Buonasera a
tutti.
Ringrazio
Siro per averci dato questa opportunità di confronto e mi auguro che questo sia
solo l’inizio perché abbiamo necessità di confrontarci più spesso. Così portiamo
fuori da facebook un confronto cercando di renderlo più costruttivo.
Mi sento
molto imbarazzato ad intervenire oggi in questo incontro. Sono molto
amareggiato e deluso per le scelte fate da un gruppo dirigente nazionale da cui
mi sento in questo momento distante. Ho sentito l’esigenza di scusarmi con coloro ai quali ho chiesto il voto per il
PD, e l’ho fatto al posto vostro. Forse non avete il coraggio o forse siete convinti
di essere dalla parte della ragione, e questo conferma il fatto che non siate
in sintonia con l’elettorato e tutto ciò non mi meraviglia considerati i
comportamenti che hanno portato alle scelte di questi giorni.
Facendo qualche
passo indietro e parlando solo della questione del Quirinale di errori ne avete
commesso talmente tanti che non sono riuscito neanche a trovare un film da
citare dove il protagonista le prova tutte per passare a miglior vita. Un suicidio
in piena regola.
Mentre gli
iscritti del Movimento Cinque Stelle hanno votato un uomo di sinistra, Bersani
accompagnato dal suo fans club andava da Berlusconi, Monti e Maroni a trattare
sul Presidente della Repubblica. Niente di strano, se non fosse che siamo in un’era
politica rivoluzionaria e se non si fossero dimenticati di incontrare i
grillini come ha detto il capogruppo Zanda.
Far scegliere
a Berlusconi il nome su una rosa di nomi decisa dai capi corrente del partito,
peggio di così non si poteva fare. Né una discussione nel partito, né una
discussione all’interno dei gruppi parlamentari. Li abbiamo sfottuti i
grillini, però loro sono e rimangono in sintonia con i propri elettori. Voi invece
nemmeno li consultate, o ascoltate. Perché a chiedere Rodotà erano in tanti del
PD, e hanno avuto la sfortuna di scriverlo su Facebook. Perché adesso il
problema è facebook, ma se avessimo mandato una raccomandata con ricevuta di
ritorno il problema diventano le poste italiane? O se vi avessimo telefonato il
problema sono i cellulari? Fatemi capire. Su facebook ci sono gli stessi che vi
hanno votato, che vi hanno fatto la campagna elettorale e ci sono gli stessi
che fanno parte degli organismi dirigenti.
Il problema
non è Franco Marini che personalmente stimo. Il problema è il metodo, ossia
cercare il Presidente con il PDL perché quel Presidente avrebbe dovuto fare il
governo dalle larghe intese. E quando Grillo ha messo sul piatto l’appoggio al
governo PD l’ha fatto pubblicamente, Berlusconi privatamente ma la posta in
palio era la stessa. E non mi pare che il nostro elettorato, ancora una volta
inascoltato, preferisca Berlusconi a Grillo. Anzi. Nonostante in 90 abbiano
detto no a Marini avete portato lo stesso Marini al voto. Il segretario Bersani
ritengo abbia sbagliato completamente il metodo di confronto e di proposta,
avrebbe potuto evitare molti malumori e la brutta figura al partito portando in
discussione in assemblea tutti e tre i nomi (Marini Rodotà e Prodi) e fare una
votazione dove il partito si sarebbe potuto unire sul nome scelto a
maggioranza.
Non voglio
assolvere i grillini dalle loro irresponsabilità perché ne hanno da vendere.
Andando
avanti nella crono storia, viene avanzata la candidatura del padre fondatore e
unico uomo ad aver sconfitto per ben due volte Berlusconi, Romano Prodi. Accolto
con una standing ovation, impallinato da 101 franchi tiratori. Tutto questo perché
c’era il rischio che i grillini convergessero alla quinta chiama su Prodi e
quindi sarebbe saltato l’accordo con Berlusconi. Ma gli stessi traditori non si
limitati a non votare Prodi, hanno rafforzato la posizione dei grillini votando
Rodotà e quella di Monti votando la Cancellieri. Chi ha organizzato tutto devo
ammettere che è stato geniale.
Alla fine
trovate l’accordo con il PDL su Napolitano e sulle larghe intese. Perché dire
no a Napolitano sarebbe stato difficile per tutti, sarebbe stata una sfiducia
al Presidente ancora in carica. Un altro colpo strategico da applausi. Ora, i
101 traditori hanno vinto ottenendo Napolitano e le larghe intese, si possono conoscere
i nomi o non hanno nemmeno il coraggio di uscire allo scoperto?
Bersani e
tutta la segreteria si dimettono, tranne Enrico Letta che non si sente
responsabile di tutto l’accaduto. E visti i buoni rapporti con il PDL, anche
per questioni familiari, reputo senza indugio i lettiani facenti parte della
carica dei 101. Essendo la carica più alta del partito, avendo buonissimi
rapporti con Monti e Berlusconi, Napolitano gli conferisce l’incarico di
formare un governo con chi abbiamo sempre combattuto. E mentre abbiamo impedito
a Bersani a inizio legislatura di percorrere questa strada che sta percorrendo
Letta, abbiamo anche confermato quella famosa formula del PDmenoL e dell’inciucio.
Come se non bastasse aver rivoltato come un calzino il risultato elettorale
delle primarie, Enrico Letta lo possiamo ricordare anche per alcune dichiarazioni
pubbliche come “meglio un voto a Berlusconi che a Grillo”, “Silvio Berlusconi è
un uomo che stimo”.
Inoltre:
«Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile» (Enrico Letta, 8 aprile 2013).
«I contrasti aspri tra le forze politiche rendono non idoneo un governissimo con forze politiche tradizionali» (Enrico Letta, 29 marzo 2013).«Non sono praticabili né credibili in nessuna forma accordi di governo fra noi e la destra berlusconiana» (Pier Luigi Bersani, 6 marzo 2013)
«Se si pensa di ovviare con maggioranze dove io dovrei stare con Berlusconi, si sbagliano. Nel caso io, e penso anche il Pd, ci riposiamo» ( Pierluigi Bersani, 2 ottobre 2012).
«Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano» (Dario Franceschini, 23 aprile 2013).
«Serve un governo del cambiamento che possa dare risposta ai grandi problemi dell'Italia. Nessun governissimo Pd-Pdl» (Roberto Speranza, 8 aprile 2013).
«Non dobbiamo avere paura di confrontarci con gli altri, ma non significa fare un governo con ministri del Pd e del Pdl. La prospettiva non è una formula politicista come il governissimo, è quel governo di cambiamento di cui l'Italia ha bisogno» (Roberto Speranza, 7 aprile 2013).
«Serve un governo di cambiamento vero ed è impensabile farlo con chi in questi anni ha sempre dimostrato di avere idee opposte alle nostre» (Fausto Raciti, 14 aprile 2013).
Quando un
politico dice che non ci sono altre soluzioni allora sarebbe il caso che
abbandonasse la politica perché nella politica ci sono sempre soluzioni,
diciamo che questa è quella più comoda.
A noi
elettori ci avete fatto firmare un patto, la carta di intenti. L’avete tradita,
avete cambiato idea e linea politica in una settimana. Avete distrutto l’alleanza
con il centro sinistra, abbiamo Napolitano segretario perché gli avete dato
carta bianca e Letta premier. Letta, non eletto con le primarie, è colui che ha
fatto abbastanza danni in Sardegna, tanto che è valsa più la sua parola che
quella del PD sardo. Inoltre il maggior azionista di questo governo sarà il PDL
e fateli i conti dei voti. Ne avevamo 120 mila in più della coalizione di
Berlusconi ma abbiamo perso SEL. Questo governo durerà quanto vorrà Berlusconi.
Trovo
incredibilmente assurdo che i deputati PD che non voteranno la fiducia a questo
governo devono essere espulsi o se ne devono andare. Non capisco perché lo deve
fare chi ha tenuto la linea politica della carta d’intenti. Se verranno espulsi
esco anche io da questo partito. Perché queste persone coerenti e che ascoltano
gli elettori non vanno lasciate sole, anzi devono avere il totale appoggio. Non
è che se un partito cambia linea
politica in una settimana (dopo averne approvata una chiara in direzione
nazionale) si può applicare la disciplina di partito. Che poi prima mi aspetto
l’espulsione dei 101 franchi tiratori. Del comunismo volete portare solo il
centralismo democratico, ma sicuri che i comunisti avrebbero fatto un accordo
di governo con le destre? Non mi pare.
Adesso
potete cercare mille scuse, raccontarci ancora tante favole. Io mi sono rotto
le palle di queste persone di sinistra che odiano la sinistra. Perché Rodotà
era un nome valido, di sinistra, laico. Non l’avete voluto perché è stato
proposto da Grillo. E allora se in questo momento piove e un grillino mi dice
che piove, che si fa? Gli si dice che c’è il sole o si apre l’ombrello? Sarebbe
ora che quelli di sinistra che odiano la sinistra si levassero di torno. Si
faccia un governo di scopo istituzionale e senza leader politici con una data
di scadenza come nel latte o nelle medicine. Legge elettorale, allentamento del patto di stabilità, fondi per
la CIG e si torni al voto. E se sappiamo già che andiamo a perdere, preferisco
perdere dignitosamente che essere ricordato come uno che fa parte di un partito
che ha governato con
Berlusconi.