11/06/13

L'Orgosolo che ho conosciuto io.

L'Orgosolo che ho conosciuto io è diversa da quella che conoscono nel mondo. Che poi è quella che conoscevo anche io fino al giorno in cui ci sono stato.

Facevo protezione civile, e grazie ad alcuni colleghi volontari, si era deciso di fare formazione a Orgosolo. All'inizio ero spaventato, come qualsiasi essere umano che ha conosciuto questa bella cittadina solo per le malefatte di Graziano Mesina.

Ricordo che appena ho scaricato la valigia in tenda, sono andato con alcuni colleghi a bere un caffè a su tzilleri. Lì non esiste il bar, ma su tzilleri. Il caffè scendeva sulla tazzina ma era già pagato. "Come già pagato?" chiesi. La barista ci indica il signore, barba bianca e lo scioppino sul tavolo. Lo ringraziamo. Lui ci invita a ripassare dopo per una birra insieme.

Orgosolo è una cittadina bellissima. I murales e le strade in pietra. Pulita e accogliente. Immersa nella natura, il verde attorno. Quel verde bellissimo, quella vegetazione ricchissima che mi vien male spiegarvi ma che sicuramente avete visto e apprezzato in alcune zone interne della Sardegna.

Così siamo tornati da quel signore con la barba bianca. La birra viaggiava a fiumi, non potevamo pagare e non si poteva rifiutare. Doveva accadere qualcosa di importante per poterci alzare, tipo la chiusura del bar o il cambio turno al campo di protezione civile. Ce ne ha raccontato di storie, dalla rivalità con i mamoiadesi alla sua vita fatta di sudore e sacrificio.

La gente di Orgosolo è davvero bella, accogliente e con tante storie da raccontare. Gente legata ai valori dell'onestà e del rispetto. La cucina, il dialetto, la cordialità.
Ma c'era anche un'altra faccia di Orgosolo. Quella dei turisti che andavano a conoscere Grazianeddu.

Ricordo le parole di un collega appena vide Mesina "betze frittu, andamoso a su tzilleri e si bufamoso una birra".