12/06/13

Un consiglio al PD sulla Zona Franca.*

Il tour del comitato Zona Franca in Sardegna è iniziato mesi fa. Hanno girato la Sardegna a raccontare, e lo dico senza misure, favole e bugie illudendo i sardi sulla possibilità di eliminare alcune tasse.

Nelle settimane scorsi molti sindaci, la maggior parte del Partito Democratico, hanno approvato in consiglio comunale delibere e ordini del giorno in favore della Zona Franca.

Così, alcuni blogger e semplici militanti con un account facebook nelle settimane scorse hanno espresso la necessità di affrontare seriamente la questione Zona Franca con molta serietà e coinvolgendo esperti in materia di Diritto. 

Finalmente il Partito Democratico sardo, in accordo con il gruppo dello stesso partito in consiglio regionale, ha deciso si aprire una "franca" discussione a Cagliari Sabato mattina. Iniziativa lodevole e a cui spero di partecipare. 

Ma il Partito Democratico deve capire che la Sardegna non è solo Cagliari, che questi narratori di favole e venditori di sogni hanno girato l'intera isola passando anche nei comuni più piccoli e che anche il PD se vuole combattere questa battaglia deve girare l'intera isola. 

Quindi si avvii un tour che parta da Cagliari e che tocchi almeno i grandi centri prima del fatidico 24 Giugno. E dopo tale data, il tour prosegua nei centri medio-piccoli. 

*Poi fate come volete.


Fare il PD. Dopo aver avuto 4 anni di tempo per farlo e aver fallito la missione.

Ho appena finito la lettura del manifesto dei bersaniani che se non fosse che parlano del Movimento 5 Stelle, direi che è stato scritto nel 2009. Un manifesto che parla di rinnovamento del linguaggio ed è scritto in politichese. Un manifesto molto vago e senza posizioni nette, un po' come è stato il PD in questi quattro anni e come dovrebbe essere secondo loro nei prossimi anni.

E non hanno capito che questa confusione su piccoli e grandi temi ha disorientato l'elettorato. Tant'è che solo un italiano su tre pensa che il PD sia di sinistra. Addirittura molti temi vengono tralasciati, come è stato fatto sino a oggi per tenere saldo il patto tra bersaniani, franceschiniani, turchi e lettiani.

Quindi, sostanzialmente, questo manifesto punterebbe a saldare ulteriormente il patto. Un patto che vede Epifani alla guida temporanea del PD. Quell'Epifani sostenuto anche dai renziani e quel manifesto che andrebbe contro Renzi. Un casino totale.

Addirittura si dichiarano vittoriosi alle amministrative. No, hanno vinto i territori, non voi.

Ma poi la domanda sorge spontanea, fare il PD (che è il titolo del manifesto) dopo 4 anni di leadership di Bersani? Come se venisse Stramaccioni da Mazzarri a spiegargli come vincere con l'Inter, con quale credibilità e coraggio?



Siamo moderati e non ce ne siamo accorti


Secondo gli italiani il PD è un partito moderato e non progressista. Poco di sinistra. Siamo quelli che cercavano le alleanze con il centro di Monti e Casini perché ci sentivamo troppo di sinistra. Siamo quelli che volevano recuperare i voti dei delusi del centrodestra, che tanto quelli di centrosinistra erano sicuri.


E al prossimo congresso c'è da capire anche questo. Chi siamo e dove vogliamo virare, perché a me moderato di centro non è che piaccia tanto. 


I voti ai parlamentari del PD Sardo su come usano la rete.

Sen. Silvio Lai.
Facebook, voto 3. Benissimo il collegamento con Twitter, male tutto il resto. La bacheca è chiusa, non risponde ai commenti dei suoi post, pochissimi post e molti tag ignorati.
Twitter, voto 7. Molto bene il liveblogging dal Senato (#opensenato), buon utilizzo dello strumento (foto e hashtag), risponde a qualche tweet. Fuori dal Senato si dimentica di Twitter e questo è un difetto. Serve più costanza e qualche retweet.
Sito o blog personale, voto 5. Post molto interessanti ma linguaggio troppo politichese. Serve una svolta nel linguaggio.

On. Romina Mura.
Facebook, voto 9. Molto brava nell'uso di Facebook, bacheca aperta ai commenti, non si pone problemi ad affrontare una discussione, fa conoscere qualche aspetto della vita privata. Si cimenta persino nel fare gli auguri di buon compleanno ogni giorni agli amici. Aspetto molto importante, riesce a ritagliare uno spazio anche per leggere gli amici nelle proprie bacheche, mettendo like e commentando.
Twitter e blog o sito personale non pervenuti. Malissimo!

On. Caterina Pes.
Facebook, voto 4. Si limita a rendicontare la sua attività da parlamentare. Però non va oltre questo. Bacheca chiusa e poca iterazione.
Twitter, voto 4. Idem come sopra. Rendiconta la sua attività e non interagisce.
Blog o sito personale, voto 7. Sito fatto bene ma rimane molto personale e per nulla iterativo.

On. Francesco Sanna.
Facebook, voto 8. Usa molto bene Facebook. Continui aggiornamenti dell'attività parlamentare con un linguaggio curato e molto vicino a tutti. Racconta anche il territorio e il partito. Discute, mette i like, commenta nelle bacheche altrui. Serietà e ironia. Racconta un po' la vita privata.
Twitter, voto 6. Sufficienza scarsa. Il nickname scelto quando era senatore non può andare bene ora che è deputato. Interagisce molto meno rispetto a quanto fa con Facebook, buona la media di circa un tweet al giorno.
Blog o sito personale, voto 7. Grafica assolutamente da rivedere ma strapieno di contenuti.

On. Siro Marroccu.
Facebook, voto 2. Scrive pochissimo. Forse accede una volta a settimana. Malissimo. Sarebbe 1, il 2 lo merita per aver tenuto la bacheca aperta.
Twitter e Blog o sito personale non pervenuti. Malissimo!

On. Giovanna Sanna.
Facebook, voto 7. Molto bene, si vede come per l'On. Mura, che è anche sindaco. Molto vicina ai cittadini, comprensibile dal linguaggio, dai post e dalla bacheca aperta. Rendiconta benissimo i lavori in aula e in comune. Serve più coraggio e più iniziativa. Ma la strada è in discesa.
Twitter e Blog o sito personale non pervenuti. Malissimo!

On. Emanuele Cani.
Facebook, voto 4. Lo usa poco e non si è visto per nulla nella campagna elettorale per le amministrative di Iglesias (è andata comunque bene). Da eliminare "Saluti. Emanuele Cani" dai post. La bacheca è aperta, ma deve essere più presente e interagire di più con i suoi contatti.
Twitter, voto 1. Solo 2 tweet e 7 follower. C'è tanto da fare.
Blog o sito personale non pervenuto. Malissimo!

On. Marco Meloni.
Facebook, voto 4. Stesso discorso per Pes, si limita a rendicontare la sua attività e non interagisce. Anche lui con la bacheca chiusa.
Twitter, voto 8. Si capisce che è la sua dimensione, molto attivo e abile nell'uso degli hashtag. Ha superato i 2000 tweet. Bravissimo.
Blog o sito personale, voto 8. Buonissima grafica, sito completo e pieno di contenuti. Bravissimo.

Sen. Giampiero Scanu.
Facebook e Twitter non pervenuto.
Blog o sito personale, voto 6. Sito sempre aggiornato e buona grafica.

Sen. Luigi Manconi.
Facebook, voto 7. Buon uso del social. Dovrebbe permettere anche ad altri di seguirlo visto che ha raggiunto le cinque mila amicizie.
Twitter, voto 3. Si limita a condividere articoli. C'è tanto da fare.
Blog o sito personale, sv. Non ne possiede uno suo e viene ospitato da varie testate giornalistiche, tra cui L'Unità e Huffington Post.

Sen. Giuseppe Luigi Cucca.
Facebook, voto 3. Appena sbarcato sul mondo facebookiano, deve ancora ambientarsi e farne un utilizzo migliore.
Twitter, voto 0. Iscritto ma mai scritto un tweet. Almeno un tweet di benvenuto, Senatore.
Blog o sito personale non pervenuto.

Sen. Ignazio Angioni.
Facebook, voto 5. Quasi sufficiente, un uso quasi quotidiano ma molto limitato alla condivisione. Tiene la bacheca aperta e raramente interagisce.
Twitter e Blog o sito personale non pervenuti.

Le larghe intese non hanno vinto. 3 motivi.

Secondo alcuni esponenti del Partito Democratico col voto alle amministrative e la sorprendente vittoria le larghe intese hanno avuto la fiducia degli italiani.

Ci sono tre motivi, tre, che non confermano le teorie lettiane-democratiche.

1. Non c'è un solo sindaco, dico uno, che abbia vinto avendo in coalizione sia Pd che Pdl. Pd e Pdl erano alternativi. Quando una squadra di Serie A vince lo scudetto non vince la Lega Calcio ma bensì la squadra prima in classifica.

2. Il cdx nei ballottaggi ha dirottato i propri voti al candidato alternativo a quello del csx. Si pensi a Pomezia e Assemini dove ha vinto il candidato del MoVimento 5 Stelle.

3. L'astensione ha toccato livelli mai raggiunti prima nelle amministrative. L'astensione è la conseguenza della cattiva politica. Le larghe intese sono una causa. Si pensi che il M5S ha vinto dove l'affluenza si avvicina al 45%.