30/07/13

Chiedo scusa.

Per aver accusato le larghe intese dopo la nomina di Cirino Pomicino alla società Autostrade Meridionali. Ho saputo, solo dopo aver pubblicato su Facebook uno status contro questa nomina, che la società è gestita da privati.

Comunque sia voglio avvisare i fieri e orgogliosi sostenitori (direi tifosi) di questo governo che ho tanti motivi per rimanere "fighetto". Per esempio, c'è la mozione Giachetti, ci sono sempre i 101, c'è la questione degli F35, c'è la questione Imu contro quella sulle tasse sul lavoro, c'è la modifica dell'art. 138 della Costituzione, c'è la fiducia ad Alfano. Ce ne sono e ce ne saranno. Ma ci vediamo al congresso con la mozione fighetti che vorrebbero le elezioni prima delle elezioni europee. Così ne approfitto anche per ricordare che elezioni politiche e elezioni europee non si possono fare insieme, così le scuse le chiediamo almeno in due.


Che sia il Buonanno.

Anzi, l'anno buono.
L'anno buono, questo, che si approvi la legge contro l'omofobia.
E magari l'anno prossimo (con un governo di strette intese, ma di sinistra) sarà l'anno buonissimo per fare i matrimoni per tutti, tra quelli che si vogliono bene e che si amano.
Perché è ora di finirla con questa ipocrisia, di dare i diritti poco a poco come la pappa a un bambino.
E non se ne può più di fare le unioni strane, civili o alla tedesca.
Facciamo i matrimoni per tutti.
Punto.
Perché ci siamo anche stancati di parlare di questi argomenti, ci siamo stancati di rispondere ai leghisti come Buonanno che oggi ha detto ai colleghi di SEL che sono una lobby di sodomiti.
Ecco, speriamo sia l'anno buono per zittire Buonanno e tutti gli altri omofobi come lui.
P.s. come dice Papa Francesco, chi siete voi per giudicare?


29/07/13

dall'evasione per convenienza all'evasione per sopravvivenza.

Boh boh, sono giorni che penso e rifletto sulle parole del viceministro Fassina. Non ci ho messo ore per elaborare che Fassina l'ha sparata grossa, che se fossi stato in quella sala l'avrei fischiato, altroché.
Poi ho letto i vari commenti sui social, perché il confronto serve sempre, e ho iniziato a riflettere. Ho riflettuto per giorni, anche ieri al mare con Caronte che mi consigliava di buttarmi in acqua e di lasciare a oggi la fase conclusiva della riflessione.

Che Fassina non è un grande comunicatore lo sappiamo tutti, non lo sono nemmeno io e capisco le difficoltà che incontra. Ma porca miseria, si rende conto delle parole che ha usato? Un viceministro non può constatare, deve dare soluzioni. Oppure constatare e dare soluzioni. Oppure dare soluzioni constatando. È veramente grave, gravissimo.

Per esempio, poteva dire che ci sono problemi di liquidità, che esistono metodi di pagamento che vengono incontro al pagatore come i ravvedimenti e le rateizzazioni. Poteva dire che lo Stato fa ben poco per far sopravvivere e che bisognerebbe iniziare a ridurre le tasse sul lavoro anziché l'Imu per tutti, che è una cosa talmente di sinistra che Fassina stesso sarebbe stato orgoglioso di dirlo. Oppure poteva dire che zia Peppina, che ha una piccola bottega, se davvero vuole bene ai nipotini deve fare gli scontrini tutti.

Se siamo oggi in questa situazione, dove si evade per sopravvivenza, è perché siamo da venti anni che evadiamo per convenienza. Questa è la purissima realtà. Ci sono centinaia di miliardi evasi, che non sono quelli che sta riscuotendo Equitalia perché quelli si conoscono e sanno quanti sono. Miliardi sottratti alla cosa pubblica (scuola, cultura, sanità, sicurezza, ecc.) e aumento esponenziale delle tasse.

C'è chi diceva che l'evasione di Zia Peppina non è come quella di Dolce e Gabbana. Vero, ma quante Zia Peppina ci sono in tutta Italia? Zia Peppina sta sottraendo, come Dolce e Gabbana, soldi pubblici a tutti noi. Zia Peppina se evade con una bottega piccola cosa farebbe se avesse una multinazionale di vendita degli alimentari? Ecco perché Zia Peppina è come sia Dolce che Gabbana.

E poi non c'è solo Zia Peppina in paese, c'è anche Zia Maria che fa tutti gli scontrini e ha più difficoltà a pagare le tasse. Sarebbe come se Peppina e Maria fossero due cicliste, Peppina si dopasse e arrivasse sempre prima. In una sana competizione Peppina non dovrebbe doparsi, e dovrebbe fare gli scontrini, perché la sua "giustificata" sopravvivenza ricade su tutti noi, è un comportamento egoista!

E le proposte non mancano. Copiare e non inventare. Come i modelli svedesi, finlandesi e brasiliani. Scontrini e fatture elettroniche, riduzione drastica del contante, fiscal card per accumulare l'Iva pagata negli acquisti e utilizzabile per pagare le tasse o fare altri acquisti.

Nel mentre l'evasione per convenienza è diventata evasione per sopravvivenza con il benestare del centrosinistra e del centrodestra.
Ed ecco l'altro problema. Come è possibile che centrosinistra e centrodestra abbiano la stessa idea sul fisco? Come è possibile che entrambi applaudano Fassina per le sue parole? Questo è gravissimo. Ed ecco perché al congresso dobbiamo capire se abbiamo una nostra idea (io sostanzialmente ascolto Taddei, Castellani, Boeri Tito e Ruffini) o se ci va bene quella di Brunetta e Fassina.




26/07/13

La giustificazione di Esposito non basta, è game over.

L'altro giorno ho scritto un post che metteva in evidenza quanto fosse ribelle il senatore Esposito, colui che ha chiesto l'espulsione di alcuni esponenti del suo stesso partito per i voti di dissenso.

Ha fatto per ben 222 volte il ribelle. Ma lui si giustifica che si trattava di singoli provvedimenti. Come se il gruppo non decide di votare compatto sui singoli provvedimenti, rimangono voti ribelli. Ma ho voluto assecondare la sua tesi difensiva e così ho fatto una seconda ricerca. Questa volta ho contato solo le votazioni finali e il caro Esposito pensava di cavarsela con questa roba delle votazioni finali spesso accompagnate dalla fiducia. 

Infatti solo due volte ha votato da ribelle in questo caso, sulla legge comunitaria 2011 e sul ddl 2128. Ma andando oltre, e cercando meglio, ho scoperto che l'ex deputato e ora senatore Esposito si è assentato 72 volte alle votazioni finali. 

72 volte su 395 volte, il 28.44% di assenze alle votazioni finali. Un po' strategiche se si pensa che in cinque anni è stato assente alle votazioni elettroniche 1714 volte su 11498, cioè il 14.91%. 
Lui lamenta il fatto che le sue assenze sono tutte giustificate, però sappiamo tutti che l'uscita dall'aula e l'assenza durante la votazione vale come assenza. 

Ho fatto un'ulteriore ricerca per capire quanto fosse ribelle il nostro Esposito, risulta il ventesimo parlamentare del Partito Democratico più ribelle. 

Ha poi tirato fuori la questione delle fiducie (e non fiduce, Esposito), giustificando il fatto che lui non ha mai votato diversamente dal gruppo quando si trattava di fiducie. Come se in parlamento ci fossero soltanto le fiducie (anche se in quella legislatura ne hanno votato tantissime) ma ci dovrebbe spiegare quante fiducie non ha potuto votare perché stava a casa con la febbre o perché doveva fare pipì.

Esposito, con la sua tesi difensiva arricchita da insulti di vario genere, ha solo peggiorato la sua posizione. Io capisco la necessità di cercare visibilità di riflesso su Civati, Puppato, Ricchiuti, Tocci e altri, ma è uno degli ultimi che in questo partito può chiedere al partito di cacciare i suoi colleghi. 
Sarò anche un disco rotto, come lui mi ha detto, ma se la pensasse davvero così dovrebbe essere il primo ad abbandonare il partito (in realtà non si sarebbe dovuto neanche ricandidare) perché sconfigge, per esempio, il suo "nemico" numero uno Civati 74 a 2. 




25/07/13

Evasione, Fassina non è fico.

Il viceministro dell'Economia, di lotta e di governo e antimontiano, Stefano Fassina con una perla:
«In Italia – ha sottolineato Fassina – c’è un’evasione sopravvivenza: senza ambiguità nel contrastare l’evasione, senza voler strizzare l’occhio a nessuno, e certamente non è una questione prettamente di carattere morale: ci sono ragioni profonde e strutturali – ha aggiunto – che spingono tanti soggetti economici a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno».
Ma le reazioni positive non arrivano dal centrosinistra, bensì dal centrodestra.






Ora qui c'è un problema serio perché in materia fiscale sinistra e destra, non possono pensarla e non l'hanno mai pensata allo stesso modo.
O Fassina si è adeguato o Berlusconi è sempre stato di sinistra, in entrambi i casi abbiamo sempre sbagliato tutto.
In alternativa (perché le alternative ci sono sempre, a differenza di come dice Letta e la Thachter) potete ascoltare Rita Castellani e Ernesto Ruffini sul Fisco2.0 e in un dialogo con un evasore.



24/07/13

Esposito dia il buon esempio, dimettendosi.

Leggo che il Senatore Stefano Esposito vorrebbe cacciare dal Partito Democratico Pippo Civati e Laura Puppato per i loro voti di dissenso.

Mettiamo le cose in ordine. Esposito nella scorsa legislatura ha votato 222 volte diversamente dal gruppo quando era Deputato.

Per esempio, era

  • assente quando si è votato sullo scudo fiscale (PD contrario), 
  • favorevole alla Spending Review (PD contrario), 
  • astenuto sulla riduzione numero di armi nucleari in Europa (PD contrario), 
  • contrario alla riduzione dei rimborsi elettorali ai partiti e ai movimenti (PD favorevole),
  • contrario agli emendamenti al ddl anticorruzione (4 emendamenti dove il PD era contrario, astenuto, favorevole e astenuto) e favorevole all'unico emendamento dove il PD era contrario,
  • contrario al riordino dei contributi all'editoria (PD favorevole),
  • favorevole al riordino della protezione civile (PD contrario),
  • contrario a una mozione di contrasto all'evasione fiscale (PD favorevole),
  • contrario a escludere la partecipazione attiva del nostro Paese ai bombardamenti contro obiettivi in suolo libanese (PD astenuto),
  • assente sull'incostituzionalità dell'aggravante omofobia e razzismo,
  • assente alla sospensione esame legge per abolizione delle province,
  • assente alla proroga delle missioni internazionali,
  • assente per la riforma Gelimini dell'Università,
  • assente sul lodo Alfano.

Questi sono solo alcuni voti chiave, ma per chi ha voglia può trovare tanto altro.

Intanto ha già votato cinque volte diversamente del gruppo PD al Senato, a un ordine del giorno e quattro emendamenti.

Ora, caro senatore Esposito, Lei potrebbe avere ragione o meno su Civati e Puppato. Però sappia che la sua è un'autodenuncia e magari, dimettendosi, potrebbe dare il buon esempio.


Rispondo a Marina anche se non mi chiamo Scalfarotto.

In una lettera Marina Terragni scrive al deputato del Partito Democratico Ivan Scalfarotto. In questa lettera Marina racconta di un amico gay che ha "comprato" un ovocita da una donna e l'ha fatto fecondare con il suo seme. È andato tutto bene, per fortuna, ma Marina non è d'accordo con questa prassi e essendo contraria non vuole essere etichettata come omofoba.

Intanto non mi piace la premessa con cui inizia la lettera, ossia avere tanti amici gay e trans, perché il fatto di avere o meno queste amicizie non impedisce di parlare delle questioni degli omosessuali. Inoltre se davvero si è interessata alla nuova legge contro l'omofobia (estensione della legge Mancino contro le discriminazioni) non si sentirebbe minimamente perseguibile dalla legge.

Fatte le dovute premesse, come Marina ha fatto le sue, arrivo al dunque e alla questione che pone Marina.
Se una donna decide di prestarsi per ospitare una gravidanza per conto terzi lo fa in assoluta coscienza e libertà in un Paese che lo permette.
Interrompere il rapporto madre-figlio rientra nella decisione iniziale, ossia quando la donna decide di rimanere gravida. Ovviamente non è una decisione del bambino, ma quali sono le decisioni dei bambini? Quanti bambini rimangono senza famiglia? E dove è dimostrato che un bambino non possa crescere serenamente in una famiglia con due padri?

Perché se ci fosse la possibilità per le coppie omosessuali di adottare i tanti orfani o i tanti bambini in attesa di avere una famiglia magari l'amico gay non avrebbe pensato di affittare un ovocita. Ripeto il "magari" e provoco sulla questione dei diritti degli omosessuali in Italia. Che se ce lo vogliamo dire, questa prassi della gravidanza surrogata avviene anche per coppie eterosessuali.

Parlare di odio verso le donne per questa prassi mi pare strumentale e eccessiva come argomentazione. Direi al limite. Forse l'odio è di chi non rispetta la libertà, la libertà di mostrare il proprio corpo nudo o di ospitare, appunto, nel proprio ventre un bambino che poi non sarà suo.

Questa non è omofobia, questa è una posizione contro la libertà. E la legge contro l'omofobia andrebbe studiata, prima di parlarne a vanvera.


Il Porcellum tiene sotto scacco il Parlamento.

La situazione politica italiana è molto complicata tanto che un domani molti studenti di storia contemporanea avranno serie difficoltà a studiare il nostro periodo politico. Si pensi che l'opposizione va dall'estrema destra all'estrema sinistra senza passare dal centro, ma unendo gli estremi come se stessimo mettendo un braccialetto al polso. La maggioranza è composta da chi si diceva alternativo sino a ieri.

Un fattore che ha determinato la nascita di questo governo, ma anche quello precedente guidato dal Professore Monti, è la legge elettorale. Il famoso Porcellum.
È stato un fattore determinante perché entrambi i governi hanno messo tra le priorità la riforma della legge elettorale, essendo questa una legge che scontenta gli elettori ma non i partiti a quanto pare.

Di fatto, le segreterie dei partiti possono scegliere i loro rappresentanti, alla Camera c'è un premio di maggioranza smisurato mentre il Senato ad oggi e con questo scenario politico diventa ingovernabile. Cioè, un parlamento di nominati che devono fare alleanze post elezioni per poter governare per qualche mese.

Perché il parlamento non accelera per eliminare il Porcellum? Semplice, perché se venisse cambiata la legge elettorale a qualcuno potrebbe venire in mente di togliere la fiducia al governo. Il Porcellum è la garanzia del governo, è lo scacco al parlamento. Fin quando non verrà cambiato non si andrà a elezioni. Ecco perché la riforma elettorale si farà all'ultimo, addirittura forse con un altro governo e con lo stesso parlamento.


23/07/13

#CoeRenzi il ritorno.

Io me li ricordo quei giorni in cui stava nascendo il governo Letta. Mi ricordo la rabbia di tanti elettori e iscritti del Partito Democratico che mai avrebbero pensato di fare una battaglia con Pippo Civati. Perché poi la verità è quella lì, Civati era da quasi da solo (con altri pochi parlamentari) e tanti elettori e iscritti a fare quella battaglia.

E Renzi? Era il 3 Aprile e Renzi rilasciò un'intervista al CorSera, mentre Bersani tentava con una tattica suicida di convincere i pentastellati a votare la fiducia ad un suo eventuale governo, dicendo chiaramente
Noi non dobbiamo inseguire Grillo. Facciamo noi i tagli alla politica, aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti, e poi vediamo chi insegue.
In questo caso la strada da seguire è un governo con il PDL:
Andare al governo con Gasparri spaventa, lo so.. ma se il PD ha paura delle urne deve dialogare con chi ha i numeri.
Il primo a pensare la strada politica per formare un governo con il PDL è tutta di Renzi. Chapeau! Difatti lo stesso Renzi era in lizza insieme ad Amato e Letta per la formazione del governo e la premiership.

Renzi, poi, dopo venti giorni esce nuovamente allo scoperto e in un'intervista da Fazio si dichiara soddisfatto del governo perché alla fine i nomi sono buoni, non ci sono i vecchi big, c'è la Kyenge che è un forte messaggio e diciamocelo, c'è il suo fedelissimo Delrio. Nella stessa intervista dice che non farà il segretario del partito perché non riuscirebbe a fare l'equilibrista tra le correnti.

Renzi continua poi a far finta di non essere spaventato dei tempi chiesti da Letta, 18 mesi. Dice di tifare questo governo perché essendo italiano spera che l'Italia esca da questa situazione economica.

Nel mentre Civati chiedeva, anche nel partito, programma e tempi del governo. Oggi a fare la stessa richiesta è Renzi, con 90 giorni di ritardo mentre i quotidiani amici iniziano a costruirgli la figura politica del grande oppositore a questo governo.

Provo a spiegare meglio, Renzi tre mesi fa voleva un governo con il PDL e non con il M5S, si dichiara soddisfatto del governo (anche perché il suo fedelissmo Delrio diventa ministro) e dice di non essere interessato alla segreteria del PD. Oggi inizia ad accusare i primi malumori sul governo, chiede tempi rapidi e soprattutto si candiderà alla segreteria del PD.

E poi c'è anche chi ha il coraggio di soprannominare Civati "Tentenna". Insomma, detto dai sostenitori di uno che cambia linea politica ogni giorno per finire sui giornali non è il massimo, se poi lo chiamano anche CoeRenzi..





21/07/13

Letta e i semi-leader hanno paura del PD, quello vero.

Uno dopo l'altro, con affermazioni pubbliche e messaggi sublimali, i dirigenti del Partito Democratico chiedono il rinvio del congresso che si sarebbe già dovuto svolgere.
Un po' imitano il governo Letta con i rinvii. Un po' hanno paura di quei rompipalle che loro chiamano "popolo della rete".

Hanno fatto questo governo per fare la legge elettorale (e non hanno votato la mozione Giachetti) e fare delle cose urgenti (che sono state tutte rinviate) e infine Letta quando ha chiesto la fiducia alle camere ha parlato di riforme costituzionali (entro 18 mesi, che sono già 15). Nel mentre il nulla se non voti contrari rispetto al programma elettorale (e sono stati votati con quel programma), tanto gossip politico e il PDL che continua a tenere sotto ricatto il PD.

La paura di Letta, diffusa ai vari semi-leader del PD, è netta. Non si spiegherebbe il perché di tante pressioni per rinviare il congresso (andando contro lo statuto). Sembra che i nostri dirigenti siano a conoscenza dei malumori della base (meno male) e per questo non se la sentono di affrontare un congresso dove il vincitore potrebbe essere il figlio di Lucrezia Ricchiuti (alcuni senatori hanno definito la senatrice Ricchiuti la mammina di Pippo Civati) e mettere in crisi le larghe intese.

Addirittura c'è chi ha proposto che il congresso non si interessi del governo e delle larghe intese. Nel mentre possiamo parlare di Sanremo e del Fantacalcio.

Sia chiaro che fin quando non si farà la nuova legge elettorale (o si torna alla vecchia, il Matarellum) questo governo non cadrà perché nessuno vuole tornare al voto con questa legge. E il ricatto è questo. Perciò si parlerà di legge elettorale tra almeno 15 mesi, ossia il tempo chiesto da Letta per le riforme costituzionali.

Allora Letta si presentasse con una sua mozione che parla del governo, metta chi vuole come candidato segretario (anche lui stesso, se vuole) e vinca il congresso, se ci riesce. Perché lo scontro è tutti qui, questa alleanza e cosa sta combinando il governo. Perché il sangue è concentrato tutti lì, a meno che a qualcuno non gli riesca di ributtarla sul personale, ma non penso che a questo giro gli convenga.

Ecco, Enrico Letta chieda la fiducia all'elettorato che lo ha portato in parlamento vincendo le primarie del Partito Democratico. E poi facciamo due conti, senza rinvii.


Espulsioni. Ne rimarrà uno solo.

Nell'ultimo voto al Senato, sulla mozione di sfiducia al ministro Alfano, tre senatori del Partito Democratico (Tocci, Puppato e Ricchiuti) si sono astenuti andando contro l'indicazione del gruppo.
Negli Stati Uniti è un valore dissentire dal gruppo, favoriti anche dal fatto che non esiste la fiducia sulle singole votazioni. 
In Italia nel Partito Democratico (Democratico!) accade che se il parlamentare decide di votare secondo coscienza viene minacciato di espulsione. E siccome queste minacce aumentano sempre più e sempre all'indirizzo di chi non ha un capo bastone, è facilmente dimostrabile che se questa regola fosse stata applicata da inizio legislatura il Partito Democratico sarebbe dimezzato.

Ad aver votato sempre in linea con il gruppo alla Camera sono in  149, 144 gli onorevoli che hanno votato almeno una volta diversamente dalle indicazioni del gruppo. E sono passati solo pochi mesi, il numero aumenterà sicuramente.
Si tenga conto che la maggior parte dei fedelissimi hanno molte assenze. 

Al Senato solo in 24 hanno sempre votato la linea del gruppo! Persino il capogruppo ha votato una volta contro. Ben 108 Senatori almeno una volta non hanno seguito il gruppo. 

E poi c'è la sorpresa: il senatore piemontese che minaccia sempre le espulsioni, Esposito, ha votato cinque volte diversamente dal gruppo!

Adesso, se espellete i tre senatori ne dovete espellere altri 249 tra deputati e senatori. Oppure evitate di polemizzare ogni giorno con questa roba e magari diventate anche più simpatici.



19/07/13

Il mio intervento in direzione regionale

Intervengo per la prima volta in direzione regionale e lo faccio nel peggior momento politico del partito, sia per la situazione nazionale sia per quella regionale.

Io vorrei capire come pensate di affrontare la prossima campagna elettorale per le regionali, e soprattutto come pensate di dimostrare di essere alternativi al centrodestra e a Cappellacci.

Noi siamo quel partito che impallina Prodi per vendicare Marini, obbliga la Idem a dimettersi per un ravvedimento operoso e salva Alfano perché non sa cosa succede nel suo decastero andando contro l’articolo 95 della Costituzione. E poi c’è anche chi ha il coraggio di parlare di visibilità verso chi critica queste cose.

E non sto qui a raccontare tutta la vicenda dal giorno delle elezioni a oggi, anche se in molti continuano a far finta di non saperla.

Non ho ancora capito se questo partito è commissariato da Napolitano o da Berlusconi e soprattutto non ho capito se c’è già qualcuno che ha chiesto ad Alfano di candidarsi al congresso del PD, visto che è l’unico uomo che tiene il partito unito.

Quanto è successo con le due donne kazake va contro la violazione dei diritti umani, è arrivato persino il monito dell’Onu. Votare contro la sfiducia ad Alfano ha dell’incredibile. Ditemi se siete disposti anche a votare che Ruby è la nipote di Mubarack in nome della responsabilità.

E poi c’è il discorso regionale. Sentire i renziani, che dicono di non essere un’area ma puntualmente si prestano al manuale Cencelli occupando scranni nelle segreterie, nel governo e nel sottogoverno, che chiedono le dimissioni del segretario mi fa sorridere. Non voglio metterla sul personale, ma ricordo l’intervento del renziano Chicco Porcu che disse di volere prima le primarie e poi il congresso. Questo è un attacco politico utile a cercare visibilità, a mettere una bandierina per dire che ci siete anche voi dopo che siete stati in silenzio per mesi. E mi viene da sorridere che a fare i renziani rottamatori siano due dei consiglieri regionali più longevi. Faccio finta di capire che dalla riunione di area di Tramatza siate andati oltre l’elaborazione di un documento con richiesta di dimissioni del segretario a tre mesi dal congresso. Lo spero. Perché io non sono renziano ma quando si fa la Leopolda si parla di tutto tranne di dimissioni del segretario.

Sulle dimissioni della Presidente c’è tanto da dire. Io ne condivido le motivazioni e i sentimenti di quella lettera, che sono i sentimenti di molti democratici, ma non condivido le dimissioni. Mi sono spesso scontrato con la Presidente e sempre pubblicamente. La ritengo responsabile come gli altri dirigenti ma entrando nel merito della questione non posso darle torto, anzi. Le cose si cambiano cambiandole e non scappandone. Il problema, cari dirigenti e caro segretario, è che se si dimette la Presidente c’è un impatto mediatico forte ma vi siete mai accorti di tutti quelli che non hanno più rinnovato la tessera? Abbiamo perso il 50% dei tesserati da quando c’erano i Ds e la Margherita, poi vabbè c’è chi da le colpe alle primarie. Ci sono delle inesattezze nella lettera, come sugli F-35 che non sono stati acquistati ma il PD non ha neanche detto non li compriamo più.  E questo è il messaggio che passa.

Nel famoso patto che ci avete fatto firmare alle primarie c’era scritto chiaramente che la coalizione di Italia Bene Comune avrebbe bloccato l’acquisto dei cacciabombardieri, che per qualcuno erano elicotteri antincendio.

Ma vado oltre le critiche, come sempre. Io vorrei evitare che queste primarie non diventino l’ennesimo scontro tra bande e soprattutto tra candidati. Non vorrei che si cadesse sul personale. Non vorrei che ci sia uno scontro come quello tra Renzi e Bersani. Vorrei che fossero anche le primarie delle idee e quindi chiedo a te, Segretario che sei il portavoce nella coalizione, di definire un regolamento e cinque temi da mettere al voto insieme alle primarie. Fare un referendum e dare un indirizzo politico su cinque temi e così li evitiamo anche al congresso. Perché gli elettori vogliono essere coinvolti, e non solo sulla scelta del premier. Abbiamo bisogno di parlare di temi, lo ripetete ogni volta. Questa è l’occasione, non lasciamocela sfuggire.

lL PD SECONDO RENZI.

Mi dicono di non conoscere che Partito Democratico vorrebbe Renzi. A me? Capito?
In effetti siamo in pochi a capirlo e non perché Matteo ne abbia mai parlato, semplicemente per deduzioni, se sai che forma partitica vorrebbe Renzi è perché lo segui assiduamente e perché vai oltre alle sue "metafore".

Renzi semplicemente vorrebbe un PD all'americana. Generico? Macché, spiego meglio.

1. Finanziamenti privati.
Renzi è stato uno di quelli che ha il copyright sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti in favore di quello privato. Un po', casualmente, come funziona negli Stati Uniti. Poi prendo l'elenco dei finanziatori di Renzi delle primarie e trovo singoli cittadini che gli regalano 100 mila euro e qualche migliaio di cittadini che, sommando i pochi euro versati (sotto i 50 euro) non arrivano a un terzo dei 100 mila euro versati dall'uomo dell'alta finanza.

2. Il partito come comitato elettorale.
Negli Stati Uniti i partiti vengono aperti e chiusi per la campagna elettorale, dalle primarie all'esito delle elezioni. È il modello che vorrebbe Renzi, senza organismi dirigenti (li evita o abbandona le riunioni a metà) e con uno statuto snello e liquido.

3. Il partito ad personam.
Vorrebbe un partito maggiormente individualista, così come era predisposta la sua campagna elettorale delle primarie. Questo modello è tutto americano, ma Renzi dimentica che già la maggior parte degli altri partiti italiani sono molto più individualisti del Partito Democratico.

4. Il Segretario e il premier.
Su questo punto Renzi cambia idea ogni giorno. Negli Stati Uniti il presidente del partito organizza le primarie, convoca il congresso (presentazione del leader alla nazione), raccoglie i fondi e fa da assistente al candidato premier. Mentre il Presidente degli Stati Uniti è il leader del proprio partito.

Ecco perché ritengo che Renzi vuò fa' il PD americano.



18/07/13

Io insisto: Idem vs Alfano

Io insisto su questo paragone tra l'ex ministro Josefa Idem e il ministro e vicepremier Angelino Alfano. Insisto perché vedo un'ingiustizia sia nei confronti dell'Italia sia nei confronti della Idem. E insisto perché quando si crea un precedente poi ci sono le conseguenze. Sarebbe come se un arbitro espellesse un giocatore per proteste mentre per un fallo da ultimo uomo nemmeno fischia il fallo.

La situazione è diventata surreale.
La domanda è una, perché la Idem sì e Alfano no? Eppure i tempi non sono cambiati, il premier è lo stesso e i partiti che stanno in maggioranza sono sempre quelli. 
Provo a fare un'analisi. 

1. Il ruolo al momento dell'irregolarità.
La Idem, al momento dell'irregolarità, non era ancora ministro. Alfano invece sì. Di conseguenza le dimissioni di Alfano sarebbero più logiche. 

2. Responsabilità diretta e indiretta.
La Idem non era a conoscenza dell'irregolarità in quanto si è appoggiata a un libero professionista per il calcolo dell'Imu. Accertata l'irregolarità (un errore tecnico che viene compiuto spesso ma per cui non sono previste sanzioni o pene) la Idem ha subito saldato con un ravvedimento operoso l'irregolarità. Di conseguenza la Idem ha una responsabilità indiretta in quanto non è stata lei in prima persona a calcolare l'Imu.
Alfano, secondo la Costituzione, è responsabile di tutto ciò che accade al decastero che lui governa. 
i ministri sono responsabili, collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri, e individualmente degli atti dei loro decasteri.  (Art.95 della Costituzione) 
A differenza della Idem, Alfano ha la responsabilità diretta.

3. Sessismo?
La domanda sorge spontanea, e se Josefa si chiamasse Josefh? Penso che ci sia anche una sorta di sessismo nella differenza di trattamento tra i due ministri.

4. Perché non è stata minacciata la caduta del governo?
Quasi quasi il Partito Democratico ha dato l'immagine di voler far fuori il suo ministro e invece di volersi tenere stretto il ministro del PDL. Nessuno ha minacciato la caduta del governo. Anche qui si nota la disparità tra PD e PDL. E anche qui è facilmente dimostrabile che questo governo è sotto ricatto.

5. Chi se ne frega delle Pari Opportunità?
Letta ha dimostrato che delle Pari Opportunità se ne può fare a meno. Spinge il ministro Idem a dimettersi e poi non nomina nessun ministro, consegna le deleghe al viceministro del lavoro Guerra.

Ora il parlamento ha due strade: o sfiducia Alfano e sinceramente sarei soddisfatto. Oppure tiene Alfano ministro ma a questo punto deve essere ripristinato il ruolo di Josefa Idem. Oppure pensavano seriamente che dopo le dimissioni forzate della Idem in futuro ci saremmo dimenticati del caso?





17/07/13

Chi poteva evitare di dimettersi è la sola Josefa.

È più grave non controllare il proprio commercialista che il proprio ministero.

È più grave sbagliare il calcolo dell'Imu che rispedire al mittente due donne kazake nelle mani dei persecutori. 

Che se sbagli come ministro ti fanno una mozione di sfiducia, se sbagli (forse) come privato cittadino ti invitano a dimetterti, tutti. Soprattutto il tuo partito.

Che ci stiamo dimenticando del razzista con il ministro e di quello che scambia elicotteri antincendio con caccia bombardieri.

E che forse forse quella che ha fatto il ravvedimento operoso, tra tutti questi, è l'unica che poteva non dimettersi.


16/07/13

Un ministro alle Pari Opportunità, se non ora quando?

Mentre l'Italia si divide in mozioni favorevoli e sfavorevoli a Miss Italia, nessuno si indigna per l'assenza nel governo di un ministro alle Pari Opportunità.

Dopo le dimissioni forzate di Josefa Idem, il premier Letta ha deciso di distribuire le sue deleghe agli altri ministri. Le politiche giovanili sono andate al ministro Kyenge, quelle dello Sport a Delrio e a Biancofiore e le Pari opportunità al viceministro del lavoro Guerra.

Le battaglie possono essere portate avanti al di là del fatto che non c'è un ministro alle pari opportunità, ma ci sono tantissime disparità che affliggono trasversalmente i mondi del lavoro, della politica e della società e le classifiche solo del mondo occidentale ci danno sempre tra gli ultimi.

Il ministro Idem in pochi giorni aveva avviato una task force e un osservatorio che riguarda la violenza sulle donne e il femminicidio, inoltre era riuscita a far parlare tanto dentro e fuori dal parlamento di pari opportunità. Ora questo eccellente avvio dei lavori rischia di essere bloccato.

C'è l'urgenza di migliorare la legge sullo stalking di Mara Carfagna (che se ne dica, ottima ministra delle pari opportunità), incentivare il lavoro femminile, aumentare gli asili nido e diminuire i costi, incentivare la partecipazione politica delle donne e tanto altro.

In un momento di crisi come questo c'è la necessità di favorire la partecipazione delle donne nei cda e nella politica, e i dati dimostrano che quando almeno il 50% sono donne le cose vanno necessariamente meglio. Bisogna immediatamente investire sulle donne.

Questo che hanno dato Letta, il governo e i partiti che lo sostengono, è un messaggio sbagliato e lo snobismo  porterà a un regresso del mondo femminile nella società. Ecco perché è necessario dare questa delega a un ministro che si occupi solo di questo e che mandi avanti il programma iniziato dalla Idem. Se non ora, quando?


Miss Italia. La Boldrini si è persa.

Non ho mai seguito Miss Italia alla Rai e perciò la chiusura del programma mi provoca indifferenza.

Ricordo ancora quando qualcuno si permise di dire che per evitare violenze e femminicidi, le donne avrebbero dovuto rinunciare alla minigonna, ai tacchi, al rossetto e rincasare entro mezzanotte.
Nacque una feroce polemica dove le stesse donne si difesero e chiesero la libertà di essere donne.

La Boldrini parla di una scelta civile e moderna perché le donne possono esprimere il loro talento anche in altri modi. Civile e moderna perché non ci saranno più un centinaio di donne svestite con un numeretto. La Boldrini sta sostenendo la teoria del paragrafo di sopra, che se la donna non provocasse non ci sarebbero violenze.
Provo una profonda tristezza nelle parole della Boldrini.

La bellezza non deve essere motivo di schiavitù, le donne dovevano tenere questo spazio di libertà per dimostrare che la bellezza non alimenta la violenza. Perché c'è un limite enorme tra il mostrare la propria bellezza ed essere volgari. Perché in spiaggia il burqa non si usa e la pallavolo non si fa con i pantaloni lunghi, eppure non si registrano casi di violenza in spiaggia o in un campo di pallavolo.

Le violenze si consumano maggiormente in famiglia. E non mentre trasmettono Miss Italia.

La moralità, secondo la Boldrini, è censurare la bellezza. Poi però ci ritroviamo chiuso il ministero delle Pari Opportunità e non si modifica la legge sullo stalking di Mara Carfagna (a cui comunque va atto di aver scritto una legge storica per l'Italia). Oppure ci sarebbe da parlare della disparità di genere nel mondo del lavoro, nella politica e nella famiglia.

Ma soprattutto siamo sicuri che la Rai abbia rinunciato al concorsone di bellezza per moralità? O non se lo fila più nessuno, Miss Italia, e quindi non ci sarebbero abbastanza entrate pubblicitarie?

Insomma, sarebbe bene che la Boldrini mettesse in ordine le sue idee sulla libertà della donna. Non sono uno che giudica una persona per l'aspetto fisico, ma la Boldrini parte dal presupposto che chi partecipa a Miss Italia non abbia altri talenti e forse forse in torto è lei e non io.



15/07/13

La teoria renziana sulla cosa pubblica, sbagliata.

Non devo star qui a spiegare che non sono un renziano, anche se rimango molto obiettivo nei suoi confronti. Sto ancora ascoltando il suo intervento pubblico alla festa democratica di Carpi. Sorvolo su tutto il resto e mi concentro su una cosa che ribadisce da sempre sui finanziamenti pubblici ai partiti (che poi sono rimborsi elettorali, vabbè).

Matteo insiste sul fatto che siccome i partiti hanno usato male i finanziamenti pubblici (è vero, ma questo qualunquismo usato anche verso chi si fa certificare i bilanci è una roba che non gli fa onore) bisogna abolirli. Che è un po' la teoria che usa e si usa per le province.

Matteo però sta agevolando il radicamento di una teoria sbagliata, abolire uno strumento per uso sbagliato dell'essere umano.
Secondo Matteo, se un infermiere fa troppe pause caffè bisogna chiudere l'ospedale? Oppure se un carabiniere non arresta lo spacciatore bisogna chiudere la caserma? Se la professoressa non riesce a spiegare le derivate, aboliamo l'algebra o chiudiamo la scuola?
E a tutti i comuni in deficit che facciamo?

No caro Renzi, è completamente sbagliata la tua teoria. Se vuoi abolire i finanziamenti (e potrei anche convincermi che sia una cosa giusta) serve una motivazione più profonda e meno qualunquista. Potrei pensare che in periodo di crisi dove si fanno tanti sacrifici anche i partiti devono fare i sacrifici. Ma se poi citi casi di sbagliato uso dei fondi ai gruppi per giustificare la teoria dell'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti allora è anche disonestà intellettuale.





14/07/13

Alla violenza non si risponde con la violenza.

Al forum immigrazione di sabato scorso ricordo la fermezza con cui il ministro Kyenge chiese ai presenti di non usare la violenza per rispondere alla violenza. Ci disse di indignarci come italiani per gli insulti di stampo razzista provenienti dal nord verde perché quelle parole offendevano l'Italia e non il ministro. Ci supplicò di imporre un nuovo linguaggio politico e di iniziare da noi stessi.

Oggi è arrivato un nuovo attacco razzista dal nord e mentre la Cecile risponde in maniera pacata, gli altri hanno usato lo stesso linguaggio di Calderoli.
E sta tutto qui il problema. Rispondere con la violenza alla violenza.

Il razzismo deve essere ripudiato, e la giustificazione della battuta ironica è la forma più pericolosa di razzismo. È il Calderoli che c'è in noi che mi preoccupa. Un razzismo che nasce dai luoghi comuni, il bambino rom fa l'elemosina, il rumeno ruba, l'africano puzza, ci rubano il lavoro e le donne, i rom girano in Ferrari ecc ecc. 
Dobbiamo ripartire da qui, subito. Fermare i luoghi comuni per fermare il razzismo.

E dobbiamo imparare a non essere come loro. Perché la battutina su Brunetta l'abbiamo fatta tutti, perché qualsiasi donna del PDL diventa una puttana per gli uomini e soprattutto le donne di centrosinistra. Perché Calderoli è lo specchio di una società malata che nega di essere tale ma che in fonda sa di essere così.

È ovvio che da Calderoli mi aspettio le dimissioni, ma dal Partito Democratico mi aspetto un'accelerata sullo Ius Soli.

Dobbiamo indignarci ma farci anche l'esame di coscienza. Dobbiamo migliorarci immediatamente perché oggi c'è passata la Kyenge, ma ieri ci sono passate la Bindi e la Carfagna, e anche Brunetta.


13/07/13

Vorrei che Alfano e Bonino si fossero dimenticati di pagare l'ICI.

Che l'Italia fosse una roba strana non vi era alcun dubbio. Prendiamo il caso dell'ex ministro Josefa Idem, portata mediaticamente e politicamente alle dimissioni perché non aveva pagato l'ICI. Un dettaglio emerso soltanto con un ravvedimento operoso, cioè aveva sanato la morosità. E ricordiamo anche che la Idem pagava un libero professionista per queste cose tecniche di cui lei non si occupava in prima persona.

Poi succede che due donne kazake, Alma Shalabayeva e sua figlia Alua di 6 anni, vengono espulse dall'Italia. Si tratta della moglie e della figlia di un rifugiato politico kazako. La donna e la figlia godevano dell'immunità diplomatica. L'Huffington Post spiega bene, nei dettagli, tutta la vicenda.

Un caso diplomatico internazionale e politico gravissimo che come minimo dovrebbe portare le dimissioni dei ministri competenti, ossia il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il ministro degli Esteri Emma Bonino. E invece no. Per chiedere le dimissioni a un ministro in Italia bisogna essere morosi con il Comune di appartenenza per un mancato pagamento dell'ICI.

Ecco, il mio sogno è che Alfano e Bonino siano morosi con i loro comuni dove risiedono. Perché questi sono i casi politici dove si chiedono le dimissioni, mica quando si mette a rischio la vita di due donne infrangendo i loro diritti.


12/07/13

Se il PD avesse fatto il PDL, anche se solo per finta.

Ne parlo per l'ultima volta di questa roba, giuro.
Due giorni fa il Parlamento della Repubblica italiana (così fa più gassosa) è stato bloccato per tre ore per via del PDL (con i voti del PD e di Lista Civica) perché aveva la necessità di riunire i gruppi parlamentari, non per parlare di disoccupazione ma del processo in Cassazione del leader Silvio Berlusconi.

Io, personalmente e in grado di intendere e di volere, reputo il voto favorevole di due giorni fa più grave dei vari impallinamenti durante le votazioni del Presidente della Repubblica o Formigoni presidente della commissione Agricoltura.
Questo voto ha un valore simbolico che i capigruppo Speranza e Zanda, in accordo con Franceschini e Epifani, in accordo con i portatori insani di parlamentari del PD, hanno sottovalutato.
Difatti con questo voto il Partito Democratico ha dato pieno sostegno alla battaglia contro la magistratura del Popolo delle Libertà in difesa di Silvio Berlusconi. Venti anni di battaglie andate in fumo con un voto, questo voto.

E hanno voglia Speranza e Zanda di mandare lettere. Nessuno vuole vietare al PDL di prendere qualche ora di riflessione per i loro problemi interni. Il problema è che volevano tre giorni di riflessione, una sorta di #OccupyParlamento. E il problema è soprattutto il motivo della riflessione. Visto che Franceschini ha fatto da pontiere e ha ottenuto tre ore (rimane una grande sconfitta) doveva fare una manovra diversa.

Non lo dico con il senno di poi. Doveva convincere il PDL a trovare un'altra motivazione. Fine. Per esempio, c'era il decreto Ilva. Il Partito Democratico, in accordo segreto con il PDL, poteva proporre una qualsiasi cosa sull'Ilva che mettesse in crisi il PDL stesso e quindi da questa mossa concordata poteva nascere la richiesta di sospensione dei lavori in aula. E nessuno si sarebbe lamentato (nemmeno quelle merde del PD, così come sono stati definiti gli astenuti e gli assenti del PD da altri esponenti dello stesso partito) contro la sospensione in aula. Anzi, il PDL poteva ottenere anche un giorno di sospensione.

È tutto spiegabile così, il PD per un giorno doveva fare il PDL. Anche se solo per finta.


11/07/13

Da Marini alla sospensione dei lavori. Non è cambiato nulla.

Chi pensava che la piramide del Partito Democratico si fosse accorciata e che, quindi, le decisioni venissero condivise almeno dal gruppo parlamentare si è sbagliato di brutto.
La Marini's story non ha insegnato nulla, anzi. Se per la scelta del Presidente della Repubblica almeno c'era il teatro dell'orrore del Capranica, questa volta non c'è stata nemmeno una discussione.

Il modello Bersani è stato ereditato dal giovane Speranza. Finché c'è vita c'è Speranza, finché ci sarà Speranza non ci sarà Partito Democratico.
Qualche mese fa, Bersani riunii i gruppi parlamentari e li mise davanti a una scelta che all'apparenza era democratica, votare Marini o no. Tutto questo dopo che il nome del buon Marini era stato concordato con le altre forze di centrodestra. Poi sapete come andò a finire, che Marini non trovò il sostegno del PD e non perché si trattava di Marini ma perché era l'operazione totalmente sbagliata.

Questa volta il Partito Democratico fa peggio, tratta sui giorni della sospensione con il maggiore alleato e poi invita i parlamentari a recarsi entro 14 minuti in aula per votare la sospensione dei lavori. Nemmeno una discussione interna e quando non si discute i dissidenti ci sono, per natura. Perché è ovvio che in una discussione interna c'era il pericolo che i contrari alla sospensione dei lavori avrebbero potuto convincere anche altri e mettere a rischio l'accordo fatto con la maggioranza.

Quindi è andata così: il PDL chiede la sospensione dei lavori perché deve elaborare una strategia per il suo leader che deve affrontare il processo della Cassazione tra venti giorni. Senza i voti del PD, alla Camera non si decide nulla. Il PD trova l'accordo con il PDL su un solo giorno di sospensione anziché tre. Il PD riunisce il segretario Epifani, il capogruppo Speranza e il ministro ai rapporti con il parlamento Franceschini. Ovviamente i vari portatori sani di parlamentari erano in contatto con uno dei tre mentre si svolgeva la riunione. Si decide di votare direttamente in modo tale che i dissidenti non avessero il tempo per poter convincere altri ad astenersi.

E poi c'è anche chi la chiama normalità e democrazia. Come se i motivi per sospendere i lavori siano validi. Come se trovare l'accordo su un giorno anziché tre sia una vittoria. Sembra un patteggiamento. Roba da far accapponare la pelle anche alla dittatura cinese.

E c'è anche chi parla di dissenso per guadagnare consenso in vista del congresso. Tesi validissima se il fronte dissidente non fosse così plurale, Bindi, Civati, Gentiloni e altri.

No, il Partito Democratico non riesce a imparare dai propri errori, mentre il Popolo delle Libertà ogni giorno li mette in crisi. E poi ci dicono che le larghe intese sono un tema che non deve essere affrontato al congresso, o forse sarà il tema del congresso.


08/07/13

eMozione Civati. W la libertà.

Raccontare questo viaggio e questa esperienza mi vien un po' difficile. In questo post non parlerò dell'esperienza romana del forum immigrazione che merita una serissima riflessione.

Inizio con le scuse a tutti coloro che non ho riconosciuto. Ricordare i vostri volti è difficile, se poi sono io quello che deve ricordare diventa un po' più difficile. Soprattutto a Stefano Catone e Paolo Sinigaglia. 

Sono dalla prima edizione di Albinea che provo ad andarci. Tra problemi a volte economici e a volte di lavoro ad Albinea non ho mai messo piede. Quest'anno, anche se per un solo giorno, ce l'ho fatta. Arrivare alle 22.30 dopo un'intera giornata a Roma e un paio di ore di sonno non è il massimo, ma sapevo che il massimo lo avrei trovato. 

Vedere quelle foto profilo evolversi in persone reali (come quel manga giapponese di Yu Gi Oh), sentire la loro voce, la loro risata, fare su e giù con la testa anziché mettere il mi piace, dialogare anziché commentare.
Ilda, Jacopo, Daniele, Bea, Samu, Valentina, Cal, Elly e tutti gli altri e tutte le altre.  

E poi c'è Pippo. Che vi devo dire? Che ve lo dico a fare? 
Verissimo, la sua notorietà è aumentata dopo la storia dei 101. Ma dio santo, Pippo è da anni che fa buona politica. E che la fa fare anche agli altri. 
Da anni affronta i temi cari e stretti (altro che larghe intese) giusti e non mediatici. Da anni riunisce tanta gente per fare politica. Mentre lo ascoltavo ieri sembrava che leggesse il mio pensiero. Dai cacciabombardieri all'alleanza con SEL, dall'ambiente all'immigrazione.

Quando ascolti Pippo è come guardare una sfida a rigori dove speri che i rigoristi segnino e poi segnano. Sei lì che aspetti che la dica e Pippo la dice.
Ecco perché non esistono i civatiani, perché Civati è semplicemente quell'uomo di sinistra che manca nella politica italiana che esprime il pensiero della gente di sinistra. Esiste la gente di sinistra è c'è Civati.

Caro Pippo, le mozioni non bastano più, qui serve un'eMozione che eMozioni la sinistra. Che la gente torni da noi come hai spiegato in quel bellissimo intervento.

Queste sono eMozioni, anche congressuali.
W la Libertà, W Reggio Emilia, W NOI!


Il mio intervento al Forum Nazionale Immigrazione.

Premetto che preferisco scrivere che parlare. Non sono una persona abituata a parlare al microfono e sono il primo a non piacermi in questo intervento. Mai mi sarei applaudito. Però per trasparenza e per rispetto verso il forum che coordino (e come avevo promesso) metto a disposizione il mio intervento.




Marco Pacciotti e Livia Turco ci augurano buon lavoro.

02/07/13

Frank Custer, l'americano che spiava matteorenzi.

Frank Custer è un americano nato a Birmingham, arrivato in Italia sotto copertura con il nome di Alexi Lalas. Gli amanti del calcio ricordano Lalas, difensore della nazionale rivelazione statunitense che arrivò agli ottavi di finale nei mondiali del 94. 
Lalas prima tentò di immedesimarsi nel mondo del rock tanto che anche la figlia di Clinton comprò alcuni suoi dischi. Ma la sua musica non riuscì a sbarcare in Italia. Ci voleva qualcosa che gli italiani amavano davvero, e così Lalas imparò a giocare a calcio e sotto commissione della Casa Bianca venne portato in nazionale maggiore ai mondiali del 94. 
Lalas disputò un buon mondiale e con le sue buone prestazioni il Padova non poteva fare a meno del difensore rock. 

Era il 1994, casualmente Lalas finì in una squadra del Veneto, feudo della nuova formazione politica della Lega Nord, alleata di un'altra nuova forza politica, Forza Italia del presidente Silvio Berlusconi. Clinton provò, grazie ad alcuni amici americani che trascorrevano le vacanze in Costa Smeralda con Galliani, a convincere Galliani a comprare il promettente difensore rock.

Il Milan non aveva ceduto alla tentazione di portare il primo calciatore italiano, ma la vendetta di Salas non si fece attendere e segnò uno dei suoi due goal italiani al Milan.
Nel mentre Salas iniziò anche la sua attività di spia in Italia girando tra le riunioni leghiste e intercettando le telefonate tra Dell'Utri e Mangano, entrambi di Forza Italia. Agli americani non interessavano le attività mafiose in Italia, piuttosto Clinton era interessato alle critiche che si facevano sugli americani su quali fossero i piani segreti dei partiti. Salas nel 96 tornò negli Stati Uniti sempre come calciatore. Ci rimase qualche anno, poi tornò in Italia e cambiò identità, si chiamò Davide Biondini. 

Il compito dell'agente segreto Biondini è quello di spiare Matteo Renzi. Anche lui calciatore, convinto di poter giocare in Toscana, viene spedito in Sardegna dove, nonostante le pessime prestazioni che lo avrebbero dovuto portare in qualche squadra toscana della serie B, si dovette accontentare di andare a Genova dal lungimirante presidente Preziosi. 

Biondini, nel mentre, invia i primi report alla Casa Bianca. 
Matteo Renzi is a Catholic politician of the Christian Democrats. Near Pistelli, betrays him in the election campaign for the local elections of Florence and blowing the place of mayor.
Dopo qualche anno viene fondato il Partito Democratico e nel 2009 Biondini si ricorda che è anche una spia.
Matteo Renzi announced that it will support his friend Dario Franceschini at the congress of the Democratic Party.
E dopo qualche mese.
Oh my God, Mr. President, is a strange Renzi. After having betrayed Pistelli now want to betray Franceschini saying that it is to be scrapped. What does it mean scrapped? And how the fuck speaks Renzi?
 Nel mentre Biondini continua a giocare a calcio e Renzi a fare il sindaco.
Mr. President, Renzi is crazy, every day shoots against the apparatus. They say he's been to dinner at Arcore by Silvio Berlusconi. In that super villa anything goes. Orgies, sex, Apicella who plays Neapolitan music. The friend of Renzi, Civati​​, sent him to fuck off. Here the press is to discover everything. It will be a big mess.
Così i due si separano ma la Casa Bianca ordina a Biondini di seguire Renzi e non Civati.
Mr. President, Renzi is intent on becoming the prime minister of Italy. It has not yet figured out if instead of Berlusconi in the center or the left. It's happening all over here in Italy. I knew that Europe wants to oust Berlusconi and put Monti and sustain them there will be those of Berlusconi, as well as the Democrats.
Il governo Monti sta per cadere, e Renzi decide di candidarsi...
Mr President, the situation is very complex. Bersani, by statute, is the candidate of the Democratic Party. But Renzi wants to challenge him and try to take his premiership as he had done with Pistelli. Renzi says party secretary and candidate for prime minister must be two different roles and Bersani has accepted the challenge of the mayor of Florence and has suspended a rule of the Statute of PD. Crazy stuff these Italians. Renzi lose almost everything because the party is with the secretary Bersani. 
 Renzi perde le primarie, Bersani perde le elezioni. Ma ora c'è il congresso.
Mr. President, this is my last report on this crazy Matteo Renzi. I do not understand anything. Now go to dinner with D'Alema, Veltroni and all those who wanted to scrap. Maybe Renzi will support the next congress. And if not, Mr. President, you've got to read everything that was said in the newspapers Renzi and D'Alema, and Fassina, and Veltroni, and Bersani.
Then Renzi says now that the roles of secretary and candidate for prime minister may be the same person. You do not understand anything. That is, if Renzi is the secretary, the secretary is the candidate for prime minister. If Renzi is not the secretary, the secretary is not the candidate for prime minister.
I learned to play football, I speak Italian well, and no one doubts about my identity. If you want I can go play in some foreign clubs. But I do not spy Renzi more.

Gli Stati Uniti continueranno  a spiare il mondo intero. Biondini, in passato Lalas e in origine Generale Custer, continuerà a giocare a calcio in Italia sino a quando diventerà dirigente. Matteo Renzi continuerà a cambiare giudizio e idea politica su tutto e tutti fino a quando arriverà il giorno che rinnegherà di essere stato il sindaco di Firenze.