20/12/11

Lista Arcobaleno.


E' un periodo nero per l'Italia, lo dissi qualche giorno fa. Neri fascisti che ammazzano Uomini, neri. Torinesi neri dentro che incendiano campi, rom. Nazifascisti Neri che creano liste Nere e ci mettono dentro Donne e Uomini coloratissimi.

Una donna di quella lista penso di conoscerla. Non ho mai avuto occasione di conoscerla di persona. Ho capito, forse, chi è da quello che scrive, da quello che dice. Parlo di Ilda Curti, Democratica. Assessore alle politiche d’integrazione, rigenerazione urbana, arredo decoro e bagni pubblici al Comune di Torino. Ho sempre seguito Ilda nel suo spazio Facebook, ho spesso messo Mi Piace nei suoi post.

Una donna che si batte per i diritti degli immigrati. Lei vuole la moschea a Torino. Questa è la causa per cui è finita nella black list dei NaziBlackItalianMan.

Non la fa' tanto tragica:

Noi siamo di più. Noi appartenenti alla razza umana, intendo. Quelli che si guardano negli occhi e si riconoscono. Siamo di più, ma rischiamo di dimenticarcene. Di abituarci alla banalità del male che come un germe corrode intorno e sgretola i consorzi umani. Dalle singole parole, ai gesti apparentemente innocui fino ai gesti violenti. Non dimentichiamocene. Costruiamo argini, anticorpi, dighe. Tutti i giorni: individualmente, collettivamente, politicamente. Grazie a tutti. Per la solidarietà, l'affetto, lo sdegno. Siamo di più.



Cara Ilda,

non sei sola, no. Siamo in tanti, siamo tutti. Hai presente un pollice che sfiora il suo indice? Ecco togli quello spazio che sta tra quelle due dita, il resto dello spazio siamo tutti noi.

Non ti conosco, non ho mai avuto il piacere di conoscerti. Ti seguo con attenzione su Facebook, per giovani come me sei un modello. Voglio essere anch'io in quella lista, in quella lista colorata perché di nero ha solo l'autore. Voglio essere vicino al tuo nome anche se Curti e Solinas sono lontani anagraficamente. Non voglio che il tuo nome sparisca da quella lista. No. Voglio esserci anch'io, vogliamo esserci tutti.

Di minoranze è pieno il mondo, dentro i partiti, nei parlamenti, nei condomini. Ho sempre rispettato le minoranze, anche perché ne faccio spesso parte, ma questa minoranza nazifascista no.

Siamo tutti fratelli e sorelle, siamo tutti cittadini del mondo. Se toccano te, toccano anche me.
 
La Prossima Italia che voglio è con Ilda Curti e la lista Arcobaleno, ove tutti ne facciamo parte.

Con affetto e la stima di sempre, Mirko Solinas.



19/12/11

Prossima Fermata Sardegna. Un anno fa.

La tessera di partito la rinnovo da circa sette anni. Politica attiva solo da un anno. E se quel diciannove dicembre duemiladieci non fossi andato a Prossima Fermata Sardegna, avrei rinnovato la tessera come gli anni precedenti, la classica tessera passiva.

È stato il periodo più brutto della mia vita. L’infortunio al ginocchio che mi ha costretto a indossare un gesso di venti chili per due mesi. La scomparsa di mio nonno, di quei nonni che ti fanno da papà. Sono periodi bui difficili da superare. Non sapevo, sinceramente, perché ci stessi andando.
Una classica domenica di dicembre, sportiva. Birra e calcio. Il Natale alle porte. Scilipoti e company avevano appena dato la fiducia a Berlusconi.

Ricordo la faticaccia nell’attraversare in stampelle la piazza di Oristano, qualche passo indietro c’era lui. Quell’uomo che poco dopo sarebbe diventato uno dei miei migliori amici (termine non politico). All’ingresso uno di quelli con la faccia da continentale che fumava. Nel cartellino c’era scritto Pippo Civati. Non sapevo chi fosse. L’ho salutato come avrei salutato qualsiasi giovane del PD.
Sempre saltellando con le mie fedelissime stampelle, varcai la porta del teatro Garau e incontrai una donna che un giorno sarebbe diventata la mia migliore amica, Laura.

Mi ricordo di un certo Thomas, dell’immensa Selma, del gentilissimo Gianni, della bionda Giovanna. Avevo avuto persino la prova che Massimo Marini non era un falso profilo, esisteva ed esiste. E poi Luca Mereu, Roberto Mirasola, Daniela Falconi, Alessandra Zidda, Stefano Sotgiu... erano in tanti e belli da ascoltare.
Custodisco ancora gelosamente il pass di Prossima Fermata, anche se Massimo Marini ha una pessima calligrafia e il mio nome è scritto con malavoglia, è appeso in stanza a fianco al dipinto del Che.

Proprio in questi giorni spulciavo i video degli interventi. Ho rivissuto quei momenti. Si è parlato di tutto, in modo costruttivo. Come dimenticare “tutti conoscete Giorgio, i continentali si informino”.  Gallus che parlò di un tema a me fedelissimo, l’open source. E poi il mondo universitario sassarese di Alessandra Zidda e quello cagliaritano di Marco Meloni, due atenei diversi con identici problemi, la riforma Gelmini.

In quella giornata è sbocciato l’amore tra me e la politica, tra me e il Partito Democratico. Lì avevo capito quanto e come potevo dare al partito. Lì mi resi conto che il Partito Democratico non è Bersani, non è Franceschini, non è Veltroni. Erano giorni duri, di delusione verso il partito. Di quei giorni dove pensi di voler abbandonare.
Rimasi colpito dalla forza dei militanti, della gente. Lì nacquero amicizie e conoscenze che ancora oggi conservo e sono la maggior parte di loro che mi stanno accompagnando in questo mio percorso di crescita e conoscenza.

Un anno fa avrei detto così. Oggi direi tutt’altro.

Loro non erano rottamatori, no. Loro erano costruttori. Non esisteva biglietto per salire sul treno. Non esistevano controllori. Non esisteva carburante. Non esistevano carrozze separate. Non esisteva macchinista. Tutti macchinisti, tutti passeggeri, le idee di tutti facevano camminare quel treno, non c’erano prima, seconda e terza classe.

Ritengo che la Conferenza Programmatica debba prendere spunto da Prossima Fermata nell'inclusione e nella partecipazione dei militanti e dei cittadini. Fuori è pieno di civilissimi.
Franziscu apri il cancello per favore.


Auguri Gianni Sanna.

18/12/11

Le varietà del nero.

"L'uomo nero ti porta via"
Con questa frase i grandi impongono la paura ai bambini, il ricatto. Questo fantomatico uomo nero malvagio ci porta via se non mangiamo la pappa o non facciamo i compiti. Salvo che da bambino non ti appassioni di calcio e t’innamori dei gol di qualche brasiliano o africano come Pelè o Weah e allora sai che l'uomo nero è buono. A quel punto il genitore si rassegna, capisce che l'uomo nero non fa' paura, allora sostituisce l'uomo nero con le streghe. Le streghe ti portano via. Poi si arriva alle elementari e qualche maestra strega la incontri.
Peccato che gli uomini neri esistano e le streghe no. E questo è il limite tra realtà e fantasia che sfugge al genitore e che semina il razzismo nei piccoli.
A me sinceramente da bambino faceva paura Michael Jackson, quelle pupille nere e grandi, la pelle talmente bianca che nemmeno le statue di cera hanno quel colore. Quando compariva in televisione, scappavo in bagno.

Oggi ho altre paure, le classiche paure che un giovane può avere. Le paure di un sardo, le paure di un italiano. Le paure di un essere umano. Non sto qui a elencarle perché se riflettete, un attimo sono le paure condivise da tutti.
Ho paura, anche, del razzismo.
E ho paura del leghismo.
Perché loro dicono di essere perfetti. La convinzione gliela lascio, il resto no. Eppure il verde è così bello. Il verde è natura, il verde è speranza, il verde è uno dei tre colori della bandiera italiana. C'è chi ruba il bello per renderlo brutto, come quello che ruba la parola libertà (la parola più bella del mondo E.D.) e la colloca nel nome del suo partito. Ladri di parole.
E nemmeno loro, i leghisti, sono tutti uguali. C'è un sindaco della Lega Nord, Bof di Tarzo. Lui non è come gli altri. Lui paga le rate alle famiglie degli immigrati di Tarzo. Lui agevola l'integrazione e ha portato i bambini neri all'asilo.

Se ti sposti in una regione vicina, trovi un campo rom avvolto dalle fiamme. Le fiamme di una vendetta per un reato mai commesso. E' facile dire che è stato un rom, anzi due, a violentare una giovane ragazza. Una bugia che scatena l'inferno a Torino. Non solo, anche il luogo comune. Eppure quando quella ragazza americana fu accusata di un omicidio, l'Italia non dichiarò guerra agli Stati Uniti. Non ricordo nemmeno un italiano picchiare uno svizzero perché l'evasore italiano ha depositato la sua ricchezza segreta in una banca svizzera. E' troppo facile prendersela con chi è indifeso. In Italia funziona così: è sempre colpa dell'emigrato o del rom. Così com’è sempre colpa del comunista.

E poi ci sono loro, due giovani senegalesi, che lavoravano per sopravvivere. Stavano lì, come ogni giorno, al mercato di Firenze. Un fascista spara a bruciapelo. Ammazzati perché neri. Eppure il nero è il colore dei fascisti.
La colpa di essere neri. Non è una colpa avere la pelle nera, la colpa è essere neri dentro, essere nero fascista.
E' loro la colpa se siamo in crisi, è loro la colpa se aumentano i reati, è loro la colpa se non c'è più lavoro. Eppure non hanno nemmeno un diritto. Non sono cittadini, sono neri che soggiornano clandestinamente in Italia. L'Italia.

 Rocce taglienti come coltelli, pungenti come spille ad accoglierli. Dietro la collina il volto del futuro. La faccia della libertà sognata si presenta come col profilo di un plotone di gendarmi col manganello in mano. [E.D.]

E' fin troppo semplice essere fieri a essere italiani quando Grosso segna il rigore contro la Francia e vinci il mondiale.
E' fin troppo semplice essere fieri a essere italiani quando Pantani vinse il tour de France o quando la Rossi vinceva il motomondiale.
E' fin troppo semplice essere fieri a essere italiani quando la Gioconda e Benigni premio Oscar.

Poi ci dimentichiamo di essere umani. Ci dimentichiamo quando il nero puzza dopo aver attraversato a piedi nudi il deserto senza un goccio d'acqua e affronta un'attraversata in mare di giorni in una piccola barca con le onde più alte di loro, i lamenti dei bambini, la luna che non c'è, le donne che partoriscono lì. E qualcuno si confonde nel nero del mare.

Popolo di emigrati che non riconosce la varietà del nero. Il nero è buio. E il buio si è posato sull'Italia, e sta a noi riportare la luce.

15/12/11

Generazione Dinosauri.

Dopo aver letto il regolamento congressuale dei Giovani Democratici, approvato ad unanimità, vi permetto di accostarmi qualsiasi aggettivo, tranne giovane democratico.
Posso anche permettevi di accostarmi a qualche capo bastone, anzi creerò un sondaggio dove sarete voi a sceglierlo. Ovviamente sono esclusi quelli di area popolare.
Dicono che la democrazia ha un costo, non so, tipo dieci euro in più per la sola tessera PD.
E guai a chi si permette di dare del "vecchio" a Bersani o a Enrico Letta. Loro sono giovani a confronto, direi che frequentano l'asilo.
E guai a chi chiede il ricambio generazionale, fermatelo ai trentenni, non andate oltre. Si rischia il giro di boa e si torna al vecchio.
Renzi, a confronto di Raciti, è un giovane politico in erba. E non scherzo, no.
Raciti non è solo, c'è la direzione al completo che appoggia questa linea, minchia. Raciti, l'uomo di cui non si sa ancora con quale percentuale è stato eletto in quanto non ci sono ancora i dati ufficiali delle primarie del 2008.
Hai voglia di combattere anche nei GD. Basta e avanza il PD, dove a confronto sembra di stare in un parco giochi.

13/12/11

Novecento di Baricco. Punti di vista.

Novecento di Baricco è stato il mio libro letto. Un bellissimo libro che coinvolge e che fa' innamorare della lettura il lettore. Un libro da esordio, piccolo, leggero.
Ogni lettore vede ciò che vuole in un libro. Prendiamo, per esempio, la storia del Titanic. I romantici hanno seguito con più attenzione la storia d'amore tra i due protagonisti, gli ingegneri hanno osservato come è naufragato il Titanic, mentre i sociologi le differenze tra le classi sociali.

In un questionario che ho compilato qualche settimana fa' mi è stato chiesto se mi sentissi prima italiano, sardo o europeo. Risposi sardo. E da sardo che voglio raccontarvi cosa ho voluto leggere in Novecento di Baricco.

Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento è stato abbandonato pochi giorni dopo la nascita sul pianoforte della sala da ballo di prima classe sul piroscafo Virginian. Venne trovato da un marinaio di colore che lo adottò. Nessuno sapeva dell'esistenza di questo bambino, come un'automobile mai immatricolata. Otto anni dopo, il giovane marinaio morì e Novecento a soli otto anni si ritrovò per la seconda volta orfano. Fece già una cinquantina di volte l'avanti e indietro dall'America all'Europa. Il comandante tentò di portarlo in un orfanotrofio, ma lui rimase nascosto per ventiquattro giorni, sin quando un giorno si udì il suono del pianoforte di prima classe, dove stavano radunati passeggeri ed equipaggio che ascoltavano meravigliati la musica del bambino misterioso. Da qui iniziò la sua carriera da pianista, pianista da mare. Non è mai sceso dal piroscafo, ci provò una volta ma si fermò a metà della scaletta. E disse:"...un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. TU, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere." Poi aggiunge ricordando quel giorno, quando tentò di abbandonare la nave e l'oceano per trasferirsi sulla terra ferma: "Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi, che non finiscono mai... è questa la verità, allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio."

Immaginate noi sardi, noi in un'immensa nave, la Sardegna. Noi nel nostro piccolo. Nel nostro piccolo, o quasi piccolo, paese. Noi che abbiamo il panettiere di fiducia, noi che sappiamo dove cresce il porcino, dove cresce l'asparago. Noi che andiamo nella solita spiaggia. Noi che viaggiamo da un paese all'altro senza navigatore. Noi che il sole lo nasconde solo la montagna più alta.

E penso che ognuno di noi si è sentito spaesato il primo giorno fuori dalla Sardegna. Immaginate quelle grandi città con quell'odore terribile, con il sole nascosto dal grattacielo. Quelle città dove un panettiere vale l'altro, dove il barbiere più bravo è quello che costa di più. Quelle città dove il porcino lo compri surgelato e l'asparago è così grosso e lungo che non sembra un asparago. Noi abituati a vedere le piante di fico d'india al bordo delle strade, noi che sappiamo che la pietra del muretto a secco non si può toccare. Noi che se ti giri a sinistra vedi un gregge di pecore pascolare e se ti giri a destra vedi lo stessa immagine vista quando ti sei girato a sinistra.

Ne siamo tutti convinti, lo sappiamo, che il nostro seggiolino giusto è questo. E' quello della Sardegna. Un pianoforte con un numero limitato di tasti. Ma in quel seggiolino, forse, non si è mai seduto un bravo pianista.. anche se la nave continua a galleggiare. Già a galleggiare, senza mai navigare.

12/12/11

Avanzi di stipendio e primarie. Quando l'autolesionismo supera ogni limite.

Oggi ne ho per tutti.
Dopo la discussione su Facebook tra militanti e parlamentari e dopo la direzione regionale inizio a preoccuparmi seriamente. E non mi preoccupo della laurea che dovrei prendere, non mi preoccupo del lavoro che non ho, non mi preoccupo della pensione che non vedrò. Sono problemi di uno su tanti questi. Il vero problema è la politica che è di tutti. Il vero problema è del Partito Democratico che è di tutti.

Questa mattina ho assistito alle dichiarazioni di alcuni parlamentari (p minuscola più che meritata) che non si vergognano dell'avanzo di cinque mila euro al mese, forse lo spiego meglio così: 5000 euro.
Ma io chiedo loro, ma avete visto in che situazione è l'Italia?
Se non si ha un titolo di studio non può pretendere di avere cinque mila euro di stipendio, ma la maggior parte dei laureati sono disoccupati. E allora invito questi signori e queste signore ad organizzare un dibattito con la popolazione e dire che non si vergognano dei loro 5000 euro di avanzo. Lo spieghino agli operai dell'Alcoa, della Vinyls, dell'Euroalluminia. Lo raccontino ai cassintegrati, lo raccontino ai giovani soprattutto.
Eppure è così semplice: cinque mila euro, otto viaggi in aereo gratis al mese e il portaborse, o segretario, a carico dello Stato. E non raccontate la favoletta del vitalizio. Lo sappiamo che il decreto è valido solo dalla prossima legislatura.

Oggi in direzione regionale si è parlato della manovra Monti e delle Primarie per Parlamentari e per i Consiglieri Regionali.
Mentre sulla manovra possiamo dibatere per ore e ore, sulle Primarie potremo anche dibatere per le prese in giro mi urtano molto. E ciò non è riferito ne alla Segreteria ne al Segretario Lai. E' riferito a tutti coloro che pubblicamente le vogliono e sotto muovono le acque per non farle. Che un dirigente nazionale presenzi ad una direzione regionale è un piacere, che venga a dettare legge mi urta. Ieri c'era un certo Nico Stumpo, non lo conoscevo. Mi è stato descritto come un uomo di fiducia di D'Alema. Non mi ha meravigliato questo.
Ha fatto le conclusioni sminuendo il lavoro che stiamo portando avanti. Il riassunto del suo intervento è giocate pure con le primarie che tanto decidiamo noi a Roma. 

Non è bastato vedere 19 parlamentari abbandonare il Partito Democratico durante l'ultimo governo Berlusconi.
Non ci basta mai, autolesionisti.
Chi ha mandato/portato Stumpo? Che senso ha che un dirigente nazionale viene in Sardegna a smontare il nostro lavoro? Le nostre idee..
Ascolta Nico, Stumpo.. minci!

10/12/11

Una classica festa paesana a Gonnosfanadiga.

Non so voi, ma a Gonnosfanadiga ci sono una quindicina di patroni, una ventina di santi protettori e una cinquantina di feste religiose. Per l’occasione la via principale, via Porru Bonelli, viene chiusa al traffico.. non dei stupefacenti. Solitamente il gonnese inizia la sua passeggiata di dieci chilometri (cinque salite e cinque discese) dalla piazza principale. L’arrivo del gonnese è previsto mediamente intorno alle diciassette, gli anziani soggiornano lì senza pausa pranzo, i giovani dagli undici ai quindici anni arrivano intorno le quindici nella speranza che le giostre siano già in funzione. Mentre i primi giovani dai sedici ai venticinque anni arrivano al calar del sole, ma portano comunque gli occhiali da sole onde evitare abbagli dei lampioni.

Solitamente il primo che si incontra è il ragazzo dei palloncini. Questo individuo ha come caratteristiche un berretto girando indietro, una giacca in jeans, una sigaretta nella mano sinistra. Con la mano destra sfila i palloncini gonfiati ad elio dalla struttura in ferro. Attorno a lui si sentono pianti di bambini dai ventiquattro ai centoventi mesi. Onde evitare piagnistei il comune di Gonnosfanadiga ha deliberato il divieto di passaggio pedonale per bambini e genitori. Infatti potranno passare ad almeno due cento metri di distanza e dovranno tenere una benda agli occhi. Piena soddisfazione per nonni e genitori.

Successivamente arriva il gruppo di uomini anziani sopravvissuti al quindici-diciotto, alla seconda querra mondiale, guerra del Vietnam, lavoro in miniera e governo Craxi. Essi portano un abito che varia dal grigio al verde militare, ma anche marroni. Hanno una camminata lenta e sono disposti in fila orizzontale occupando l’intera carreggiata, marciapiedi compresi. Gli argomenti preferiti variano dalle guerre alla fame del quindici-diciotto, ma gli acciacchi sono l’argomento preferito. La loro presenza è udibile da centinaia di chilometri a causa del loro continuo sputare catarro. Infatti dopo il loro passaggio i gonnesi si ritrovano in un campo minato. Addirittura gli skater si divertono con delle discese mozzafiato come uno slalom gigante. Già dalle diciannove sarà raro incontrare questo stereotipo gonnese.

A breve distanza la sfilata di moda delle zitelle, o meglio le quarantenni single. Profumo eccessivo, gonna, tacchi, calze autoreggenti, scollature. Sono loro, inconfondibili. Esse si dividono in due sottogruppi: modelle e dinosauri. Mentre le prime sanno camminare perfettamente sui tacchi, le seconde sembrano autentici dinosauri dalla camminata. Infatti, secondo le voci paesane, pare che i dinosauri stanno seguendo il corso da modelle dalle amiche. Lanciano sguardi provocanti, quando passano loro la musica si ferma, gli uomini non fanno a meno di guardare le over quaranta cacciatrici. I mariti dopo dieci secondi si ritrovano con la cinquina sulla guancia destra. I papà fanno scivolare dalle mani dei bambini le caramelle per raccoglierle successivamente e dare una sbirciata sotto la gonne. Nel caso non fossero ancora papà o i bambini non posseggono in quel momento caramelle ecco scivolare dalle tasche accendini, sigarette, monete, cellulari, portafogli, chiavi dell’auto e persino, ma raramente, bracciali in oro.
Gli uomini single invece seguono la mandria femminile delle zitelle come il cane del cartone animato del gatto Silvestro con la bistecca.

Al lato della strada ci sono le bancarelle. Il classico vucumprà è snobbato dal gonnese che, invece, preferisce ascoltare a scrocco la musica anni sessanta o sarda del rivenditore di audiocassette. Il rivenditore di audiocassette parla sempre in sardo. Se volete divertirvi con lui chiedetegli se ha l’audiocassetta in blue ray dei Nirvana o di Rihanna. Vi risponderà “ita asi pappau?” (cosa hai mangiato?).

Più in là c’è il caddozzone. Personaggio amato dal pubblico in quanto compositore e rivenditore di panini con wurstel, salsiccia e cipolle. Il termine caddozzone ha una radice storica sarda, da caddozzo, sporco. Esso è noto per la capacità di essere igienico nonostante poco prima abbia urinato e sistemato la marmitta della paninoteca ambulante. Inoltre ignora l’amuchina nonostante poco prima si fosse pulito il naso con le mani e spolverato un po’ di forfora nel vostro panino. Il cliente non bada a questi dettagli e a volte chiede il panino con un tocco di forfora. Inimitabile e onnipresente.

A Gonnosfanadiga ogni centodue metri trovate un bar. I bar si differenziano per i tipi di clientela. Alle feste paesane c’è un bar che accoglie il peggio del peggio in un unico bar della via principale. Questi individui hanno un odore misto tra sudore accumulato da qualche giorno e birra. Dopo pranzo sono rintracciabili anche quelli che odorano di sudore e vino. Questi individui parlano spesso di caccia, murature e donne. Le parole “cazzo” e “minchia” sostituiscono soggetti, avverbi, articoli e a volte, ma non capisco come, i verbi. Immaginate instaurare un dialogo con loro. Altra pregiatissima parola è itasinnanta, non è volgare e soprattutto non ha una traduzione ben definita in italiano. Il tipico grezzo frequentatore di bar è in grado anche di fornirvi tanti ingredienti per la vostra cucina, nel loro bagagliaio potete trovare asparagi, funghi, lumache e cicoria. I prezzi sono buoni. Ovviamente augurano a qualsiasi tipo di donna una notte di sesso in modo grezzo e volgarissimo.

Se fate qualche passo in avanti trovate il signore del torrone. Questo signore è un uomo gentile e cortese, talmente buono che quando appezza il torrone piange perché pensa di fargli del male. È l’unico in tutta la Sardegna che ammette che il suo torrone non è di Tonara. Rarità. La moglie è gentile quanto il marito e quando si accorge che un bambino ruba una caramella gliela regala.

I diciottenni vanno ancora oggi alle feste paesane nonostante il loro snobismo per tutto e tutti. Rimangono affezionati alle feste in quanto da bambini hanno sempre dovuto partecipare. Questi fighissimi si muovono sempre in branco, appena uno è da solo lo vedi al telefono scrivendo un sms classico ad un componente della propria cricca: dove sei?
Capelli gelatinati, giubbotto gonfiato, pantaloni legati con la cinta all’altezza del sedere, occhiali da sole e scarpe che sembrano carri armati. Prendono a calci qualsiasi cosa si trova per terra. Anche nel loro habitat è frequente la parola “cazzo”. Se li cercate sono al gioco del fucile a pallini. Nonostante siano consci che il montepremi del gioco è un pupazzo, ci lasciano cento euro al giorno e non ne ho mai visto uno col pupazzo in mano. Inoltre sono rintracciabili anche nel gioco del lancio del disco sul bicchiere. Non si accorgono che gli stessi premi ci sono da vent'anni.

Infine, l’ultima categoria delle feste paesane sono le coppiette. Camminano lentamente, mano presa. I giovani parlano di matrimonio, gli adulti di bambini. Ogni dieci passi si danno un bacio. L’uomo lo da’ nei pressi dei bar, la donna nei pressi del peruviano che vende borse. Quelli con figlio/a a carico hanno sempre la stessa posizione nei dieci chilometri. Lui spinge il passeggino, lei guarda le bancarelle. Nel caso il bambino riesce a camminare il papà lo porta alla bancarella delle caramelle, lei parla con un’amica. Nel caso lui è cacciatore ogni trenta metri incontra un compagno di caccia. E la discussione si fa’interessante, dal cinghiale sbagliato nel novantaquattro alle cartucce fiocchi, passando per la pernice uccisa nel lontano ottantotto. Le mogli o fidanzate invece si scambiano il numero di cellulare per organizzare nei giorni di caccia una tombolata tra donne.

09/12/11

Tennico da bar.

20 Settembre 2011. Entro in chat su Facebook e saluto il nuovo calciatore del Cagliari Calcio, Victor Ibarbo.
M "Hola Victor".
V " Hola Mirko".
M "Felicidades, eres muy bueno."
V "gracias"
M "Tengo curiosidad por ver en el ataque como el primer punto. Jugar como Suazo"
V "aja".

Non so' se è grazie all'esperienza decennale di Football Manager, ma Ibarbo ha tutte le caratteristiche per giocare da prima punta.
Nemmeno lui mi diede ascolto tanto che stavo per mandare una mail a Ficcadenti.
Il classico tennico da bar?
Beh, avevo ragione. Due partite da punta e un gol fantastico. Dribbling, velocità e potenza. Come il miglior King Suazo.
Oggi anche Suazo dice di rivedersi in Ibarbo.
Sarà il caso che diventi allenatore?

8 Dicembre 2011, l'Imucolata.

Su facebook, come da un mese a questa parte, si formano i comitati ProImu, NoImu, ProImuCei, NoImuCei. Ieri sono nate la ProImuCgil e la NoImuCgil. Divertente dibattito. Da una parte chi sostiene che i sindacati devono pagare l'Imu (Imu è brutto, fa' più tendenza Ici) in quanto tutti devono pagare, chi ha di più paghi di più. Dall'altra i NoImuCgil, secondo questo gruppo per lo più comunisti, la Cgil è più sacra della chiesa. Loro difendono i lavoratori (-_-') ecc ecc.

Finita la discussione ecco il comunicato stampa della Cgil: noi paghiamo da sempre l'Ici. Ora voglio vedere se i NoImuCgil hanno il coraggio di mandare avanti la loro battaglia, oppure si renderanno conto di aver detto una marea di cazzate? Ah già, io devo crescere e sono un demagogo. Però avevo ragione. E allora SPECCHIO RIFLESSO!

Questa è stata l'Imucolata 2011.

07/12/11

Dieci scuse per non pagare l'Ici. Dimmi la tua.

Si discutte tanto in questi giorni sul ritorno all'Ici sulla prima casa e sull'immunità dalle tasse della Cei. Ecco dieci scuse che potreste utilizzare nel caso qualcuno viene a chiedervi il conto da pagare. Si accettano ulteriori suggerimenti.

1. La mia casa è stata benedetta ogni anno dal parrocco, pertanto è un luogo sacro e come la Chiesa non devo pagare l'Ici. Ogni volta devo dare un'offerta minima di dieci euro.

2. Mio zio è un prete e la casa è a nome suo. E se non è prete lui, sono prete io.

3. La casa è in vendita, domani compro una chiesa. Magari una campestre.

4. Questo è un luogo di culto personale. E lei mi sta disturbando.

5. Sta venendo il falegname a montare un confessionale, può sembrare una chiesa?

6. Nelle chiese ci sono le candele, la bibbia, una statua di Gesù, una statua della Madonna, il rosario, un piano,  un microfono, il vino e il pane. Anche a casa mia ci sono, perché dovrei pagare?

7. Non ho mai avuto l'I-Mobile, sono fedele all'I-phone.

8. Mia mamma in questo momento non c'è, è in chiesa.

9. Mio figlio fa' il chirichetto.

10. Ma anche nella Casa del Grande Fratello pagano l'Ici?

E' chiaro che..?

E' chiaro che la manovra non ci piace?
E' chiaro che al posto di sparare a zero su Monti e altri leader stiamo lavorando per rendere la manovra più equa?E' chiaro che i nosti alleati sono i cittadini?
E' chiaro che se fossimo andati ad elezioni l'Italia sarebbe crollata economicamente?
E' chiaro che non è tempo per gli ideali ma è tempo di salvare l'Italia?
E' chiaro che in 20 gg non si può porre rimedio alle cazzate di venti anni?
E' chiaro che se il PDL vota contro la manovra non verrà approvata e saremo di punto e a capo?
E' chiaro che attaccando il PD recuperate uno zerovirgola?
E' chiaro che il partito più grande del centro sinistra è il PD e non si fa' mettere i piedi sopra dagli alleati?
E' chiaro che ci sono due strade parallele, una con Monti e una per le prossime elezioni?
E' chiaro che se fossimo andati ad elezioni avremo vinto ma senza i civilissimi avremo fatto solo una marea di cazzate?
E' chiaro che se stessimo governando noi lo staremo facendo ripartendo da zero nella totale miseria?
E' chiaro che noi non ci nascondiamo dietro ad un uomo, ma che ci sono gli organi dirigenti che prima di decidere qualsiasi cosa si riuniscono?
E' chiaro che nel nostro logo non c'è il nome del capo?
E' chiaro che siamo l'unico partito al mondo con un segretario eletto dal popolo?
E' chiaro che non andremo ad elezioni con il Porcellum?
E' chiaro che alle prossime politiche andremo con le primarie per i parlamentari? E gli altri?

Quando avrai chiarito questi passaggi allora puoi tornare a confrontarti sulla linea del Partito Democratico.


06/12/11

Master and Boh!

Oggi l'Onorevole del Partito Democratico Francesca Barracciu ha presentato un'interpellanza urgente al Presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e l'assessore del Lavoro Antonio Angelo Liori riguardo il Master and Back. Meglio dire Master and Boh. Back all'era Soru.

I dati sono spaventosi. Nel 2009 vennero stanziati dalla Giunta Soru 65 Milioni per 900 percorsi di Back. La Giunta Cappellacci ne ha stanziati soltanto 6 milioni di euro che permettono il percorso di Back soltanto a 83 giovani a fronte di una richiesta di 330 giovani. Inoltre rimarranno inoccupati in 500 sugli 800 che hanno fatto richiesta.

Inoltre il vice segretario del Partito Democratico della Sardegna ha lavorato con il Comitato Master and Back, sinonimo di collaborazione tra politica e società, percorso intrapreso dal partito da qualche mese. E' questo che chiediamo e che vogliamo: apertura ai civilissimi, dialogo e confronto. La Barracciu ha intrapreso al meglio questo sentimento civile e democratico e sono molto contento di questo.

Intanto mi viene un pensiero, che cosa pensano i Giovani Democratici di questa situazione? Che si vuole fare? Parlare con il comitato? Organizzare un'iniziativa dove si apre un tavolo di confronto? Una tematica così giovanile non può essere ignorata dai Giovani Democratici.
L'Italia sono Anch'io. Ma anche la Sardegna sono Anch'io.

Giovani Dinosauri, Discendenti o Diroccati?


Leggo nel gruppo aperto di Facebook uno status di Giuliano Usai, Giovane Democratico:
"Congresso" dei Giovani Democratici: Primarie si, primarie no... Facciamo scegliere agli iscritti se vogliono o meno le primarie, così ci leviamo sto dente... Io, non le voglio. E penso di poter dire che sono una buffonata. Nel 2008 sono stato il più votato in tutta Italia in termini percentuali alla primarie dei GD. Nel mio collegio ho preso il 98% dei voti. Nulla di simile in tutta Italia e neppure in Bulgaria!!! Ma non le rifarei per niente al mondo perché so cosa c'è dietro le primarie. Meglio che votino solo gli iscritti. Inutile scimmiottare gli statunitensi. Anche loro scelgono i dirigenti di partito "in casa"; Le primarie le usano solo per i candidati nelle istituzioni.

Inizio a pormi seriamente il problema se sono talmente giovane che potrei tornare all’asilo e sono talmente vecchio da chiedere la pensione.
Questo discorso lo posso accettare da un qualunque democratico che fa’ politica da quarant’anni. Lo potrei comprendere se fatto da un over 80. Ma da un giovane assolutamente no. Il Partito Democratico sta affrontando mille battaglie per le primarie. Siamo l’unico partito al mondo con un segretario scelto dal popolo, dai cittadini. Le Primarie sono sinonimo di democrazia, il valore principale, direi padre, del Partito Democratico.
Primarie è anche sinonimo di partecipazione, di inclusione, di apertura. Come può un giovane mettersi di traverso d’innanzi a certi valori?
Se solo penso che dirigenti anziani vogliono le primarie e che alcuni giovani le rifiutano mi viene il panico. Mi viene il panico perché dai Giovani Democratici dovrebbe nascere la nuova classe dirigente. E il Partito Democratico domani sarà in mano a giovani come Giuliano Usai che ha scritto di essere contro le Primarie.
Provate voi a spiegargli che il PD e i GD devono essere la casa di tutti e non di pochi. Spiegategli che se ci sono dei brogli di mezzo alle Primarie andrebbe modificato il regolamento. Ditegli che quella D dell’acronimo di PD e GD non significa ne Dinosauri ne Discendenti o Diroccati.
Dobbiamo crescere, non decrescere.

traMONTIamo? riMONTIamo? sMONTIamo?

Non sono ne un economista ne un politologo. Ma sono un cittadino italiano, un militante del Partito Democratico, un elettore, un giovane che si impegna ma che è consapevole che il proprio futuro lo decidono a Roma.
Che piaccia o no, dirò la mia, come sempre ho fatto e aldilà di quanto pensano e dicono i rappresentanti istituzionali del mio partito.

Non potevamo aspettarci una riforma di sinistra. Non possiamo aspettarcelo da un economista, ne da un Presidente del Consiglio sostenuto dal Pd quanto dal Pdl, più dal Pdl che hanno la maggioranza. Le hanno vinte loro le elezioni, mica noi.
Non mi piace questa manovra. Non mi piace la riduzione agonizzante delle province. Dicevamo qualche giorno fa’ che il mercato del lavoro si migliora aggiungendo diritti ai lavoratori, non togliendoli. Stessa questione per le province. Già i dubbi sull’utilità delle province, abolendo le giunte e i numeri democratici la loro efficacia nel territorio diminuirà alquanto.

Se n’è parlato tanto nei giorni scorsi. Spese militari, chi ha di più paghi di più. Tutto condivisibile. Tutto contrario a ciò che ha fatto Berlusconi in 17 anni e fino a che la destra di Berlusconi ha in questo parlamento la maggioranza non possiamo chiedere a Monti di attuare politiche di sinistra. Perciò questa manovra va’ accettata momentaneamente. Poi subito una legge per abolire il Porcellum (per il Referendum si dovrebbe aspettare troppo) ed elezioni. Certo, tecnico è tecnico, ma senza maggioranza rimane un tecnico sterile.

Stefano Murroni - Stati Generali della Cultura

L'unico giovanissimo che interviene a Roma agli Stati Generali della Cultura del Partito Democratico. E' Stefano Murroni, 21 anni, giovane amministratore di Mogoro (Or).
Emozionato nel parlare in un evento di tale caratura, Stefano ha descritto la situazione scolastica del Nord Sardegna dove a sei anni gli studenti sono già pendolari. Non ha perso occasione per ricordare il Made in Sardinia di alcuni personaggi della cultura italiana, da Gramsci a Berlinguer, da Lussu a Deledda passando per Dessì. Standing Ovation quando dice "scusate se per la seconda volta cito Renato Soru, ma è stato il miglior governatore che la Sardegna abbia mai avuto." Nella seconda parte dell'intervento spiega cos'è il Master and Back e invita tutta l'Italia a importare questa genialata della giunta Soru. Infine lancia lo slogan A NOI IL MASTER AND BOH NON CI PIACE.

L'Italia sono Anch'io. Villamar.

Villamar. 26 Novembre 2011.

Il Partito Democratico di Villamar e i Giovani Democratici del Medio Campidano hanno organizzato oggi la prima del tour che vedrà impegnati i Giovani Democratici sardi in tutta la Sardegna nella raccolta firme de “L’Italia sono anch’io”.
I saluti del Segretario Provinciale dei Giovani Democratici Eliana Tatti che fa’ un po’ il mea culpa “siamo partiti da un paese dimenticato dai Giovani Democratici, Villamar. Parte da qui il nostro viaggio.”

Il saluto e il benvenuto anche da parte del segretario cittadino del Partito Democratico Francesco Lecis.

Pubblico giovanissimo da tutta la Sardegna ha assistito a un convegno dove la responsabile dei diritti civili regionale Ilaria Caria ha spiegato le leggi attuali e le proposte del Partito Democratico nel campo dell’immigrazione, cittadinanza e conseguente diritto di voto.
Toccante emotivamente il momento della lettura dell’articolo 3 della Costituzione.
Una tesi dettagliata che mette in evidenza i problemi che affrontano gli stranieri nel richiedere la cittadinanza italiana di Caria, “La società italiana sta aprendo al multiculturalismo, soprattutto al nord. Posso pensare a Samassi dove una buona componente straniera sta attraversano un periodo di integrazione. Non solo gli africani, ma anche dall’est dove soprattutto le donne trovano lavoro come badante. Gli immigrati sono una risorsa ”

Pier Paolo Porcu, coordinatore dei lavori, ha dato la parola al segretario regionale dei giovani democratici Mauro Usai. Il segretario è dello stesso avviso di Caria dove dice “gli immigrati sono il 12% del PIL italiano”. Poi sottolinea “I Giovani Democratici della Sardegna hanno voluto fortemente ingaggiare questa battaglia che porteremo avanti in tutta la Sardegna.”

Mirko Vacca, oltre ai dovuti ringraziamenti, porta l’attenzione all’importanza del multiculturalismo. Racconta dell’esperienza sangavinese con ricorrenza annuale dove gli stranieri cucinano i loro piatti tipici e che i sardi degustano. Subito un monito stile Napolitano “mettiamoci in testa che noi siamo un popolo di emigrati. Dicono che gli Stati Uniti sono grandi, ma a San Francisco se non hai l’assicurazione sanitaria non sei nessuno. Non che non ti visitano, non ti vedono. E allora mi chiedo cos’ha in meno l’Italia visto che noi garantiamo l’assistenza sanitaria e l’istruzione a tutti, compresi gli immigrati.”

La parola passa al pubblico dove Tore Aresti racconta che anche lui anni fa’ è emigrato a Roma con la sua famiglia e che anche se un pallone da calcio può unire comunque si sentiva gli occhi addosso dei romani. Il razzismo andrebbe prima sconfitto all’interno tra nord e sud, isole e continente.

Mirko Solinas racconta la favola di Omar Sarr, senegalese clandestino che da vucumprà nelle spiagge di Olbia è diventato tecnico turistico e oggi anche laureando. Sempre da Baradili dalla Conferenza Programmatica parla dell’idea di chiedere agli stranieri extracomunitari di popolare le zone interne sarde in via di spopolamento che aiuterebbe anche loro nell’integrazione con la società.

Chiude il capogruppo in consiglio comunale di Villamar, ma anche Giovane Democratico, Mauro Lilliu che spiega come gli immigrati a Villamar siano uomini invisibili. Villamar, grazie all’amministrazione comunale, farà il possibile per facilitare l’integrazione degli immigrati con i villamaresi.

Prossimo appuntamento a Guspini Venerdì 9 Dicembre alle 17.30

Sindaco? No, grazie Mario Bruno rinuncia alla candidatura

Mai giorno poteva essere più azzeccato dal Vice Presidente del Consiglio Regionale Mario Bruno per smentire una sua eventuale candidatura a sindaco di Alghero in vista delle prossime amministrative algheresi.
Il consigliere del Partito Democratico durante il suo classico incontro settimanale con i cittadini algheresi ha smentito una sua eventuale candidatura. L’attenzione sarebbe dovuta essere sui 1000 giorni di opposizione, ma le dimissioni nella stessa giornata di Tedde hanno spostato l’ascolto su un’eventuale candidatura di Mario Bruno. “Alghero non ha bisogno di un leader carismatico, ha bisogno di risvegliare le forze, le intelligenze e le risorse umane dell’intera cittadinanza. Il mio cuore appartiene ad Alghero, ma in questo momento penso di essere ancora d’aiuto a tutta la Sardegna” rivela Bruno dal palco del chiostro di San Francesco.
Una sala gremita di concittadini, democratici ma non solo. In prima fila anche i colleghi di area soriana Francesca Barracciu e Marco Espa. Non manca infatti l’elogio del vice segretario del Partito Democratico a Bruno e la frecciata al Capogruppo Giampaolo Diana “Mario ha affrontato in questi due anni e mezzo mille difficoltà per tenere unito il gruppo Pd, come sapete il Partito Democratico è un partito plurale e alcuni di noi ammorbidivano spesso l’opposizione ferrea che ci siamo posti da inizio mandato. Non se questa dura opposizione sarebbe stata possibile senza Mario, e io lo ringrazio per questo”. Poi ribadisce quanto già detto alla stampa “c’è una sostanziale differenza tra il governo Monti e quello Cappellacci. Monti si è assunto la responsabilità di guidare un nuovo governo, Cappellacci avrebbe fatto bene a seguire Berlusconi. L’opposizione non può cambiare atteggiamento in quanto il governo sardo non ha cambiato atteggiamento.”
Anche Marco Espa si unisce alla Barracciu nelle lodi all’operato di Mario Bruno in veste di Capogruppo.
Sul palco poi si alternano lavoratori della Vinyls e del petrochimico di Porto Torres oltre agli indomiti algheresi che chiedono a gran voce la candidatura di Mario Bruno.