14/10/13

Quando mi sosteneva Civati.

Era fine 2010, non stavo bene per nulla. La scomparsa del mio carissimo nonno che per me era come un padre, una lussazione alla rotula che mi aveva portato un gesso di una qualche decina di chili e la disaffezione per la politica.
Un periodo quasi nero, di quelli bruttissimi.

Così un'amica e compagna, Ilaria, per tirarmi su di morale mi invitò a un'iniziativa pubblica in quel di Oristano. L'iniziativa era Prossima Sardegna.

Tutti si aspettavano Renzi, ma non venne. C'era Civati. E chi era Civati? Ricordo bene quella mattina, mentre fumavo seduto su un muretto c'era un ragazzo a me sconosciuto che fumava anche lui una sigaretta. Le stampelle caddero e lui si inchinò a raccoglierle. E parlammo per qualche minuto, il tanto di una sigaretta. Sì, un po' mi stava sulle palle con quell'accento da polentone. Ma nel tanto di una sigaretta mi convinse a rimanere nel PD che tanto questa dirigenza sarebbe durata quanto il mio gesso (ha dimenticato la fisioterapia).

Non so perché mi convinse. So solo che quel giorno ho fatto la scelta migliore che potessi fare, andare a Oristano, parlare con Civati, conoscere quelli che sarebbero stati i compagni e le compagne di tante avventure e di tante battaglie, distrarmi un po' da tutto ciò che avevo di personale.

Ma la mia più grossa sfida era (ed è tuttora) smentire mio nonno, storico elettore PCI, che mi disse di lasciare la politica perché sono tutti uguali, perché la politica è roba sporca e bisogna adeguarsi.
E io so che con Pippo possiamo smentire nonno. E lo so da quel Dicembre 2010, quando a sostenermi c'era Civati.

Questo è il maggior motivo per cui sostengo Pippo e perché in questi anni non sono emigrato in altri lidi. Perché ogni volta che le stampelle cadevano, Pippo stava lì a raccoglierle.