Ieri ho iniziato un esperimento che coinvolge la rete e che andrà avanti sino alla chiusura della campagna elettorale delle primarie. Si tratta di capire e raccogliere i commenti su una dichiarazione o un tweet dei protagonisti delle primarie.
Non poteva mancare ieri il "CommentMassimo" dopo le dichiarazioni di Massimo D'Alema a Otto e Mezzo.
Ho osservato con attenzione i commenti su Facebook e Twitter. I commentatori si sono divisi in tre gruppi:
I fedeli. "D'Alema è un dio. Lo stile, le sue enormi capacità e la sua dialettica. Ha messo in crisi Renzi. Ora i rottamatori, per non avere D'Alema ancora in Parlamento, devono votare Bersani".
I rottamatori. "Ancora D'Alema? Dovrebbe tornare a casa, non ci frega così.. io voto comunque Renzi e se i dalemiani vogliono ancora D'Alema in Parlamento devono votare Renzi".
Gli #occupyprimarie. "Le primarie sono un grande strumento e non possiamo usarlo per parlare di D'Alema sì o D'Alema no"
E' incredibile come i Media gestiscono le primarie. Non si parla mai di temi. Nel caso se ne parlasse poi subito dopo salta fuori la domanda "ma Lei (Renzi, Bersani, Vendola, Puppato) candiderà D'Alema, Veltroni o la Bindi?"
E tutta l'intervista sui temi va a farsi benedire. I Media riportano in prima pagina la risposta alla domanda sulla rottamazione.
Ecco perché penso sia necessario un confronto televisivo tra i candidati. Parlare di Welfare, Lavoro, Europa, Diritti, Istruzione, Enti Locali e Legalità. E' necessario raccontare agli italiani cosa si pensa su questi grandi sette temi e non sulla rottamazione. Anche alcuni dirigenti di partito si sono schierati in base al criterio Veltroni in Africa e D'Alema a casa riconoscendo di essere, poi, lontani per esempio su questi grandi temi.
Inoltre a scegliere i parlamentari non sarà il vincitore delle primarie. L'assemblea nazionale è già costituita in base al congresso 2009 e spero che a scegliere i parlamentari siano gli elettori stessi.
Qui stiamo andando a scegliere il candidato premier della settima potenza economica mondiale, non il CT del Partito Democratico.