01/12/12

La fine dei gandhiani democratici.

Queste primarie stanno per giungere al termine. Ci siamo confrontati, ascoltati, letti, stretti la mano. Abbiamo fatto quasi tutti uno sforzo per non insultarci e picchiarci. Abbiamo provato ad essere rispettosi dell'avversario, ad applaudire la buona idea e limitarci a una critica quando quell'idea era sbagliata. Ma ci sono atteggiamenti e atteggiamenti. E non tutti siamo gandhiani, e non tutti siamo solo sostenitori.

In queste primarie c'è anche tanta rabbia. La rabbia di chi pensava che le illusioni nella politica fossero finite. Che quella stagione berlusconiana, fatta di bugie e favole che finivano in tragedia, fosse giunta al termine.
Per tre anni tanti democratici hanno riempito le piazze, i teatri, le assemblee e i circoli  per confrontarsi e mandare su a Roma idee per governare bene la prossima volta. Perché si sa, che ora tocca a noi.

E vanno ringraziati i democratici perché loro al bar, al lavoro, in famiglia e anche in chiesa, spiegavano perché era importante un governo Monti. Questi democratici hanno allentato la tensione. Hanno evitato manifestazioni violente come in Spagna e in Grecia. E non possono essere trattati a pesci in faccia. Quell'apparato, di cui parlano tutti, è un partito organizzato radicato sul territorio che ha deciso di premiare il lavoro svolto.

E' inaccettabile per tanti democratici vedere il loro lavoro, fatto di chilometri, di studio e ascolto spazzato via da promesse di una persona che il governo l'ha visto solo in televisione (come tanti di noi d'altronde).
Un partito che ha messo davanti a tutto e tutti le regole. Quelle stesse regole che vanno rispettate e che i militanti fanno di tutto per rispettarle e farle rispettare. Posso definirmi anche io contrario a impedire a chi non ha votato al primo turno di votare al secondo turno, ma le regole si definiscono prima, non tra il primo e il secondo tempo.

E come pensate che possa reagire il democratico più gandhiano dell'intero partito? Male. Purtroppo male. Reagisce, attacca per difendersi e difendere a un progetto a cui ha aderito cinque anni fa. Perché a un democratico gli puoi dire anche stronzo che lo intasca e sta zitto, ma non prenderlo in giro perché allora reagisce e fa danni.
Sono i più calmi a fare danni e io, che calmo lo sono sempre stato, reagisco di istinto e mi trovo in seria difficoltà a sostenere un incantatore di serpenti che le regole le interpreta a modo suo.

E oggi proverò a calmarmi, a mettere in evidenza quanto di buono ha fatto Pierluigi Bersani. A fare campagna elettorale solo per lui.
Perché in questo governo ci vuole gente che dice la verità. In questo governo non vogliamo illusioni e favole, che come ho detto prima si sa come vanno a finire.