29/04/13

Il pazzo vestito bene che vien dalla Calabria

Nella giornata di ieri, mentre si riunivano a Perugia le migliori penne giornalistiche al Festival Internazionale del Giornalismo e a Roma giurava il nuovo governo, un pazzo vestito bene in giacca e cravatta che vien dalla Calabria con rapporti con la 'ndragheta, sparava sette - otto colpi di pistola a due carabinieri.

Quanto accaduto ieri è la diapositiva di un fallimento totale del giornalismo e della politica. Il giornalismo italiano è quello delle grandi sfide a chi lancia prima la notizia, anche se la notizia è totalmente sballata. La politica è quella del fallimento dei governi berlusconiani e dell'austerità montiana confluite in un governo delle larghe intese dove ne fa parte anche il Partito Democratico che non è riuscito a portare il cambiamento chiesto dall'Italia.

Mentre ascoltavo la diretta pensavo che se i migliori giornalisti stavano a Perugia significa che a lavorare ci stavano i peggiori. Non voglio fare luoghi comuni sul giornalismo ma o si accorgono che l'unico primato che serve in questo campo è la correttezza della notizia oppure la credibilità continuerà a sprofondare nell'abisso.

Gli hanno dato del pazzo, del malato mentale, senza conoscerlo. Nessuno sapeva chi fosse, eppure era già etichettato come pazzo. Ma appena si viene a sapere che è calabrese, una giornalista di La7 aggiunge che venendo da quei posti è sicuramente infiltrato con la 'ndragheta. In quella donna si è manifestato tutto l'antigiornalismo. Il più facile dei luoghi comuni, la sconfitta morale di un territorio che prova a debellare questo male. Secondo la giornalista, quindi, tutti i sardi sono dell'Anonima Sarda? Tutti i siciliani sono mafiosi? Secondo lei tutti i politici sono ladri? Tutti i preti pedofili? E non penso che questa volta le scuse ufficiali basterebbero. No, per nulla.

Ma il fondo è stato toccato quando hanno pensato bene di intervistare il figlio del pazzo vestito bene in giacca e cravatta che vien dalla Calabria. Puro sciacallaggio.

Non bastassero gli sconvolgenti commenti giornalistici, ci sono anche quelli politici.
Pura propaganda di alcuni, altri sgomentati dall'accaduto, altri meravigliati, c'è persino chi si scopre paladino della pace per un giorno.
Non c'è da rimanere meravigliati per un gesto che doveva colpire la politica e non l'arma dei carabinieri. Un gesto del genere si temeva da mesi. Davanti a un'Italia stremata dalle politiche fallimentari berlusconiane e quelle dell'austerità e del rigore del governo Monti. Un'Italia in ginocchio che ha perso le speranze di un futuro. La disoccupazione che cresce col passare del tempo, le chiusure di aziende ed esercizi commerciali vengono conteggiate al minuto, gli esodati e i pensionati che arrivano alla prima quindicina del mese.
Quei eroici paladini della pace per un giorno hanno dell'incredibile. Beppe Grillo che dice di ripudiare ogni forma di violenza ma nessuno dimentica le sue parole di odio e di violenza verso i politici. E il male è che non si tratta di una voce isolata. Ne ho sentiti tanti dire che quel pazzo vestito bene che vien dalla Calabria ha sbagliato mira, che sarebbe dovuto entrare dentro il palazzo a sparare. Li ho sentiti e li ho letti. O bastava fare un giro nella home di Facebook per capire che quanto successo non fosse nulla di grave, che l'infortunio di Zanetti è un dispiacere molto più grande.

Ma è facile prendersela con Grillo. Tutti dimenticano, sicuramente fanno finta di dimenticare, che Grillo è la conseguenza di quella pessima politica che ci ha accompagnato negli ultimi anni. Che Grillo non ha messo l'Imu, non ha aumentato le tasse, non ha rubato in politica. No.
Quel gesto condanna fermamente chi la politica l'ha fatta in questi anni. Perché il pazzo vestito bene che vien dalla Calabria ha deciso che quella pistola prima doveva ammazzare qualcun altro, non si è comportato come tutti gli altri suicida.

Mai avrei immaginato che Alemanno, condannato a otto mesi di carcere per lancio di molotov all'ambasciata russa, denunciasse l'accaduto. La destra italiana insorge perché le vittime di questo attentato sono due carabinieri. La destra italiana dimentica l'odio predicato a ogni comizio elettorale. E quando parlo di destra italiana non dimentico di certo la Lega. E si pensi che il ministro dell'Interno è colui che ha guidato la truppa di parlamentari del PDL a manifestare sotto il tribunale di Milano.

Non giustifico quel gesto perché la violenza e le armi hanno sempre torto. Ma sarebbe il caso che ognuno si facesse un esame di coscienza. Giornalisti che fanno a sfida a chi lo dice prima, politici che votano guardando il dito e non la luna, politici e comici che l'odio e la violenza li hanno sempre diffusi e mai osteggiati.

E la risposta della politica non è sufficiente. Quel governo delle larghe intese mai affronterà temi come la corruzione e l'evasione fiscale che impediscono la crescita economica, mai sogneranno di dare diritti a chi li deve avere e questo impedisce la civilizzazione della società. Il governissimo non è altro che il proseguo del governo dell'austerità e del rigore con persone meno competenti perché l'anno scorso nella precedente legislatura c'erano gli stessi attori, protagonisti e comparse. Non sono queste le risposte che il Paese attende. 

27/04/13

Quirinale e Governo. Il mio intervento di oggi.


Buonasera a tutti.
Ringrazio Siro per averci dato questa opportunità di confronto e mi auguro che questo sia solo l’inizio perché abbiamo necessità di confrontarci più spesso. Così portiamo fuori da facebook un confronto cercando di renderlo più costruttivo.

Mi sento molto imbarazzato ad intervenire oggi in questo incontro. Sono molto amareggiato e deluso per le scelte fate da un gruppo dirigente nazionale da cui mi sento in questo momento distante. Ho sentito l’esigenza di scusarmi  con coloro ai quali ho chiesto il voto per il PD, e l’ho fatto al posto vostro. Forse non avete il coraggio o forse siete convinti di essere dalla parte della ragione, e questo conferma il fatto che non siate in sintonia con l’elettorato e tutto ciò non mi meraviglia considerati i comportamenti che hanno portato alle scelte di questi giorni.

Facendo qualche passo indietro e parlando solo della questione del Quirinale di errori ne avete commesso talmente tanti che non sono riuscito neanche a trovare un film da citare dove il protagonista le prova  tutte per passare a miglior vita. Un suicidio in piena regola.

Mentre gli iscritti del Movimento Cinque Stelle hanno votato un uomo di sinistra, Bersani accompagnato dal suo fans club andava da Berlusconi, Monti e Maroni a trattare sul Presidente della Repubblica. Niente di strano, se non fosse che siamo in un’era politica rivoluzionaria e se non si fossero dimenticati di incontrare i grillini come ha detto il capogruppo Zanda.

Far scegliere a Berlusconi il nome su una rosa di nomi decisa dai capi corrente del partito, peggio di così non si poteva fare. Né una discussione nel partito, né una discussione all’interno dei gruppi parlamentari. Li abbiamo sfottuti i grillini, però loro sono e rimangono in sintonia con i propri elettori. Voi invece nemmeno li consultate, o ascoltate. Perché a chiedere Rodotà erano in tanti del PD, e hanno avuto la sfortuna di scriverlo su Facebook. Perché adesso il problema è facebook, ma se avessimo mandato una raccomandata con ricevuta di ritorno il problema diventano le poste italiane? O se vi avessimo telefonato il problema sono i cellulari? Fatemi capire. Su facebook ci sono gli stessi che vi hanno votato, che vi hanno fatto la campagna elettorale e ci sono gli stessi che fanno parte degli organismi dirigenti.

Il problema non è Franco Marini che personalmente stimo. Il problema è il metodo, ossia cercare il Presidente con il PDL perché quel Presidente avrebbe dovuto fare il governo dalle larghe intese. E quando Grillo ha messo sul piatto l’appoggio al governo PD l’ha fatto pubblicamente, Berlusconi privatamente ma la posta in palio era la stessa. E non mi pare che il nostro elettorato, ancora una volta inascoltato, preferisca Berlusconi a Grillo. Anzi. Nonostante in 90 abbiano detto no a Marini avete portato lo stesso Marini al voto. Il segretario Bersani ritengo abbia sbagliato completamente il metodo di confronto e di proposta, avrebbe potuto evitare molti malumori e la brutta figura al partito portando in discussione in assemblea tutti e tre i nomi (Marini Rodotà e Prodi) e fare una votazione dove il partito si sarebbe potuto unire sul nome scelto a maggioranza.
Non voglio assolvere i grillini dalle loro irresponsabilità perché ne hanno da vendere.

Andando avanti nella crono storia, viene avanzata la candidatura del padre fondatore e unico uomo ad aver sconfitto per ben due volte Berlusconi, Romano Prodi. Accolto con una standing ovation, impallinato da 101 franchi tiratori. Tutto questo perché c’era il rischio che i grillini convergessero alla quinta chiama su Prodi e quindi sarebbe saltato l’accordo con Berlusconi. Ma gli stessi traditori non si limitati a non votare Prodi, hanno rafforzato la posizione dei grillini votando Rodotà e quella di Monti votando la Cancellieri. Chi ha organizzato tutto devo ammettere che è stato geniale.

Alla fine trovate l’accordo con il PDL su Napolitano e sulle larghe intese. Perché dire no a Napolitano sarebbe stato difficile per tutti, sarebbe stata una sfiducia al Presidente ancora in carica. Un altro colpo strategico da applausi. Ora, i 101 traditori hanno vinto ottenendo Napolitano e le larghe intese, si possono conoscere i nomi o non hanno nemmeno il coraggio di uscire allo scoperto?

Bersani e tutta la segreteria si dimettono, tranne Enrico Letta che non si sente responsabile di tutto l’accaduto. E visti i buoni rapporti con il PDL, anche per questioni familiari, reputo senza indugio i lettiani facenti parte della carica dei 101. Essendo la carica più alta del partito, avendo buonissimi rapporti con Monti e Berlusconi, Napolitano gli conferisce l’incarico di formare un governo con chi abbiamo sempre combattuto. E mentre abbiamo impedito a Bersani a inizio legislatura di percorrere questa strada che sta percorrendo Letta, abbiamo anche confermato quella famosa formula del PDmenoL e dell’inciucio. Come se non bastasse aver rivoltato come un calzino il risultato elettorale delle primarie, Enrico Letta lo possiamo ricordare anche per alcune dichiarazioni pubbliche come “meglio un voto a Berlusconi che a Grillo”, “Silvio Berlusconi è un uomo che stimo”.
Inoltre:
«Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile» (Enrico Letta, 8 aprile 2013).
«I contrasti aspri tra le forze politiche rendono non idoneo un governissimo con forze politiche tradizionali» (Enrico Letta, 29 marzo 2013).«Non sono praticabili né credibili in nessuna forma accordi di governo fra noi e la destra berlusconiana» (Pier Luigi Bersani, 6 marzo 2013)
«Se si pensa di ovviare con maggioranze dove io dovrei stare con Berlusconi, si sbagliano. Nel caso io, e penso anche il Pd, ci riposiamo» ( Pierluigi Bersani, 2 ottobre 2012).
«Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano» (Dario Franceschini, 23 aprile 2013).
«Serve un governo del cambiamento che possa dare risposta ai grandi problemi dell'Italia. Nessun governissimo Pd-Pdl» (Roberto Speranza, 8 aprile 2013).
«Non dobbiamo avere paura di confrontarci con gli altri, ma non significa fare un governo con ministri del Pd e del Pdl. La prospettiva non è una formula politicista come il governissimo, è quel governo di cambiamento di cui l'Italia ha bisogno» (Roberto Speranza, 7 aprile 2013).
«Serve un governo di cambiamento vero ed è impensabile farlo con chi in questi anni ha sempre dimostrato di avere idee opposte alle nostre» (Fausto Raciti, 14 aprile 2013).

Quando un politico dice che non ci sono altre soluzioni allora sarebbe il caso che abbandonasse la politica perché nella politica ci sono sempre soluzioni, diciamo che questa è quella più comoda.

A noi elettori ci avete fatto firmare un patto, la carta di intenti. L’avete tradita, avete cambiato idea e linea politica in una settimana. Avete distrutto l’alleanza con il centro sinistra, abbiamo Napolitano segretario perché gli avete dato carta bianca e Letta premier. Letta, non eletto con le primarie, è colui che ha fatto abbastanza danni in Sardegna, tanto che è valsa più la sua parola che quella del PD sardo. Inoltre il maggior azionista di questo governo sarà il PDL e fateli i conti dei voti. Ne avevamo 120 mila in più della coalizione di Berlusconi ma abbiamo perso SEL. Questo governo durerà quanto vorrà Berlusconi.

Trovo incredibilmente assurdo che i deputati PD che non voteranno la fiducia a questo governo devono essere espulsi o se ne devono andare. Non capisco perché lo deve fare chi ha tenuto la linea politica della carta d’intenti. Se verranno espulsi esco anche io da questo partito. Perché queste persone coerenti e che ascoltano gli elettori non vanno lasciate sole, anzi devono avere il totale appoggio. Non è che se un partito  cambia linea politica in una settimana (dopo averne approvata una chiara in direzione nazionale) si può applicare la disciplina di partito. Che poi prima mi aspetto l’espulsione dei 101 franchi tiratori. Del comunismo volete portare solo il centralismo democratico, ma sicuri che i comunisti avrebbero fatto un accordo di governo con le destre? Non mi pare.

Adesso potete cercare mille scuse, raccontarci ancora tante favole. Io mi sono rotto le palle di queste persone di sinistra che odiano la sinistra. Perché Rodotà era un nome valido, di sinistra, laico. Non l’avete voluto perché è stato proposto da Grillo. E allora se in questo momento piove e un grillino mi dice che piove, che si fa? Gli si dice che c’è il sole o si apre l’ombrello? Sarebbe ora che quelli di sinistra che odiano la sinistra si levassero di torno. Si faccia un governo di scopo istituzionale e senza leader politici con una data di scadenza come nel latte o nelle medicine. Legge elettorale,  allentamento del patto di stabilità, fondi per la CIG e si torni al voto. E se sappiamo già che andiamo a perdere, preferisco perdere dignitosamente che essere ricordato come uno che fa parte di un partito che ha governato con Berlusconi.

26/04/13

Prima di espellere Civati e gli altri.

Prima di espellere Civati e gli altri dissidenti mi dovete spiegare alcune cose.

Perché ci avete fatto firmare la carta di intenti, che è il patto tra la coalizione e gli elettori.

Perché ancora non si conoscono i nomi dei 101 che hanno votato contro Prodi dopo averlo acclamato in assemblea.

Perché Enrico Letta non si è dimesso così come ha fatto tutta la segreteria.

Perché non sono state fatte le consultazioni con i grillini prima del voto per il Presidente della Repubblica.

Perché avete cambiato linea politica tra una direzione e l'altra e poi avete votato la conferma del cambio di linea politica.

Perché espellere chi chiede coerenza con la carta di intenti di Italia Bene Comune.

Perché avete votato contro Prodi.

Ecco, prima chiarite questa cosa e poi ce ne andiamo via anche noi insieme a Civati, Puppato e tutti gli altri se così volete.

25/04/13

Bella Ciao la conosciamo tutti.

Vengo a conoscenza solo oggi che i pesci d'aprile si festeggiano il 25 mentre la Liberazione dal fascismo si festeggia il primo di Aprile. Perché questo 25 Aprile sembra uno scherzo. 

Perché a guardarla bene la situazione è questa, tutti insieme appassionatamente alleati a guidare l'Italia con un Presidente del Consiglio scelto dal Presidente della Repubblica e un programma politico scritto da dieci saggi che se fossero così tanto saggi avrebbero governato meglio quando ne hanno avuto occasione. 

Che oggi non c'è da ricordare ma da riflettere. C'è da pentirsi, e parecchio. 
Che Bella Ciao la conosciamo tutti e fare il copia e incolla delle parole di un qualsiasi partigiano siam bravi tutti. E' a non farci i governi con quella gente là, che non sono tutti fascisti ma alcuni sì. 

Che anche la carica dei 101 devono riflettere oggi, e parecchio anche. Qualcosa che non va c'è in questo duemilaetredici. E di quel periodo c'è rimasta solo la crisi e le parole dei partigiani che vengono tirate fuori solo una volta all'anno come il vestito di Batman per carnevale. 

E sono solo da ringraziare quei partigiani perché oggi ognuno di noi può dire la sua, anche il grillino. E pazienza se il treno parte in ritardo, di sicuro questi treni ai campi di concentramento non ci arrivano. E scusate se è poco.


24/04/13

Dal governo Monti al teatro Capranica. La storia del PD.

In Italia si riescono a fare cose che in nessun altro Paese della via lattea riescono.

In tutto questo paradosso c'è il Partito Democratico come assoluto protagonista.
Scrivo questo pezzo tra risate e perplessità, purtroppo. La storia inizia qualche mese fa quando il governo Monti cade per mano del Caimano, come se in quattro portano un Santo in spalla, davanti ci sono uno dell'Udc e uno del Pd e dietro due del Pdl. Quelli del Pdl non chiedono il cambio, bensì decidono di far cadere il Santo anche se Monti di Santo ha ben poco.

Il Pdl si prende gli oneri di aver sfiduciato Monti anche se sfiducia mai ce n'è stata, mentre il Pd diventa il maggiore responsabile di quel governo tecnico e l'Udc ci costruisce la coalizione per le elezioni successive. Un colpo strategico da applausi, se non ci fosse l'Italia in piena crisi economica.

I partiti si organizzano. Il Pd fa un patto di alleanza con Sel, socialisti e Centro Democratico di Tabacci. Il Pdl trova l'accordo con la Lega e altri piccoli partiti. L'Udc forma il grande centro con Fli e Lista Civica di Mario Monti. E c'è anche un comico con un movimento di cittadini.

Il Pd fa le primarie per la scelta del candidato leader della coalizione. In campo il segretario Bersani, il segretario di Sel Vendola, il segretario di Cd Tabacci e i democratici Puppato e Renzi. La competizione si svolge in due turni dove alla fine la spunta Bersani contro Renzi.

Poco più in là il Pd fa anche le primarie per i parlamentari. Nonostante ci fosse ulteriore tempo, Bersani (consigliato sempre dai soliti volponi), indica come data utile il 30 Dicembre. Come se non bastasse si tiene una quota di parlamentari da nominare. Essi dovranno rispondere a delle caratteristiche importanti che gli elettori non sarebbero in grado di vedere.

Grazie alle primarie per i parlamentari entrano il 40% di donne e ci ritroviamo un gruppo parlamentare fortemente rinnovato. Ma Bersani non ha ancora scelto la sua truppa. E tra docenti universitari, magistrati, giornalisti e figure apparentemente più di destra che di sinistra, ecco spuntare nomi di fiducia dei vari capi sostenitori di Bersani. Enrico Letta, di cui parlerò alla fine, riesce ad avere più parlamentari da Bersani che dalle primarie. Per esempio.

Nel mentre la campagna elettorale procede. Il Pd continua a corteggiare Monti e ad attaccare Berlusconi. Berlusconi fa le solite promesse da campagna elettorale. Grillo riempe le piazze e conferma ogni volta la sua teoria che i partiti sono in via di estinzione e che sanno solo inciuciare. Ah, c'è anche Ingroia con una coalizione che mette insieme Di Pietro e i comunisti.

Le elezioni regalano un risultato incredibile. Pd, Pdl e M5S hanno pareggiato. Ma il Pd ha preso qualcosina in più e ha la maggioranza assoluta alla Camera e relativa al Senato. Bersani ottiene un incarico da Napolitano. Inizia la sua esplorazione che prevede la ricerca dei voti necessari per ottenere la fiducia.
Nel mentre Laura Boldrini e Pietro Grasso diventano presidenti di Camera e Senato. Gli elettori applaudono. Berlusconi no, mentre si vedono le prime spaccature nel M5S.

Bersani non ha i numeri, torna da Napolitano che, impossibilitato a sciogliere le camere in quanto c'è il semestre bianco, riunisce dieci saggi. Mentre l'Italia si chiede ancora cosa hanno di saggio Violante e Quagliariello, nel Pd inizia il caos. Bersani è arroccato con l'establishment del partito, ossia tutti quelli che hanno il posto nel governo garantito. Gli altri non sanno più che devono fare. Quindi senza indicazioni del segretario, i parlamentari fanno ciò che vogliono perché non c'è più una linea. I dieci saggi riescono a scrivere un programma politico.

Si va verso l'elezione del Presidente della Repubblica. Il M5S ha eletto (anche se con poco meno di cinque mila voti alle quirinarie) Stefano Rodotà, uomo di sinistra, fondatore del PDS e DS, sempre presente alle iniziative del Pd. Berlusconi vuole scegliere dalla rosa dei nomi del Pd. Il Pd avvia le trattative con tutti tranne che con il M5S. C'è da capire perché questo cambio di strategia dal momento che il M5S è stato inseguito per quaranta giorni. Grillo lancia un videomessaggio a Bersani dove dice che se il Pd voterà Rodotà il M5S potrebbe votare la fiducia a Bersani. Se non è un'apertura questa..

Comunque Bersani e il suo vice Enrico Letta, che lo segue come un'ombra, trovano l'accordo con Berlusconi, Maroni e Monti su un nome a sorpresa. Prima però ci sarebbe da capire cosa tutto prevede questo accordo. Bersani finalmente convoca i gruppi parlamentari e la coalizione intera e presenta la candidatura di Franco Marini, già osteggiata dai renziani prima che nascesse la candidatura stessa. Marini, bravo politico e brava persona, viene bocciato da Sel e da novanta parlamentari Pd. Nel mentre sui social network gli elettori e gli iscritti al Pd rumoreggiano. Nonostante i No arrivati dall'assemblea, Bersani porta comunque Franco Marini al voto. E Marini non trova i due terzi dei voti, necessari per eleggerlo. Gliel'avevano detto che non c'erano i numeri. E gliel'hanno detto i giovani eletti con le Primarie. Così il teatro Capranica diventa il teatro di questa soap opera. A questo punto si contano quanti voti avrebbe trovato Rodotà nel Pd e non sono sufficienti nemmeno a superare il quorum alla quarta chiama.

A questo punto viene avanzata la candidatura di Romano Prodi, fondatore del Pd e unico outsider ad aver sconfitto due volte Berlusconi. Quindi è passata la linea che non ci deve essere accordo con Pdl e Lega ma al massimo con Monti e soprattutto con il M5S visto che Prodi è uno dei dieci nomi usciti dalle quirinarie. In piazza iscritti ed elettori del M5S, di Rivoluzione Civile e del Pd e Sel si ritrovano in nome di Rodotà. Sul web sono soprattutto i democratici a chiedere Rodotà. I giovani democratici occupano le sedi di partito di tutta Italia.
Prodi viene accolto con una standing ovation da parte dei parlamentari Pd. Alè, partito nuovamente unito. Ma in aula mancano 101 voti dal Pd. Gli stessi che lo hanno acclamato. Prodi cade sui colpi dello stesso partito da lui fondato. Nel Pd è guerra, Bersani e la segreteria si dimettono. Anche Letta, sembra. Chi non ha votato Prodi sono quelli che volevano l'accordo con Berlusconi e anche quelli dei rancori tra Prodi e D'Alema.

Il Pd torna da Pdl, Lega e Monti e trovano l'accordo su Napolitano che viene eletto. Tra Marini e Napolitano cambia ben poco visto che non è il nome il problema ma il metodo, ossia l'accordo (inciucio) con Berlusconi.
A questo punto sarà Napolitano a fare il governo. Il Pd convoca la direzione nazionale dove viene deciso che il dimissionario Letta farà parte della delegazione che andrà da Napolitano. Nel mentre viene avanzata la proposta di un governo Renzi. E meno male per Renzi che la sua candidatura è morta sul nascere.

L'epilogo di questa storia è il seguente: Italia Bene Comune muore dopo cinquanta giorni, Napolitano è il segretario del PD perché è lui che detta la linea politica, Letta sarà il Premier e il governo sarà formato da Pd, Pdl e Lista Civica. Che quella cosa che farà Letta la poteva fare anche Bersani cinquanta giorni prima ma tutti gli chiesero di non farlo.
Se questo non è un paradosso.

23/04/13

Vi presento i miei.

Sono i miei amici di Facebook e i miei follower su Twitter che leggo e soprattutto ci dialogo e discuto.

Mi meraviglio chi pensa che sono persone del web. Sono persone che usano il web. E' diverso, e parecchio.

Perché avere un profilo Facebook o Twitter per dire solo che voti la Boldrini o Grasso non ha senso, ti becchi un centinaio di like e finisce lì.

Poi non mi dici chi hai votato in sei votazioni per il Presidente della Repubblica. L'urna è segreta, lo era anche qualche giorno fa quando hai votato il Presidente della Camera o del Senato.

Poi mi racconti quanto sei bravo e bello. Ma ignori i commenti; li snobbi tutti come grillini, demagoghi e populisti. E non ti accorgi che è questo l'errore commesso nei cinque anni appena passati.

E se ti mettono un like o ti retwittano ti senti fico, te ne vanti. Anzi, controlli i tuoi colleghi se hanno fatto di meglio. Fai una sfida senza dichiararla. Ma guai a dissentire.

Che poi dimentichi che la maggior parte di questi ti hanno votato, hanno votato il tuo partito. Sono quelli delle campagne elettorali. Mica poca roba.

Vi presento i miei, quelli che dicevano che per trovare un accordo con i grillini bisognava trovare una figura che andasse bene a entrambi perché Bersani, volente o nolente, non è la figura che andava bene.

Ed è inutile battagliare sul fatto che Bersani ha vinto le primarie, perché anche Rodotà ha vinto le quirinarie. E non è un grillino Rodotà, è un uomo di sinistra non voluto dal più grande partito di sinistra.

Che la maggior parte dei miei, anche semplici simpatizzanti, volevano Rodotà. Ma voi avete iniziato da Marini che i miei non volevano, che novanta dei vostri non volevano, che un centinaio di voi non hanno votato.

Che avete parlato prima con Berlusconi, Maroni e Monti e poi con i nostri parlamentari. E come se non bastasse Vito Crimi manco l'avete considerato.

Che avete organizzato tutto per finire con le larghe intese, ma come sempre con quelli di destra. Quelli che in campagna elettorale li insultate e che poi finite sempre con farci il governo.

Ve li presenterò i miei, al congresso (APERTO) e alle prossime campagne elettorali. E forse, oltre a contare i like leggerete anche i commenti.

P.s: chi non vota la fiducia al governissimo dicono che verrà espulso dal partito. Facciamo a scrutinio segreto così rimangono impuniti quelli che hanno impallinato Prodi?
P.s.2: è brutta cosa proporre Rodotà premier in modo tale che salviamo faccia e culo all'Italia e al PD?

21/04/13

L'apocalisse perché Rodotà è proposto dal M5S. Follia pura.

Ieri ho chiesto scusa a tutti coloro a cui ho chiesto il voto per il PD e l'ho fatto al posto del Partito Democratico e dei suoi eletti. Come ci ho messo la faccia in campagna elettorale ce l'ho messa dopo questi giorni vergognosi. Ma loro non ci pensano nemmeno poco poco a chiedere scusa, anzi, penso che si sentano dalla parte della ragione.
Ho chiesto scusa perché anche io mi sono trovato spiazzato da queste decisioni scellerate in pieno contrasto con la volontà dell'Italia. L'Italia si è unita in un coro unanime contro l'accordo PD-PDL.
Mi sono vergognato del mio partito. Ho ricevuto sms, email e tanto altro dove mi hanno chiesto spiegazioni che non sono stato in grado di dare. Dicevo solo di leggere il blog di Pippo Civati perché parole non ne avevo più, se non di incazzo.

Non votare Stefano Rodotà perché è il nome che propone il Movimento Cinque Stelle ha dell'incredibile. Eppure Rodotà il PD l'ha sempre invitato alle iniziative politiche d'élite. Rodotà viene dal PDS. Uomo di sinistra, talmente di sinistra che non accettò la fusione tra comunisti e democristiani, per dire.
Se piove e un grillino mi dice che piove posso dire il contrario? No, al massimo apro l'ombrello. Eravamo giunti a una svolta, l'apertura del Movimento al PD e a SEL.
Se la falce l'hanno lasciata a casa, il martello l'hanno tenuto per sbatterlo negli zebedei.

Andando con ordine, la proposta di Franco Marini non è stata votata da una grossa parte del PD (che l'ha detto la notte prima che non lo avrebbero votato in assemblea) perché faceva parte di un accordo con il PDL. Era il metodo sbagliato, non il nome. Infatti il PD ha avviato trattative con tutti, eccetto con il M5S.
Così alcuni giovani tentano di unire il partito su una candidatura che potesse andare bene anche a Monti e ai grillini, Romano Prodi. Ma a Prodi mancano cento voti del PD. Dico io, votare contro dopo che partecipi alla standing ovation in assemblea? Questo è tradimento al partito che ti ha eletto, al padre fondatore del partito che ti ha eletto e agli elettori di conseguenza. E l'hanno studiata bene i capi bastone perché non si è ancora capito chi è stato a votare altro. Sicuramente i dalemiani non l'hanno votato e poi c'è l'area popolare che ha votato Rodotà per rafforzare Grillo, impedire un accordo su Prodi con il PD, costringere il PD a tornare a dialogare con Berlusconi. Tattica geniale se non venissero usati i nomi di Romano Prodi e Stefano Rodotà.

Su Twitter e Facebook quasi tutti continuavano a chiedere di votare Rodotà e di evitare accordi con il centro destra.
Niente da fare, in pochi hanno ascoltato. Tanto chi vuoi che ci stia su Facebook? Il Blogger che scrive cazzate ogni giorno, il sindaco di campagna, l'assessore di Torino, quel tipo che organizza un laboratorio dove partecipano sessanta ragazzi, quelli là che appendono i manifesti in campagna elettorale. Insomma, snobbati. Snobbano chi si fa il mazzo in campagna elettorale e chi fa parte degli organismi dirigenti. Ma se ne fregano. Ingoieranno anche questo rospo, pensano.

Così si torna al primo schema, Berlusconi sceglie uno di sinistra e lo votano tutti. A presentare il nome nuovo è Sandro Bondi, Giorgio Napolitano.
Cioè, il PD ha accettato di votare il nome indicato da Bondi. Un nome che ha trovato l'approvazione anche di Matteo Renzi, perché a lui interessa il nome e non il metodo. Napolitano, a 88 anni, è il nuovo presidente della Repubblica e almeno sulle foto per gli enti pubblici risparmiamo denaro perché possiamo usare quelle di sette anni fa.

Nel mentre il PD è al collasso, SEL esce da Italia Bene Comune, l'intera segreteria del PD si dimette. L'apocalisse perché Rodotà era proposto dal Movimento Cinque Stelle? Voi siete pazzi. Questa è follia, è un suicidio in piena regola.
Nel mentre Renzi diventa il capo espiatorio, è colpa di Renzi se il PD muore, Renzi fa gli inciuci con Berlusconi, Renzi non ha votato Prodi. Io non lo adoro, Renzi, ma ho un limite di obiettività e riconosco a Renzi che con tutta questa vicenda c'entra ben poco. E' stato chiarissimo dal primo giorno.

E' anche vero che il M5S poteva votare Prodi visto che si tratta di un nome uscito delle quirinarie, ma come loro, anche io trovo incomprensibile il fatto che il PD non voleva Rodotà.
Nel mentre arrivano i primi sondaggi dove solo un italiano su cinque è favorevole alla rielezione di Napolitano. Hai capito il cambiamento?

Ed eccoci qua con una coalizione distrutta, con il più grande partito in via di estinzione, con un uomo di 88 anni Presidente della Repubblica e con una manifestazione a Roma.
Ah già, a manifestare a Roma c'erano più elettori del PD che del M5S.

Che poi c'è da dire che Crozza continuerà a imitare Napolitano, e non farà ridere. C'è da ricordare che dopo i sondaggisti non fa più a fidarsi dei compagni e delle standing ovation. C'è da dire che a parte Civati nessun altro dichiarava il proprio voto chiama per chiama.

Soprattutto c'è da chiedere scusa, all'Italia, agli elettori di centro sinistra, a Prodi e a Rodotà. Ma questo forse avverrà solo tra qualche anno, quando a qualche giornalista verrà in mente di intervistare uno di questi dirigenti esperti in tattiche quanto Mister Maifredi.

19/04/13

Tu, proprio tu, sei una merda.

Dico a te che hai applaudito la proposta di Pierluigi Bersani, quella di Romano Prodi Presidente della Repubblica.
Tu, proprio tu, sei un vigliacco perché potevi dire che Prodi ti stava sul culo e che non lo avresti votato. Invece hai tradito il tuo segretario, il tuo partito e i tuoi elettori.
L'hai fatto per vendicare Marini? O D'Alema? L'hai fatto perché avevi l'accordo con qualcuno del PDL?

Urla al mondo che non hai votato Prodi. Urlalo. Ammettilo. Assumiti le tue responsabilità.
Sappi che hai distrutto un partito, un progetto, un sogno. Hai condannato il centrosinistra a perdere per i prossimi venti anni. Tu hai distrutto il lavoro di anni dei militanti, hai rovinato la credibilità di ognuno di noi che ci abbiamo messo la faccia anche per te.

Tu sei un vile. Abbi il coraggio almeno di chiedere scusa.
Vigliacco.

16/04/13

Scusa, Pierluigi, non siete tutti uguali.

Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, ha appena lanciato un appello al Partito Democratico e a Pierluigi Bersani.
"Io spero vivamente che accetti e volevo dare un consiglio a Bersani. Senza ironie, senza battute. Seriamente. Potrebbe essere un punto di incontro: voti la Gabanelli anche lei. Ci pensi Bersani, ci pensi. Potrebbe essere veramente l'inizio di una, chissà, collaborazione. Provi. Provi a votarla. E cominciamo da lì. Poi vedremo: rimborsi elettorali, legge anti corruzione, incandidabilità di Berlusconi. Magari troveremo una convergenza. Se non con lei, con i giovani del PD. Grazie per l'ascolto."
Milena Gabanelli pare sia intenzionata a rifiutare l'incarico, Gino Strada sembra abbia già rinunciato. Il terzo nome più votato è Stefano Rodotà, nome che circola anche negli ambienti di centro sinistra da diversi mesi.
L'apertura di Grillo non può passare inascoltata ed essere ignorata. Bersani ha deciso da subito di aprire ai cinque stelle invece che alle altre forze parlamentari, e il programma di otto punti è chiaramente rivolto ai cinque stelle.
Quello di Grillo si può definire un vero e proprio assist a porta vuota. E lo stesso Beppe Grillo si smentisce da solo quando si appella a Bersani perché lo stesso appello poteva rivolgerlo anche a Berlusconi e a Monti, non sono tutti uguali. Era la sua arma in campagna elettorale, mettere tutti nello stesso calderone, Lista Civica, PDL e PD-elle. Oggi si ricrede e il veto cade.

Ora al PD e a Bersani spetta una scelta, scegliere tra un candidato Presidente della Repubblica che vada bene solo al PD e al PDL (Marini, Amato, D'Alema) oppure uno che va bene a PD e al M5S e che toglierebbe qualsiasi scusa per dire no al PDL (Rodotà).

Ci sono tutte le premesse per avere un buon Presidente della Repubblica e concretizzare quel programma di otto punti, magari con un pizzico di reddito minimo di cittadinanza. 

15/04/13

Olimpiadi democratiche Roma 2013



Il buon Nico Stumpo* ha pensato bene di organizzare le Olimpiadi del Partito Democratico.
I giochi si svolgeranno in tutte le parti d'Italia anche se le premiazioni si svolgeranno a Roma. Dalla Sicilia a Milano, da Firenze a Bari.

Gli atleti sono divisi per correnti, ogni corrente è una squadra. Chi non ha una corrente non può partecipare.

Il primo gioco si chiama TuttiVsBersani. Il gioco consiste nel rilasciare un'intervista a un giornalista di un qualsiasi grosso quotidiano e dire l'esatto contrario di quello che dice Bersani. La regola più importante e che rende il gioco difficile è quella del non usare la parola non. Possono partecipare anche quelli che se ne vanno prima dalle riunioni di partito e che non sono a conoscenza di tutto quello che viene deciso e votato.

Il secondo gioco si chiama il Lancio dell'agenzia. Il gioco è a squadre. Le squadre dovranno lanciarsi le agenzie a vicenda. Sono validi solo gli insulti. E' severamente vietato insultare chi non fa parte delle Olimpiadi democratiche.

Il terzo gioco si chiama BerlusconiTVB. Il gioco consiste nell'elogiare Berlusconi. I concorrenti devono convincere la giuria che è giusto fare un accordo con Silvio Berlusconi usando la strategia che preferiscono. Non è ammesso lanciare agenzie. Approvata la modifica al regolamento che prevede l'uso di striscioni fuori dal comune.

Prima di compilare il modulo di iscrizione è bene avvisare i partecipanti che non vince nessuno ma perdiamo tutti.

(*) Nico Stumpo è il prestanome in quanto responsabile dell'organizzazione del Partito Democratico.

06/04/13

Proposta seria: referendum interno.



Questo partito è veramente strano. In direzione ci diciamo una cosa e dal giorno, ogni giorno, un parlamentare si sveglia e rilascia un'intervista dove dice il contrario di quanto è stato deciso, con votazione, in direzione.
Non è più sostenibile questa situazione di confusione totale.

Lo statuto del partito parla di un sistema di consultazione interna chiamato Referendum. Non sto qui a riportare gli articoli dello statuto. Chi ha interesse se li cerca.

Allora facciamo una cosa semplice.
Nella giornata di Domenica 14 Aprile 2013 si faccia questo referendum. Gli iscritti posseggono una tessera con codice identificativo univoco, ossia non esistono due tessere con lo stesso codice. La chiave del login per votare è questo codice.
Tutto questo per mettere a tacere da ora le perplessità di molti che hanno già paura di inquinamenti del voto. Se invece non possiede la tessera, è un elettore PD e ha votato alle primarie chiede tramite un modulo online, la chiave d'accesso per poter votare.

Il quesito è ovviamente:
Essendo tu, iscritto o elettore del Partito Democratico, sei d'accordo che il Partito Democratico e le forze del Centrosinistra in Parlamento facciano un'alleanza e/o accordo con le forze del Centrodestra guidate da Silvio Berlusconi?Sì - No.


Avete tutto il tempo per riformulare il quesito, scriverlo meglio, scegliere il font e la dimensione del carattere.
Prima di dialogare con chiunque, dialogate con gli iscritti.


Ultim'ora: stanno ordinando le lasagne!

Quanto successo nella giornata di ieri è una chiara dimostrazione della situazione sociale ed economica del Paese e di come politica e informazione abbiano capito ben poco. Scrivo queste due righe con una grande delusione e un gran sconcerto.

Mentre i parlamentari del Movimento stavano in un agriturismo per conoscersi meglio, una coppia, lui esodato e lei con una pensione minima, decide di togliersi la vita. Il fratello, dopo aver scoperto i corpi, decide di togliersi la vita.

Non me ne vogliano i grillini, loro non c'erano nelle istituzioni negli ultimi venti anni e sono responsabili di questa crisi quanto quella coppia che ha deciso di farla finita, ma la situazione di stallo voluta dal Movimento ritarderà qualsiasi provvedimento del Parlamento per salvare persone come loro, che sono veramente tante.

L'informazione non aiuta in tutto questo. Un qualsiasi telegiornale, ieri, ha aperto con la notizia di Grillo in un agriturismo. C'era una diretta continua di quello che accadeva. Gli inviati chiedevano la linea per qualsiasi stupida e insignificante notizia da quell'agriturismo.

Ecco, sta passando Vito Crimi.
Grillo è già qui. 
Il pullman è rosso e ha uno striscione No Tav.
Currò è assente.
Stanno ordinando le lasagne.

E la notizia del doppio suicidio per motivi economici passa addirittura in terzo piano perché al secondo c'è lo scontro tra renziani e bersaniani.
Sarebbe ora che il Movimento cambiasse strategia politica e decidesse di sostenere un governo del centrosinistra perché questa è l'unica via di salvezza. E sarebbe ora che l'informazione mettesse in primo piano le storie reali del Paese e non il gossip politico.

I partiti tradizionali non si sono accorti di cosa accadeva in Italia, è vero, sicuramente l'informazione non li ha aiutati in tutto questo.


Io scriverò se vuoi perché cerco un mondo diverso con stelle al neon e un poco d'universo mi sento un eroe a tempo perso. 



05/04/13

Il Piano R di Renzi.

Sbagliando si impara, dicono.
Spiegatemi allora perché Matteo Renzi continua a sbagliare. Lui stesso aveva ammesso di aver commesso molti errori in campagna elettorale per le primarie. L'arroganza verso gli amici e i compagni di partito, la visione americana della politica, battagliare contro il partito che per lui risulta essere l'unico nemico.

Ho letto mille volte l'intervista che ha rilasciato ieri e vedo nuovamente il Renzi delle primarie, quello antipatico. Dov'è il Renzi che si dice leale a Bersani? Dov'è il Renzi della campagna elettorale che è piaciuto anche ai bersaniani?

Mi racconti Renzi, ancora una volta, la favoletta che i renziani non esistono. Oppure me la raccontino i renziani. O gli ateniesi. Insomma, loro.

O si fa l'accordo con il Popolo delle Libertà o si torna al voto. Lui si dice pronto e aspetta che uno dopo l'altro inciampino.
Io ho visto Renzi, erano le Olimpiadi invernali del 2002. Si faceva chiamare Bradbury e il video lo trovate qua sotto. Il piano R è pronto.



02/04/13

I finanziatori di Renzi e i rischi della democrazia.

Matteo Renzi ha finalmente pubblicato i nomi dei finanziatori alla fondazione Big Bang, serviti per la campagna elettorale delle primarie.
Degli oltre 814 mila euro, poco meno di 450 mila euro sono pubblici. Dei restanti non si conoscono i finanziatori, per ora.

Il dato sconvolgente sono i soli 29 mila euro raccolti tra i piccoli finanziatori come militanti e fans. Invece ammonta a 100 mila euro la donazione di Davide Serra.
Questo dimostra che il cittadino italiano non ha la minima intenzione di finanziare la politica, nemmeno volontariamente. Al contrario, personaggi con grandi disponibilità economiche possono gestire la politica.

Questo dimostra che lo stesso Matteo Renzi si è sbagliato di grosso in campagna elettorale. I finanziamenti pubblici non possono essere aboliti, la politica diventerebbe cosa per pochi, ricchi. Ribadisco che l'Italia deve fare come è stato fatto in Brasile, abolire il finanziamento privato anche attraverso le fondazioni.

P.s: ma il Movimento Cinque Stelle quando deciderà di pubblicare i nomi dei finanziatori?

Amici di Matteo e la sinistra snobista.

L'abbiamo fatto ancora, il solito errore che commettiamo da quando è nata la sinistra. Come un ragazzo che mette il dito in bocca da bambino e continua a farlo nonostante gli schiaffi, il peperoncino sul dito e chissà quanti altri modi per spiegargli che sbagliava.

Matteo Renzi decide di andare da Maria De Filippi, ad Amici. Un talent show dove ragazze e ragazzi giovani  si sfidano in canto e in ballo. Un programma televisivo che continua ad avere un vasto pubblico nonostante esista da una decina di anni.

Ma noi, compagni e compagne di sinistra, lo snobbiamo quel programma che raccoglie i telespettatori che adorano quel tipo di televisione, per noi quelli sono berlusconiani ed elettori di Berlusconi. Noi siamo per programmi seri dove si parla di cose serie con gente seria.
Oooooh, quanto mi ricorda Nanni Moretti tutto questo.

E così quell'elettorato continuiamo a dimenticarlo, quelle persone che della politica gliene fregava qualcosina e che grazie al Movimento Cinque Stelle gliene frega tantissimo.

I soliti snobisti di sinistra che non intercettano i cittadini. Ma tant'è, Renzi parlerà a un pubblico strano ma che è qualche decina di milioni, i compagni continueranno in trasmissioni snobbate dagli italiani. Pensare che sia la vecchia sinistra a sbagliare?