"Io spero vivamente che accetti e volevo dare un consiglio a Bersani. Senza ironie, senza battute. Seriamente. Potrebbe essere un punto di incontro: voti la Gabanelli anche lei. Ci pensi Bersani, ci pensi. Potrebbe essere veramente l'inizio di una, chissà, collaborazione. Provi. Provi a votarla. E cominciamo da lì. Poi vedremo: rimborsi elettorali, legge anti corruzione, incandidabilità di Berlusconi. Magari troveremo una convergenza. Se non con lei, con i giovani del PD. Grazie per l'ascolto."Milena Gabanelli pare sia intenzionata a rifiutare l'incarico, Gino Strada sembra abbia già rinunciato. Il terzo nome più votato è Stefano Rodotà, nome che circola anche negli ambienti di centro sinistra da diversi mesi.
L'apertura di Grillo non può passare inascoltata ed essere ignorata. Bersani ha deciso da subito di aprire ai cinque stelle invece che alle altre forze parlamentari, e il programma di otto punti è chiaramente rivolto ai cinque stelle.
Quello di Grillo si può definire un vero e proprio assist a porta vuota. E lo stesso Beppe Grillo si smentisce da solo quando si appella a Bersani perché lo stesso appello poteva rivolgerlo anche a Berlusconi e a Monti, non sono tutti uguali. Era la sua arma in campagna elettorale, mettere tutti nello stesso calderone, Lista Civica, PDL e PD-elle. Oggi si ricrede e il veto cade.
Ora al PD e a Bersani spetta una scelta, scegliere tra un candidato Presidente della Repubblica che vada bene solo al PD e al PDL (Marini, Amato, D'Alema) oppure uno che va bene a PD e al M5S e che toglierebbe qualsiasi scusa per dire no al PDL (Rodotà).
Ci sono tutte le premesse per avere un buon Presidente della Repubblica e concretizzare quel programma di otto punti, magari con un pizzico di reddito minimo di cittadinanza.