19/12/13

non si lasciano le battaglie a metà

A leggere in questi giorni i renziani LGBT mi vengono i brividi. Perché li conosco, con loro ci ho parlato spesso, li ho ascoltati e li ho letti.
Se la prendevano per piccole cose, anche quando il segretario Bersani non citava i diritti degli omosessuali nella relazione all'assemblea, e se le prendevano per cose più gravi come quella famosa assemblea dove la Bindi fece quel casino (ve la ricordate tutti, non sto qui a scriverne ancora).

Poi Renzi non nomina un componente dell'assemblea che si occupi di diritti, né degli LGBT né degli immigrati, né delle donne. E tutti in silenzio.
E accettano anche le civil partnership alla tedesca dopo anni di battaglie per il matrimonio per tutti. Dicono che sia meglio poco che niente. Ma sui diritti continuo a pensare che non ci siano compromessi che valgano. Sono diritti. Punto.

Sinceramente sono stanco di vivere in un'Italia dove il meglio poco che nulla è diventata una filosofia di vita. E sinceramente sono stanco di persone e politici che mollano le battaglie umane e civili perché avranno poco, che è meglio di nulla ma che non è quello per cui sino a ieri hanno lottato.