11/06/13

M5%, Beppe & Adele.

Il M5S è diventato il M5%. Ma non si rendono conto degli errori commessi. "No, sono gli elettori che non capiscono" dicono. Teoria molto sfruttata nella Prima Repubblica che ha portato la nascita del Movimento di Grillo.
Sì di Grillo perché logo e copyright, gestione dei fondi del Movimento e tutto il resto è di Giuseppe Grillo. 

Era accattivante lo Tsunami Tour, poi si è dimenticato dell'ondata di ritorno, quella che riporta tutto in mare. E mai metafora fu più azzeccata. Grillo non ha calcolato l'ondata, e nemmeno quella di ritorno.

Darsi per vincenti a queste amministrative è da folli. Sembra quasi che Roma sia in provincia di Pomezia. Forse ammettere la sconfitta è roba da Prima Repubblica, come quella storiella raccontata all'inizio del post.

E così c'è chi prende il coraggio di uscire dal Movimento e chi, come la Senatrice Adele Gambaro, responsabilizza Grillo di questa sconfitta elettorale. 
La Senatrice Gambaro ha ragione due volte, il M5S ha perso e Grillo è il colpevole. 

Così Grillo replica lanciando un referendum per far decidere, sempre secondo regole strane, se è il gestore del blog che ospiterà il referendum (e che guadagna dagli accessi e i click) e il padrone del M5S (così come depositato in Tribunale) è il colpevole o meno dell'ondata di ritorno.

Poi ci ripensa e chiede alla senatrice di abbandonare il Movimento. Ma non è così, presto arriverà una lettera alla senatrice Gambaro da parte dell'avvocato di Grillo che le annuncerà l'espulsione come accadde anche per Salsi e Favia. 

Perché uno vale uno se esegue i comandi di Grillo. Quando uno pensa con la sua testa e non con quella di Grillo vale zero. E il tutto sta diventando ingestibile per Grillo. E lo dicono le urne, mica la rete.


L'Orgosolo che ho conosciuto io.

L'Orgosolo che ho conosciuto io è diversa da quella che conoscono nel mondo. Che poi è quella che conoscevo anche io fino al giorno in cui ci sono stato.

Facevo protezione civile, e grazie ad alcuni colleghi volontari, si era deciso di fare formazione a Orgosolo. All'inizio ero spaventato, come qualsiasi essere umano che ha conosciuto questa bella cittadina solo per le malefatte di Graziano Mesina.

Ricordo che appena ho scaricato la valigia in tenda, sono andato con alcuni colleghi a bere un caffè a su tzilleri. Lì non esiste il bar, ma su tzilleri. Il caffè scendeva sulla tazzina ma era già pagato. "Come già pagato?" chiesi. La barista ci indica il signore, barba bianca e lo scioppino sul tavolo. Lo ringraziamo. Lui ci invita a ripassare dopo per una birra insieme.

Orgosolo è una cittadina bellissima. I murales e le strade in pietra. Pulita e accogliente. Immersa nella natura, il verde attorno. Quel verde bellissimo, quella vegetazione ricchissima che mi vien male spiegarvi ma che sicuramente avete visto e apprezzato in alcune zone interne della Sardegna.

Così siamo tornati da quel signore con la barba bianca. La birra viaggiava a fiumi, non potevamo pagare e non si poteva rifiutare. Doveva accadere qualcosa di importante per poterci alzare, tipo la chiusura del bar o il cambio turno al campo di protezione civile. Ce ne ha raccontato di storie, dalla rivalità con i mamoiadesi alla sua vita fatta di sudore e sacrificio.

La gente di Orgosolo è davvero bella, accogliente e con tante storie da raccontare. Gente legata ai valori dell'onestà e del rispetto. La cucina, il dialetto, la cordialità.
Ma c'era anche un'altra faccia di Orgosolo. Quella dei turisti che andavano a conoscere Grazianeddu.

Ricordo le parole di un collega appena vide Mesina "betze frittu, andamoso a su tzilleri e si bufamoso una birra".