Se avessi avuto diritto di voto negli organismi dirigenti del Partito Democratico e il segretario avesse portato la proposta di un'alleanza con Sardegna Possibile avrei votato no.
Quindi nessun matrimonio extraconiugale, di sicuro con Sardegna Possibile in consiglio regionale qualcosa insieme si sarebbe potuta fare visti gli innumerevoli punti del loro programma molto simili a quelli del centro sinistra del 2009.
Capisco l'amarezza di tutte queste persone che si sono impegnate per un progetto poi bocciato dagli elettori. Ma la politica e la democrazia funzionano così, si vince e si perde. Perché il falso ideologico lo mette in gioco Michela Murgia quando dice che loro erano fino in fondo liberi, mentre quelli del PD no.
La libertà è un valore di tutti di cui nessuno ne detiene l'esclusiva. La libertà ce l'hanno sbattuta in faccia gli elettori quando uno su due non è andato a votare.
La libertà è anche decidere di uscire da una comunità per farne parte di un'altra. Ci avete dimostrato voi di Sardegna Possibile cosa significa essere liberi, ossia abbandonare i partiti per una candidatura con voi.
La libertà è anche impegnarsi per un'idea e per un progetto da anni e non da sei mesi. Quando il Partito Democratico girava la Sardegna con la conferenza programmatica (di cui alcuni candidati di Sardegna Possibile hanno condiviso il percorso) Michela Murgia non conosceva neanche ancora cosa significava la differenza tra autonomisti, sovranisti e indipendentisti.
Noi siamo abbastanza liberi, soprattutto noi del PD che non ce le mandiamo a dire. Che ce le diciamo e anche troppe e sempre pubblicamente. Perché quella del PD è una comunità e anche la libertà ha bisogno di regole e di democrazia. La libertà non è una religione dove si venera un dio (o un leader).
Ci dica, Michela, a quanto la vende al chilo la libertà? (Ah, paghiamo in euro, non in sardex)