21/03/14

VERSO IL SEMESTRE EUROPEO SENZA DIRITTI

Al forum nazionale dell'immigrazione e integrazione del Partito Democratico ho chiesto al governo e al partito stesso quale fosse la posizione su Ius Soli, CIE e altri problemi legati all'immigrazione. Ho detto che dovremmo smetterla con la storia di Fatima e Maria e passare agli atti concreti, anche se ho forti perplessità vista l'alleanza di governo. Ho chiesto che il governo chiudesse i CIE e aprisse i CIA (centro integrazione e accoglienza) oppure usasse il modello-Acquaformosa in tutta Italia.

Insomma, ci stiamo avviando al semestre europeo e siamo tra gli ultimi per quanto riguarda i diritti. Tutti i diritti. E quando ci sono compromessi al ribasso, quelli non sono più diritti.

Sotto il mio intervento.





20/03/14

IL PD SARDO AUTONOMO E SOVRANISTA, ORA.

Ieri, sia alla Camera che al Senato, ci hanno dimostrato quello che sovranisti e indipendentisti ripetono da tempo: i partiti nazionali non fanno gli interessi della Sardegna.

E penso agli studi e alle ricerche fatte in questi ultimi anni dove i sardi dichiarano di sentirsi prima europei e poi italiani, ma prima di tutto sardi.

Non avremo il collegio sardo per le europee, nonostante i senatori sardi PD hanno battagliato in aula (e a loro va il mio ringraziamento). Così come alla Camera i nostri deputati hanno battagliato per gli aiuti ai comuni alluvionati (e anche a loro va il mio ringraziamento).

Ora è arrivato il momento di aprire un dibattito su un PD autonomo e federato dal nazionale. Un PD sovranista. E quale migliore occasione il dopo elezioni? Abbiamo un laboratorio, la giunta regionale e il consiglio regionale. Abbiamo scritto un programma elettorale insieme, fatto una campagna elettorale insieme, condiviso tante battaglie. Ora tutto questo lo trasformeremo in atti concreti, ma parallelamente possiamo costruire questo nuovo PD sovranista. Con i Rossomori, La Base e il Partito dei Sardi.

È una battaglia che voglio fare, e non mi sembra di essere solo. Anzi. Anche i più scettici negli anni scorsi si sono convertiti a questa nuova idea di partito.

Abbiamo un laboratorio. Abbiamo un congresso. Quale migliore occasione?




10/03/14

#piddinostaisereno

Sono in silenzio da giorni perché mi dicono (giustamente) di espormi troppo sui Social Network per la felicità di chi vorrebbe ma non può. O può ma è comodo così. Insomma, ci siamo capiti.
Ho deciso di rompere questo silenzio. In questo post. Ora.

Sono stato tra i più ottimisti che sarebbe passata la proposta della parità di genere. Al di là delle varie opinioni che ognuno può avere, come cazzo è possibile che il premier - segretario dia la libertà di coscienza su un tema prettamente politico come la parità di genere nelle istituzioni?
Come può il partito di maggioranza alla Camera approvare il voto segreto su questo tema? Nemmeno l'assunzione di responsabilità. Diciamocelo chiaramente, questa cosa dipendeva solo ed esclusivamente dal Partito Democratico che ha disatteso, per l'ennesima volta, le aspettative.

Non so che calcolo abbia fatto: se ci metto la faccia e salta l'emendamento ci perdo la faccia. Oppure non ci metto la faccia e lo faccio saltare, così non salta l'accordo con Silvio.

Non solo obiettori di coscienza, ma anche violantiani. Porca miseria, che cosa brutta essere un violantiano. Perché il conflitto di interessi nella legge elettorale non passa perché non vuole Berlusconi. Come Violante e quel famoso inciucio di qualche anno fa. Perché la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa. Vero, Karl?

Comunque, volevo proporre al premier - segretario di far votare anche l'Italicum con voto segreto e libertà di coscienza. Non sia mai che ci perda la faccia, e l'accordo con Berlusconi. Perché d'altronde alla prima difficoltà si è levato ogni minima responsabilità rifiutandosi di gestire il partito (ops! ho detto partito.. i democratici, scusate). E tutto questo è colpa del PD e del segretario. Non tutto, ma il PD. E il segretario.

#piddinostaisereno




03/03/14

la grande tristezza

Lo annuncio già da ora: se un giorno dovessi partecipare a qualche premiazione internazionale dirò che non sono italiano, che ci sono solo nato.

C'è una grande tristezza mentre scorro la home di Facebook e di Twitter. Post e Tweet che sminuiscono la vittoria di un film che, piaccia o meno, rappresentava l'Italia visto che era l'unico in corsa.

E c'è anche chi dice che quelli degli Oscar non capiscono un cazzo di cinema, come se La Grande Bellezza non avesse vinto anche il Golden Globe. E allora nessuno capisce un cazzo di cinema. Amen.

Non ho ancora capito se è invidia oppure se si tratta di occupare lo spazio di quelli che non sono d'accordo perché tutti gli altri posti sono occupati.

Non è un Oscar a risolvere i problemi italiani. Non lo è neanche il goal di Tevez al Milan. Non lo è neanche un post su Facebook. Neanche la vostra critica a Sorrentino o a chi festeggia la vittoria di Sorrentino risolve i problemi italiani.

Possiamo essere orgogliosi degli italiani che vincono i premi più importanti nel campo cinematografico? Semplicemente, proviamo a essere un po' meno italiani?




02/03/14

il mea culpa sulla questione maschile

Ieri sui social è nata una polemica nei confronti dell'inviato delle Iene Enrico Lucci per aver molestato verbalmente la neo ministro Maria Elena Boschi. La denuncia avviene nel blog di Marina Terragni, blogger da sempre impegnata contro la questione maschile.
Enrico Lucci non è nuovo a tali performance. Mi è difficile ricordare un suo servizio senza battute di questo genere.

Ciò che scrive Marina, e insieme a lei tanti opinionisti sui social, è verissimo e la questione c'è tutta. Io per primo mi sono indignato.

Le battute sessiste sono all'ordine del giorno, e la questione non sembra più essere soltanto maschile ma anche femminile. Si pensi, per esempio, alla Littizzetto.

La questione maschile è una piaga italiana ma è anche una questione trasversale nella politica come nella società. Io per primo anni fa feci un intervento pubblico contro le ministre berlusconiane e non mi limitai solo al problema politico ma andai oltre, facendo intendere che quelle donne erano ministre per altri meriti.
Applaudirono. E in quella sala c'era gente solo di sinistra, o di centro sinistra. E almeno la metà erano donne.

Arrivati a questo punto molte e molti di voi si staranno chiedendo "ok, e quindi? Perché hai scritto tutte queste ovvietà?"
Perché io vi vorrei riportare indietro di tre anni quando a subire molestie molto più gravi era, che so, Mara Carfagna. In quanti ci siamo indignati? In quanti abbiamo riso delle battute in televisione che le sono state rivolte?
Ecco, ciò che vi vorrei dire è che la questione maschile va combattuta sempre e non solo quando la vittima, come in questo caso Maria Elena Boschi, fa parte del partito a cui apparteniamo.

Non ce ne siamo resi conto, o forse sì, ma noi per anni abbiamo fatto gli stronzi e le stronze nei confronti delle ministre berlusconiane. E anche se è passato un po' di tempo è il caso di chiedere almeno scusa.


(l'appello non è rivolto alla carissima Marina Terragni che da sempre lotta contro la questione maschile senza guardare il colore politico, ndr)