22/10/12

10 Cose che dobbiamo fare in Sardegna. Energia.

Sono stato Sabato a Tortolì per parlare di Sardegna, della sua autonomia, della sue specialità, della sua politica.
Per i prossimi dieci giorni, ogni giorno, pubblicherò un'idea di Sardegna.

La prima riguarda il piano energetico.
Uno dei grandissimi problemi delle aziende sarde è il caro energia.
Serve far ripartire subito il progetto del metanodotto.
Ma soprattutto abbiamo bisogno di un piano energetico che sfrutta l'energia eolica.
I vantaggi sono molteplici: nessuna emissione di gas serra o di altro inquinamento ambientale, tempi di realizzazione dell'impianto inferiore ai 10 anni, è una fonte inesauribile, costi di costruzione dell'impianto modesti, costi di smantellamento dell'impianto inesistenti, danni modestissimi in caso di incidente, pochi problemi di sicurezza e potenza disponibile circa 10 mila volte superiore i consumi energetici attuali. L'unico svantaggio è che si tratta di una fonte energetica intermittente. Se facessimo un impianto fotovoltaico che coprisse 6% del Sahara potremo soddisfare il fabbisogno mondiale.
Come è noto finora quest'energia è stata sfruttata istantaneamente e mai si è pensato al grande problema: l'immagazzinaggio dell'energia nel caso il sole viene oscurato dalle nuvole o nella notte. L'uso di batterie sarebbe costoso e poco efficace.
Quindi la soluzione potrebbe essere l'immagazzinamento di tale energia in potenziale energia dell'acqua (tecnica efficiente e poco costosa, già usata per immagazzinare l'energia in eccesso prodotta dalle centrali idroelettriche).
Tale processo è scorporato in quattro tappe:

  • Creazione di doppi bacini artificiali per immagazzinare (attraverso il pompaggio nella vasca superiore) l'energia elettrica in energia potenziale dellᾼacqua e per produrla (attraverso le turbine) facendo cadere l'acqua nella vasca inferiore
  • Creazione di una rete di distribuzione bidirezionale in grado di assorbire lᾼelettricità dagli utenti per alimentare il pompaggio
  • Incentivare la produzione diffusa da parte dei privati (es.pannelli fotovoltaici sul tetto) pagando con accredito immediato su conto bancario (i contatori sono elettronici) l'energia prodotta e non consumata
  • Costruire impianti di produzione diffusi (fotovoltaici, a solare termodinamico, eolici, etc.) per alimentare le zone ad alta urbanizzazione dove la produzione diffusa in loco risulta impossibile (città, etc.)




Un progetto pilota per la Sardegna. Si pensi che in Sardegna nel 2008 il fabbisogno energetico era di 12000 GWh/anno, corrispondente ad una potenza richiesta di 1.4 GW, che un metro cubo di acqua a 100 metri immagazzina circa 300 Wh, che il consumo di energia elettrica in Sardegna in 10 giorni è circa 300 GWh, che il volume di acqua per immagazzinare questa energia è di un miliardo di metri cubi e che la capacità del lago Omodeo è, appunto, di un miliardo di metri cubi.

Risolto il problema dell'immagazzinaggio, qualcuno penserà a quanti metri quadri di territorio sardo bisognerà  occupare per coprire il fabbisogno energetico. Ma i conti sono presto fatti: la superficie necessaria è 113 km quadri, ovvero 10.6x10.6 Km (i comuni sardi sono 377, quindi 550x550 metri per comune).

Un'idea di Sardegna, investendo per risparmiare.

Un sentito ringraziamento al Professore Luciano Burderi.