“Dopo la tempesta splende il sole”, nel Partito Democratico
questo non vale. Ogni giorno è tempesta. E quando la tempesta non c’è ci
pensano gli altri a farti credere che ci sia. Ogni giorno una storia nuova, mai
positiva.
Ieri le dichiarazioni del responsabile economico del PD Fassina “andrò
a manifestare con la Fiom..”, oggi fa un passo indietro ma c’è Matteo Orfini,
responsabile della cultura del PD, ad annunciare la propria presenza alla
manifestazione Fiom.
Per coscienza individuale ognuno è libero di partecipare e
manifestare. Ma qui non si parla di diritti e libertà. Si parla di incoerenza
del Partito Democratico. La politica non si fa con i sillogismi, ma ogni azione
ha una causa e una conseguenza. Spiego perché.
Qualche giorno fa l’ex segretario del Partito Democratico
Walter Veltroni rilasciava un’intervista a Repubblica dove dichiara che l’articolo
18 non è un tabù e che lasciare Mario Monti al centro destra porterebbe il Partito Democratico a una netta sconfitta alle prossime elezioni del 2013.
Stefano Fassina qualche ora dopo scriveva a L’Unità dichiarando che il Partito Democratico ha una linea solida sull’articolo 18, non si tocca.
E invita Veltroni a non rilasciare dichiarazioni “diverse” da quelle della
maggioranza del partito. Veltroni sull’articolo 18 ha ripetuto le stesse parole
del segretario Bersani di qualche giorno prima alla trasmissione Otto e mezzo.
Ritengo che Fassina deve limitare la sua arroganza. È vero
che la maggioranza del PD non vuole che venga minimamente modificato l’articolo
18, ma questo non deve limitare la libertà di pensiero e opinione di un
dirigente che la pensa in maniera diversa. Anche se ha il sostegno della
maggioranza del partito sulla linea economica, non significa che la sua parola
è sacra. Inoltre come non dare ragione a Veltroni riguardo le prossime
politiche? Bastano due dati: la fiducia nei partiti è del 4%, la fiducia nel
governo Monti è del 60%.
Ieri Fassina annuncia la propria presenza alla
manifestazione Fiom (oggi rimette la scelta della sua partecipazione). Il manifesto della Fiom, dove si spiegano i motivi della
manifestazione, dice “La manovra del governo Monti per il suo carattere
recessivo, l’allungamento dell’età pensionabile, per la cancellazione delle
pensioni di anzianità, per un aumento dei prezzi e delle tariffe che riduce al
limite il potere di acquisto dei salari e delle pensioni è inaccettabile..”.
Quanto dice la Fiom è condivisibile o non condivisibile. Il
fatto è che il PD ha condiviso con il voto alla Camera e al Senato la manovra
Monti.
E allora Fassina sarebbe andato, e Orfini va, a manifestare contro il
Partito Democratico? Sì. Essendo il Partito Democratico partito di sostegno,
che senso ha scendere in piazza a manifestare contro un governo che si
sostiene?
Quindi il Partito Democratico in Parlamento ha una linea (Montiana?
Liberal? Veltroniana? Lettiana?) mentre all’interno del PD e nei giornali un’altra
(Bersaniana? Dalemiana? Fassiniana?).
Se il governo Monti mettesse al voto le modifiche all’articolo
18 come voterà il Partito Democratico? Seguendo la linea del responsabile
economico? E se verrà posta la fiducia? Il Partito Democratico si
assumerebbe la responsabilità di far cadere il governo per salvaguardare l’articolo
18?
Agli elettori la confusa sentenza.