14/05/13

primarie di coalizione o congresso?

Esco ancora una volta sconvolto dalla Direzione regionale (di cui non faccio parte). Ho ascoltato quasi tutti gli interventi e più il tempo passa e più mi accorgo chi può far politica per i prossimi anni e invece chi secondo me dovrebbe limitarsi a una chiacchierata da bar.
Non è una questione di rottamazione ma di mancanza di sintonia con il mondo reale. Ormai è un'ovvietà e me ne dispiace molto.

Si continua ad attaccare Civati perché ha votato quattro volte su sei contro la decisione del partito. Io mi chiedo ancora come è possibile che con un elettorato spaccato Civati (ma anche qualcun altro) rappresenta metà elettorato da solo.
Perché siamo ancora fermi a Marini - Rodotà - Prodi - Napolitano. Perché c'è chi aggiornava in diretta cosa accadeva tra il Capranica e Montecitorio, eppure c'è chi viene dopo giorni e giorni a raccontare tutt'altra storia come se fossimo stupidi cretini creduloni.
Siamo stati noi ad abituarli così, a credere a tutto ciò che ci raccontano.
C'è chi racconta che il golpe a Prodi è uguale a quello per Marini. Che il nostro partito funziona a maggioranza e che bisogna piegarsi al volere del partito. Io vorrei sapere di che partito si parla, se è quello che abbiamo votato o quello che prima vota e poi porta le discussioni nelle sedi di partito. Ma di questa vicenda ne ho parlato giorni fa e ne abbiamo parlato per troppi giorni.

Si è parlato anche di web e di politica sul web. E questo tema porta il partito a spaccarsi su conservatori e innovatori, tra chi sarà in grado di fare politica nei prossimi decenni e chi si fermerà entro le prossime due elezioni. La stranezza è che a lamentarsi del social network è chi ci sta sui social e non li usa per niente bene. A lamentarsi è chi apre la propria pagina politica solo in campagna elettorale. A lamentarsi è chi vede rischiare il proprio posto nelle istituzioni perché ha capito che più avanzano i nuovi strumenti di comunicazione e di partecipazione e più si sentono fuori dai giochi. Conservatori, appunto. Chi pensa che non si debba fare politica sul web è un folle, ma se ne accorgerà quando sbatterà il muso e non penso dobbiamo aspettare tanto tempo per questo.

Poi c'è il tema dei temi, prima congresso regionale o primarie per il candidato governatore?
Secondo molti, là dentro, è il caso di fare prima le primarie e scegliere la leadership che ci porterà alle elezioni regionali perché non siamo in grado di affrontare un congresso, ci sarebbe un bagno di sangue. E che la Sardegna e i sardi vengono prima del partito.
Sono solo io a pensare che queste primarie si trasformeranno in un congresso? Perché la mia paura è che ci sarà un bagno di sangue davanti ai sardi mettendo a rischio il risultato elettorale al costo di far vincere il proprio leader. Anche questa volta le correnti prevarranno e vedremmo quanto visto a Roma, prima le correnti e poi il partito.

Questo è lo stesso partito che ha visto nove consigliere regionali attraversare un paio di volte il Tirreno per andare a chiedere al segretario nazionale le dimissioni del segretario regionale. E' quel gruppo regionale che ha messo in discussione la tenuta dello stesso gruppo in un'istituzione per problemi interni di partito.
Io mai crederò che questi dirigenti siano disposti alla pace per favorire il percorso delle elezioni, e anche se questa pace avvenisse sarebbe roba di facciata che imploderà entro i primi 60 giorni in consiglio regionale. Li conosco i nostri polli.

E stranamente trovo la maggioranza che sostiene il segretario diversa, è di nuovo quella congressuale e non più quella di Marzo 2011. Quella del documento che prevedeva la conferenza programmatica (di cui ci sarà presto la chiusura) e del partito sardo federato. Perché ci sono anche maggioranze e maggioranze, quelle sui temi e quelle d'occasione per la pole position.

Io preferisco che il bagno di sangue avvenga prima delle elezioni e delle primarie per il candidato governatore, e lo dico proprio a tutela dei sardi. Perché quelle primarie saranno una resa di conti se prima non si fa' un congresso (aperto, apertissimo) e si federa il partito sardo con quello nazionale. La pace di facciata è una bomba ad orologeria dove l'ora dell'esplosione la conoscono in pochi ma travolge tutti.

Perché se poi ci pensate bene a decidere programma e alleati saranno gli organismi dirigenti eletti quattro anni fa, che in politica diventano venti anni, e che sono già giunti alla scadenza del mandato. Lo dico francamente, a parer mio stiamo sbagliando tutto.