Ieri è stata senz'altro la giornata più grigia per il governo Letta. Tre importanti avvenimenti che modificheranno senza dubbio il proseguo di questo governo.
Alle dimissioni del Ministro Josefa Idem e alla condanna di Silvio Berlusconi, ai continui rinvii e alla mancanza di provvedimenti urgenti per il Paese, si aggiunge la sconfitta delle larghe intese.
Enrico Letta disse qualche settimana fa che la vittoria del PD alle amministrative era un rafforzamento delle larghe intese. Gli contestai subito questa convinzione, e con me tanti altri, soprattutto perché non c'è stato un candidato sindaco che avesse il sostegno sia del PD che del PDL. I due partiti erano alternativi in tutte i comuni in cui si andava al voto e a preoccupare Letta doveva essere il forte astensionismo.
Ieri a Ragusa si è celebrata la sconfitta delle larghe intese. Il candidato è Giovanni Cosentini, uomo vicinissimo a Totò Cuffaro a cui lo stesso Cosentini, per stessa ammissione, gli scrive una lettera ogni mese indirizzata al carcere di Rebibbia dove l'ex presidente della regione sta scontando una condanna di 7 anni per favoreggiamento a "Cosa Nostra".
Lo stesso Cosentini è stato il vicesindaco di Ragusa sino a qualche mese fa e il sindaco era un uomo di Forza Italia, oggi consigliere regionale passato alla corte di Rosario Crocetta. Ho detto già abbastanza di questi personaggi politici. Cosentini era sostenuto dall'Udc, dal PD e dal PDL che sono anche i partiti di maggioranza in parlamento.
Ha vinto il grillino Federico Piccitto con il 70%!
Per la felicità anche di molti democratici come Valentina Spata, a cui sono giunte le solite minacce di espulsione. Questa è la vittoria di Valentina e di tanti altri democratici contrari agli inciuci.
Però Enrico Letta non commenta questo risultato, eppure questo è l'unico caso nelle amministrative 2013 dove PD e PDL non sono alternativi ma alleati. Magari sarebbe anche il caso che qualche giornalista lo incalzasse su questa sciagura delle larghe intese.
Forse il caro Enrico è preoccupato della tenuta del governo dopo la condanna inflitta a Silvio Berlusconi, forse dovrebbe preoccuparsi di essere sostenuto da chi votò in aula che Ruby era minorenne.
I problemi sono tutti politici, un ministro che si dimette, il più grande alleato condannato, molti alleati che votarono per Ruby nipote di Mubarak e la sconfitta a Ragusa delle larghe intese. Questo governo ha le ore contate e Letta lo sa già.