D'altronde Civati si è fatto carico di portare avanti tutte le perplessità riguardo questo governo, un ruolo che spettava anche all'altra minoranza guidata da Cuperlo. Ma Cuperlo ha preferito esprimere perplessità riguardo l'incompatibilità del ruolo di segretario di partito con il ruolo di premier.
La questione più scandalosa riguarda la superficialità con cui politologi e giornalisti trattano la decisione presa oggi a Bologna dagli elettori e dagli iscritti al PD vicini a Civati. Politologi e giornalisti, appunto, che in vita loro non hanno mai preso parte ad un'assemblea con dieci persone per decidere una linea politica e rispettare le regole di convivenza in un gruppo, che per chi scrive e rappresenta solo sé stesso sono minchiate.
C'è da mettere in evidenza una cosa: qualunque decisione venisse presa da Civati e dai "civatiani" gli avvoltoi erano già pronti là fuori a sparare sentenze e a giudicare. Se si fosse astenuto sarebbe stato preso per l'infinito indeciso. Se avesse votato contro sarebbe stato preso per una persona in cerca di protagonismo. Se avesse votato a favore gli avrebbero scritto quella cosa "mi si nota di più se..".
È stata una decisione sofferta, una decisione complessa frutto di un ragionamento altrettanto complesso e articolato. La decisione che avrei preso io. Civati ha il compito di ricostruire la sinistra in Italia ed è l'unico che può aprire molti canali, con i delusi da Renzi, con i delusi da Cuperlo, con SEL e con i comunisti, con i piccoli partiti e con i fuoriusciti dal Movimento Cinque Stelle. Nel PD e nella società italiana serve un'alternativa a Renzi, un'alternativa di sinistra. Civati è pronto, lo ha dimostrato e continuerà a dimostrarlo.
Un leader si vede anche da queste cose, ammettere le proprie perplessità e i propri dubbi, chiedere un confronto aperto e trasparente e decidere insieme quale sarà la linea. Per queste cose ci vuole coraggio e ci vogliono le spalle di un rugbista per farsi carico di tutto ciò che gli diranno nei prossimi giorni.
Non ci sarà un giornalista che scriverà "bravo" nel proprio editoriale, non ci sarà un politologo che proverà a spiegare agli elettori di cosa è frutto la decisione di Civati, non ci sarà un sostenitore di Civati non iscritto al PD che gli dirà di aver fatto una cosa giusta. Ma qualunque decisione venisse presa avrebbe scontentato una parte di elettori, e questa è la decisione che ne scontenta il meno possibile.