11/08/12

Operazione Trasparenza.

La situazione finanziaria del Partito Democratico Sardo versa in una situazione gravissima, senza precedenti. Nell'ultima direzione regionale si è deciso di mettere cinque dipendenti in cassa integrazione in deroga.
A cosa è dovuta questa crisi finanziaria?
Non di certo al fatto che il tesoriere ha comprato diamanti o ha nascosto i soldi in Tanzania. Semplicemente ci sono stati tagli dei rimborsi elettorali del 50% e molti eletti non hanno versato. Mancano all'appello 240 mila euro di mancati versamenti.
Chi non è nel PD si starà chiedendo perché gli eletti debbano versare al partito. E' obbligatorio, è scritto nello statuto regionale e in quello nazionale.
Si è già deciso all'interno del PD Sardo che chi non sarà in regola con i versamenti non sarà ricandidato. E meno male. Però questo non risolve la situazione nell'immediato.
La proposta che faccio al partito è semplice: una tabella da pubblicare sul sito del partito dove verranno inserite le situazioni dei versamenti dei singoli eletti o appartenenti a enti, regionali e non, per conto del partito.
Ciò che in tanti dimenticano è che il partito è una cosa pubblica e non privata. E che sarebbe ora di tagliare il fascio e separare l'erba. E far notare agli iscritti, e soprattutto agli elettori, chi non rispetta le regole interne e chi evade a casa sua, immaginate fuori di casa propria.
Comunque, un consiglio: aspettate a quando fa fresco per parlare di politica.