primo, ma le regole sono state votate in assemblea e anche la sua area votò favorevole a quelle regole.
Perché cambiare le regole in corsa ad personam perché lo chiedeva Renzi?

Ed è stato molto infelice quando ha detto "prima voglio conoscere le regole e poi deciderò se mi candido, non mi faccio fregare questa volta".
Renzi scorda, consapevolmente, che si è candidato alle primarie PD solo dopo che l'assemblea nazionale ha votato la sospensione dello Statuto che gli consentiva di poter contendere al segretario in carica la premiership. Cosa altrimenti non possibile.

E' giusto aspettare le regole (e le speranze mi sembrano le stesse, Matteo) ma nessuno ti ha fregato l'altra volta, e soprattutto, anche l'altra volta hai aspettato le regole.



La scimmia è l'evoluzione dell'uomo. (cit.)

Oggi c'è stata la finale del Roland Garros e c'è stata un'invasione di campo. Non è stata la solita invasione di campo. Infatti a invadere il campo di gioco è stato un francese contro le unioni gay.
Trovo serie difficoltà a capire questi pochi francesi. Ritengo normale difendere i proprio diritti, non altrettanto trovo normale lottare contro l'estensione dei diritti alle minoranze. 

Mentre commentavo l'accaduto con un'amica lesbica mi è venuta in mente una canzone di Caparezza che rende perfettamente in queste occasioni.

Vive in comunità estremamente pacifiche in cui maschi e femmine hanno pari diritti e dignità non sa cosa sia la competizione e condivide le risorse con tutti in maniera equa non conosce la guerra l'assassinio e la violenza, insomma stando a come si comporta il Bonobo: la scimmia è l'evoluzione dell'uomo.

Per il bonobo il sesso è alla base dei rapporti sociali, si accoppia sia con etero che con omosessuali davanti a cibo i bonobo prima fanno un orgia e dopo mangiano senza mai litigare il bonobo non è aggressivo è sessualmente appagato, non discrimina il diverso non va al family day...la scimmia è l'evoluzione dell'uomo

Bonobo Power evolvin society we improve the community and human eat the banana bonobo power abscence of authority no more cruelty we just play and come with love and human sucks

Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale i bonobo dello zoo di hellaburn morirono di spavento alle altre scimmie non accadde nulla, il bonobo è stato cacciato, sterminato, censurato il bonobo è una pericolosa alternativa sociale dimostra che in natura esiste l'omosessualità e che l'uomo è aggressivo perché sessualmente represso e soprattutto che l'unico vero modo per vivere in pace è giocare mangiare ed accoppiarsi alla faccia di religiosi, intellettuali e politici ben pensanti.

E questa mia amica mi ha detto che ha pensato subito ai Ku Klus Klan, e l'acronimo sarebbe KKK che assomiglia ai codici di declassamento di Moody's (AAA, BBB, B++) e direi che KKK si possa usare per declassare al massimo il genere umano, come quell'individuo che ha invaso il campo da gioco.


09/06/13

Ingroia: quando Renzi avrà..

Quando Renzi avrà fatto un decimo di quel che ho fatto io per il mio Paese, ne riparliamo. (Antonio Ingroia)

Che caduta di stile per il magistrato-politico.
Non mi pare che Renzi abbia messo in discussione il lavoro svolto da Ingroia a cui tutta l'Italia gli è riconoscente.
Ingroia non ha capito che il problema è che se n'è andato dal Guatemala dopo due mesi per candidarsi in un movimento chiamato Rivoluzione Civile e includendo ben poco di civile e tanto di politico, i partiti di estrema sinistra. 
Quale miglior modo per confermare le tesi di Berlusconi che abbina la giustizia ai comunisti?

Poi lo hanno mandato ad Aosta, unico collegio dove non eri candidato, e ha fatto i capricci per non andarci. Tant'è che il CSM non ha voluto sentire storie e lo ha obbligato ad andarci. 

Ecco, in tutta questa vicenda non ha fatto una bella figura. E oggi ha fatto di peggio, paragonando il suo lavoro nella magistratura con quello di un sindaco.

Sarebbe il caso che spiegasse ai suoi elettori, ma anche all'Italia che si deve sentire tutelata da un magistrato, che cosa vuole fare da grande Ingroia. Perché se farà politica nessuno gli dirà nulla, se invece continuerà a fare il suo vecchio e bellissimo mestiere molti avranno da dire. Soprattutto chi sciopera davanti al tribunale di Milano.

08/06/13

La balla di Matteo Renzi

Matteo Renzi continua a ribadire nelle uscite pubbliche che non avendo preso i voti dei delusi del centrodestra ci tocca prendere i ministri del centrodestra.

Mediaticamente funziona come affermazione (tant'è che ci sta anche in tweet), però Renzi racconta una colossale balla ed è presto dimostrabile. Il ragionamento di Renzi avrebbe un senso se il centrosinistra avesse confermato gli stessi voti alle ultime politiche e gli stessi voti non sarebbero stati sufficienti per garantire una maggioranza assoluta anche al Senato. La verità è che il centrosinistra ha perso tre milioni di voti rispetto alle ultime politiche del 2008.

Perciò ci toccano i ministri del centrodestra perché non abbiamo preso i voti dei delusi del centrosinistra. E scusate se la differenza è poca.

05/06/13

Rovesciare le piramidi, in Sardegna.

Domenica ci siamo ritrovati a Su Baione, vicino al nuraghe Losa, tra persone di sinistra e dintorni. Un modo diverso di discutere usando il metodo dell'Open Space Tecnology.
Dalla discussione emerge una voce univoca, la necessità di rovesciare le piramidi. In realtà sono già rovesciate, diciamo che andrebbero rimesse come prima.

Perché ormai è una prassi prendere le decisioni al vertice e portarle sino alla base. Che vorrei vederli questi signori e queste signore costruire una piramide partendo dal vertice.

L'ultimo caso è quello del PD oristanese e il gruppo PD in consiglio regionale. Il PD oristanese, dopo una discussione che ha coinvolto dirigenti, militanti, amministratori e segretari di circolo ha deciso di opporsi con forza e convinzione alle trivelle della Saras nel territorio di Arborea.

Ovviamente il gruppo in consiglio regionale del PD ha ricevuto il messaggio e ha scritto e sottoscritto una mozione che li vede favorevoli alle trivellazioni. Cioè ha fatto l'esatto contrario.
A non firmare la mozione i consiglieri del PD Antonio Solinas, Renato Soru, Marco Espa e Pietro Cocco. (Se sbaglio correggetemi).

Carissimi amici e carissime amiche oristanesi, io (che conto quanto il due di picche) sto con voi e vi appoggerò fino all'ultimo in questa battaglia, come posso, con gli strumenti che ho a disposizione come questo blog. Ma ora capite perché il partito è in queste condizioni?


04/06/13

Berlusconi & la Zona Franca.

Ieri ho letto il comunicato della Dottoressa Randaccio, colei che insieme all'avvocato Scifo ha portato in tutta la Sardegna la favola della Zona Franca.
Il presidente Cappellacci oggi ha assicurato che verrà pubblicata quanto prima la comunicazione dell'Agenzia delle Dogane che chiede un tavolo tecnico alla Giunta regionale per discutere di zona franca.
Nell'occasione il Presidente ha anche precisato di aver parlato con il Presidente Berlusconi. Quest'ultimo assicura tutto il suo sostegno e appoggio alla nostra rivendicazione della zona franca integrale che ritiene un volano dell'economia sarda e nazionale. A tal fine, noi prospettiamo che si formino larghe intese tra tutti i partiti, così come avvenuto a livello nazionale con l'attuale Governo italiano, per realizzare subito la zona franca integrale in Sardegna. Il presidente Cappellacci ha assicurato che, in occasione della grande manifestazione che si terrà a Roma il 24.06.2013, Berlusconi riceverà me e l'avv.to Scifo per analizzare gli aspetti giuridici collegati all'immediata attivazione in Sardegna della zona franca alla produzione e al consumo.
E' opportuno che tutti, comitati e singoli cittadini, comincino a prenotare i biglietti per andare tutti a Roma. Solo se saremo numerosi e uniti avremo il riconoscimento dei nostri diritti calpestati da 64 anni dalle politiche regionali e statali.
firmato Dott.ssa Maria Rosaria Randaccio avv. Francesco Scifo
Premesso che non sono contrario alla zona franca in quanto non sono contrario a ciò che non esiste e che non è possibile realizzare, non capisco come possa essere ancora credibile in Sardegna Silvio Berlusconi.
Vorrei ricordare le promesse del 2009 in campagna elettorale, le telefonate mai effettuate a Putin, i fondi per la Sassari - Olbia e tanto altro. Promesse mai mantenute e l'ennesima illusione per i sardi che poi diedero la fiducia a Cappellacci.

E' facile, è la cosa più facile, dire di essere favorevoli alla zona franca, fare la battaglia e poi davanti all'impossibilità dare le responsabilità ad altri. Magari al governo e all'Unione Europea. Ecco, dovrebbe anche il Partito Democratico agire in questo modo perché dire le verità in Italia e in Sardegna non va bene e non è elettoralmente conveniente.

Perché poi se il deputato sulcitano del PD Francesco Sanna anziché girare la Sardegna a raccontare favole porta la zona di vantaggio fiscale nel Sulcis e l'europarlamentare Francesca Barracciu ottiene in commissione il riconoscimento dell'insularità della Sardegna, i zonafranchisti rispondono che non si accontentano di queste "piccole" cose.

La verità è che la Zona Franca Integrale non è possibile realizzarla e soprattutto non conviene ai sardi. Che la cosa migliore per i sardi sono queste zone di sgravi e vantaggi fiscali come quella del Sulcis. Ma vivere nell'illusione ai sardi è sempre piaciuto e a raccontare le favole come fanno Cappellacci e Berlusconi siamo bravi tutti.


03/06/13

Serve un triage.

Partire dalla soluzione per identificare il problema.
La soluzione è il triage, chi ha fatto un corso di BLS (basic life support, primo soccorso) ha capito di cosa parlo. Quando accade un evento dove ci sono più feriti, il primo soccorritore deve assegnare dei colori ai feriti. I colori sono quelli del pronto soccorso che vanno dal rosso al bianco. 
Quando arrivano tutti i soccorsi sanno già chi deve essere curato e trasportato in ospedale per primo. 

Se usassimo questo metodo al governo sarebbe già una gran cosa. Perché non si conoscono le priorità, c'è un'Italia che sprofonda nell'abisso tra disoccupazione e inoccupazione, tra mancanza di diritti e diritti per pochi. 

Qui a dettare l'agenda è Berlusconi sotto il nome di Alfano, abolizione dell'Imu, strana cosa sui rimborsi elettorali (non si capisce ancora bene se lo Stato spende di più o di meno e non si capisce perché continuano a chiamarli finanziamenti pubblici) e ora si parla di semi-presidenzialismo senza fare neanche una semi-discussione. 

Mentre in televisione e sui giornali i politici di ogni dove e di ogni ruolo ci raccontano cosa bisogna fare, di fatto il governo Letta ha eseguito solo quello indicato dal PDL.

E' arrivato il momento del triage prima che sia troppo tardi, che il colore blu sarebbe meglio non usarlo.