17/12/14

la carta Prodi.

E alla fine di tutto 'sto casino siamo tornati da dove avevamo iniziato, la scelta del Presidente della Repubblica. La situazione politica è molto diversa rispetto a 18 mesi fa, ci sono state scissioni ovunque (tranne nel PD!), c'è un governo diverso (il quarto in tre anni) e c'è già un patto tra Renzi e Berlusconi.

Berlusconi ha ammesso che nel Patto del Nazareno c'è anche il Presidente della Repubblica. E quindi pare che la metodologia non cambi rispetto a 18 mesi fa. Tutto dipende da come Renzi voglia impostare la prossima campagna elettorale, se continuare a pescare voti dal centro destra o se voglia liberarsi di Berlusconi e del patto.

E qui entra in gioco Romano Prodi, che non vuole essere bruciato una seconda volta, ma che sa bene di essere la carta da gioco di Renzi, l'asso della manica. Una carta pericolosa ma che può essere allo stesso tempo vincente.

La prima strategia che potrebbe adottare il premier è quella di mettere sotto scacco Berlusconi, costringerlo ad accettare alcune modifiche del patto o a firmare nuove clausole.
La seconda strategia sarebbe quella di proporre Prodi al Movimento Cinque Stelle e quindi liberarsi in un colpo solo sia del patto con Berlusconi che del governo con Alfano e il Nuovo Centro Destra.

Due strategie che capovolgerebbero la situazione politica. Non sarà facile coinvolgere il M5S, soprattutto dopo i fatti di Mafia Capitale, ma al tempo stesso il PD potrebbe non volere più scendere a compromessi al ribasso con Alfano e/o Berlusconi.

Se Renzi decidesse (ricordiamoci che decide lui!) di aprire al M5S il PD potrebbe essere ricompattato e in un anno si potrebbe mettere mano a un po' di leggi e decreti fatti con il NCD o con Berlusconi che le minoranze PD, M5S e SEL hanno contestato e provato a migliorare senza successo.

Renzi deve solo dire dove vuole andare e giocare bene la carta Prodi. Soprattutto non gli deve recare danno, come fecero i 101.




15/12/14

#Roma2014 e #Roma2024

Vi scrivo la fine di come andrà la storia se le Olimpiadi 2024 si terranno a Roma: verrà chiamato Raffaele Cantone nel 2022 per la conclusione "legale" dei lavori.

Questo sarà l'ennesimo epilogo di un'Italia malata che non ha mai dato affidabilità nell'organizzazione di eventi mondiali (ma anche nazionali). Dai mondiali di calcio del 1990 alle Olimpiadi invernali passando per i mondiali di nuoto e per concludere con l'Expo 2015. Tangenti, mazzette, arresti, mafia, incompiute e soldi pubblici buttati al vento.
Tutto il peggio del made in Italy viene a galla in questi momenti. 

Presentare la candidatura per Roma 2024 a parer mio non è il modo migliore per uscire da Roma 2014, ma un segnale al mondo che alla fine Mafia Capitale è una storia di poco conto. Come è possibile convincere una giuria che deciderà a chi affidare le Olimpiadi che l'Italia non è quella che specula sugli immigrati? Come possiamo convincere che in Italia non ci sarà corruzione nell'organizzazione delle Olimpiadi? Se dovreste affidare i lavori di ristrutturazione della vostra casa a chi affidereste i lavori, a una ditta che ha rubato o a una ditta onesta?

Potremmo chiedere a Cantone per una volta di non fare il commissario ma di occuparsi di tutta l'organizzazione fin dall'inizio, potremmo fare quelle leggi contro la corruzione che non sono state fatte per venti anni, potremmo rendere tutto trasparente attraverso gli open data. Potremmo, se la maggioranza in parlamento fosse diversa, magari senza quei soggetti politici che non hanno scritto quelle leggi per questioni di servitù al grande capo. 

Potremmo votare quelle leggi a prescindere dalle Olimpiadi, così come si chiede al governo dopo i fatti di Mafia Capitale. Abbiamo l'abitudine di fare le leggi dopo che il danno è stato fatto senza mai riuscire ad anticipare le mosse e quindi prevenire. Anche il pacchetto del governo per contrastare la corruzione prevede dei provvedimenti indirizzati solo ed esclusivamente a punire. Che paura infondiamo al corrotto dicendo che la pena minima passa da 4 a 6 anni e che dovrà restituire tutto il maltolto fino all'ultimo centesimo e nel mentre ha conservato tutto in qualche paradiso fiscale? 

Solo nel 2014 si sono susseguiti gli scandali Expo, Mose e Mafia Capitale. L'Italia non è credibile e non lo sarà fin quando la trasparenza sarà fatta soltanto a parole, fin quando i legislatori faranno il minimo per non scontentare quegli strani alleati, fin quando la stampa di tutto il mondo dice di noi che "non c'è angolo in Italia senza corruzione".

Le Olimpiadi che vorrei vedere sono quelle in Parlamento, insieme, contro la corruzione. Ma questo è un grande sogno, più o meno come immaginare che una giuria porti la fiamma olimpica a Roma, dopo un 2014 che resterà nella storia perché non c'è un angolo d'Italia senza corruzione.







04/04/14

ci sono referendum e referendum

Matteo Renzi non ha mai dimenticato di dire nei suoi comizi in campagna elettorale che venti anni fa gli italiani si espressero a favore dell'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Ho un'idea ben precisa sul finanziamento pubblico ai partiti e non sto qui a parlarne, voglio prendere per buono quel che dice Matteo e andare avanti.

Nel 2006 c'è stato un referendum costituzionale che tra i vari provvedimenti sottoposti al giudizio degli italiani ce ne stava uno molto attuale in questi giorni
Fine del bicameralismo perfetto, con suddivisione del potere legislativo tra Camera dei deputati e Senato Federale. La Camera avrebbe discusso, in linea di principio, leggi di ambito nazionale (bilancio, energia, opere pubbliche, valori fondamentali, trattati internazionali, etc), il Senato leggi che interessano materie a competenza regionale esclusiva o concorrente con lo Stato.
Il provvedimento, insieme ad altri provvedimenti tra cui l'aumento dei poteri del Primo Ministro (tema attualissimo e che dicono faccia parte dell'accordo Renzi - Berlusconi), è stato respinto dal 61,29% dei votanti.

Visto e considerato che ci appelliamo ai referendum per convenienza, il suggerimento che mi sento di dare è che si faccia subito un nuovo referendum costituzionale. O si lasci tutto come è e si eviti di usare la storiella del referendum per la diminuzione del finanziamento pubblico ai partiti. Oppure si rendano conto che stanno facendo una colossale cazzata.

Altrimenti me ne vado. (cit.)




21/03/14

VERSO IL SEMESTRE EUROPEO SENZA DIRITTI

Al forum nazionale dell'immigrazione e integrazione del Partito Democratico ho chiesto al governo e al partito stesso quale fosse la posizione su Ius Soli, CIE e altri problemi legati all'immigrazione. Ho detto che dovremmo smetterla con la storia di Fatima e Maria e passare agli atti concreti, anche se ho forti perplessità vista l'alleanza di governo. Ho chiesto che il governo chiudesse i CIE e aprisse i CIA (centro integrazione e accoglienza) oppure usasse il modello-Acquaformosa in tutta Italia.

Insomma, ci stiamo avviando al semestre europeo e siamo tra gli ultimi per quanto riguarda i diritti. Tutti i diritti. E quando ci sono compromessi al ribasso, quelli non sono più diritti.

Sotto il mio intervento.





20/03/14

IL PD SARDO AUTONOMO E SOVRANISTA, ORA.

Ieri, sia alla Camera che al Senato, ci hanno dimostrato quello che sovranisti e indipendentisti ripetono da tempo: i partiti nazionali non fanno gli interessi della Sardegna.

E penso agli studi e alle ricerche fatte in questi ultimi anni dove i sardi dichiarano di sentirsi prima europei e poi italiani, ma prima di tutto sardi.

Non avremo il collegio sardo per le europee, nonostante i senatori sardi PD hanno battagliato in aula (e a loro va il mio ringraziamento). Così come alla Camera i nostri deputati hanno battagliato per gli aiuti ai comuni alluvionati (e anche a loro va il mio ringraziamento).

Ora è arrivato il momento di aprire un dibattito su un PD autonomo e federato dal nazionale. Un PD sovranista. E quale migliore occasione il dopo elezioni? Abbiamo un laboratorio, la giunta regionale e il consiglio regionale. Abbiamo scritto un programma elettorale insieme, fatto una campagna elettorale insieme, condiviso tante battaglie. Ora tutto questo lo trasformeremo in atti concreti, ma parallelamente possiamo costruire questo nuovo PD sovranista. Con i Rossomori, La Base e il Partito dei Sardi.

È una battaglia che voglio fare, e non mi sembra di essere solo. Anzi. Anche i più scettici negli anni scorsi si sono convertiti a questa nuova idea di partito.

Abbiamo un laboratorio. Abbiamo un congresso. Quale migliore occasione?




10/03/14

#piddinostaisereno

Sono in silenzio da giorni perché mi dicono (giustamente) di espormi troppo sui Social Network per la felicità di chi vorrebbe ma non può. O può ma è comodo così. Insomma, ci siamo capiti.
Ho deciso di rompere questo silenzio. In questo post. Ora.

Sono stato tra i più ottimisti che sarebbe passata la proposta della parità di genere. Al di là delle varie opinioni che ognuno può avere, come cazzo è possibile che il premier - segretario dia la libertà di coscienza su un tema prettamente politico come la parità di genere nelle istituzioni?
Come può il partito di maggioranza alla Camera approvare il voto segreto su questo tema? Nemmeno l'assunzione di responsabilità. Diciamocelo chiaramente, questa cosa dipendeva solo ed esclusivamente dal Partito Democratico che ha disatteso, per l'ennesima volta, le aspettative.

Non so che calcolo abbia fatto: se ci metto la faccia e salta l'emendamento ci perdo la faccia. Oppure non ci metto la faccia e lo faccio saltare, così non salta l'accordo con Silvio.

Non solo obiettori di coscienza, ma anche violantiani. Porca miseria, che cosa brutta essere un violantiano. Perché il conflitto di interessi nella legge elettorale non passa perché non vuole Berlusconi. Come Violante e quel famoso inciucio di qualche anno fa. Perché la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa. Vero, Karl?

Comunque, volevo proporre al premier - segretario di far votare anche l'Italicum con voto segreto e libertà di coscienza. Non sia mai che ci perda la faccia, e l'accordo con Berlusconi. Perché d'altronde alla prima difficoltà si è levato ogni minima responsabilità rifiutandosi di gestire il partito (ops! ho detto partito.. i democratici, scusate). E tutto questo è colpa del PD e del segretario. Non tutto, ma il PD. E il segretario.

#piddinostaisereno




03/03/14

la grande tristezza

Lo annuncio già da ora: se un giorno dovessi partecipare a qualche premiazione internazionale dirò che non sono italiano, che ci sono solo nato.

C'è una grande tristezza mentre scorro la home di Facebook e di Twitter. Post e Tweet che sminuiscono la vittoria di un film che, piaccia o meno, rappresentava l'Italia visto che era l'unico in corsa.

E c'è anche chi dice che quelli degli Oscar non capiscono un cazzo di cinema, come se La Grande Bellezza non avesse vinto anche il Golden Globe. E allora nessuno capisce un cazzo di cinema. Amen.

Non ho ancora capito se è invidia oppure se si tratta di occupare lo spazio di quelli che non sono d'accordo perché tutti gli altri posti sono occupati.

Non è un Oscar a risolvere i problemi italiani. Non lo è neanche il goal di Tevez al Milan. Non lo è neanche un post su Facebook. Neanche la vostra critica a Sorrentino o a chi festeggia la vittoria di Sorrentino risolve i problemi italiani.

Possiamo essere orgogliosi degli italiani che vincono i premi più importanti nel campo cinematografico? Semplicemente, proviamo a essere un po' meno italiani?




02/03/14

il mea culpa sulla questione maschile

Ieri sui social è nata una polemica nei confronti dell'inviato delle Iene Enrico Lucci per aver molestato verbalmente la neo ministro Maria Elena Boschi. La denuncia avviene nel blog di Marina Terragni, blogger da sempre impegnata contro la questione maschile.
Enrico Lucci non è nuovo a tali performance. Mi è difficile ricordare un suo servizio senza battute di questo genere.

Ciò che scrive Marina, e insieme a lei tanti opinionisti sui social, è verissimo e la questione c'è tutta. Io per primo mi sono indignato.

Le battute sessiste sono all'ordine del giorno, e la questione non sembra più essere soltanto maschile ma anche femminile. Si pensi, per esempio, alla Littizzetto.

La questione maschile è una piaga italiana ma è anche una questione trasversale nella politica come nella società. Io per primo anni fa feci un intervento pubblico contro le ministre berlusconiane e non mi limitai solo al problema politico ma andai oltre, facendo intendere che quelle donne erano ministre per altri meriti.
Applaudirono. E in quella sala c'era gente solo di sinistra, o di centro sinistra. E almeno la metà erano donne.

Arrivati a questo punto molte e molti di voi si staranno chiedendo "ok, e quindi? Perché hai scritto tutte queste ovvietà?"
Perché io vi vorrei riportare indietro di tre anni quando a subire molestie molto più gravi era, che so, Mara Carfagna. In quanti ci siamo indignati? In quanti abbiamo riso delle battute in televisione che le sono state rivolte?
Ecco, ciò che vi vorrei dire è che la questione maschile va combattuta sempre e non solo quando la vittima, come in questo caso Maria Elena Boschi, fa parte del partito a cui apparteniamo.

Non ce ne siamo resi conto, o forse sì, ma noi per anni abbiamo fatto gli stronzi e le stronze nei confronti delle ministre berlusconiane. E anche se è passato un po' di tempo è il caso di chiedere almeno scusa.


(l'appello non è rivolto alla carissima Marina Terragni che da sempre lotta contro la questione maschile senza guardare il colore politico, ndr)


26/02/14

scusi Murgia, a quanto la vende la libertà al chilo?

Faccio parte della categoria delle persone di centro sinistra che a Sardegna Possibile ha fatto la guerra in campagna elettorale. L'ho fatto per un motivo molto semplice, perché in giro hanno raccontato che centro sinistra e centro destra sono la stessa cosa.

Se avessi avuto diritto di voto negli organismi dirigenti del Partito Democratico e il segretario avesse portato la proposta di un'alleanza con Sardegna Possibile avrei votato no. 
Quindi nessun matrimonio extraconiugale, di sicuro con Sardegna Possibile in consiglio regionale qualcosa insieme si sarebbe potuta fare visti gli innumerevoli punti del loro programma molto simili a quelli del centro sinistra del 2009. 

Capisco l'amarezza di tutte queste persone che si sono impegnate per un progetto poi bocciato dagli elettori. Ma la politica e la democrazia funzionano così, si vince e si perde. Perché il falso ideologico lo mette in gioco Michela Murgia quando dice che loro erano fino in fondo liberi, mentre quelli del PD no.

La libertà è un valore di tutti di cui nessuno ne detiene l'esclusiva. La libertà ce l'hanno sbattuta in faccia gli elettori quando uno su due non è andato a votare.  

La libertà è anche decidere di uscire da una comunità per farne parte di un'altra. Ci avete dimostrato voi di Sardegna Possibile cosa significa essere liberi, ossia abbandonare i partiti per una candidatura con voi. 

La libertà è anche impegnarsi per un'idea e per un progetto da anni e non da sei mesi. Quando il Partito Democratico girava la Sardegna con la conferenza programmatica (di cui alcuni candidati di Sardegna Possibile hanno condiviso il percorso) Michela Murgia non conosceva neanche ancora cosa significava la differenza tra autonomisti, sovranisti e indipendentisti. 

Noi siamo abbastanza liberi, soprattutto noi del PD che non ce le mandiamo a dire. Che ce le diciamo e anche troppe e sempre pubblicamente. Perché quella del PD è una comunità e anche la libertà ha bisogno di regole e di democrazia. La libertà non è una religione dove si venera un dio (o un leader). 

Ci dica, Michela, a quanto la vende al chilo la libertà? (Ah, paghiamo in euro, non in sardex)





25/02/14

te lo do io l'alibi, Matteo.

"Se perderemo questa sfida la colpa sarà solo mia". Ecco, caro Premier Renzi, il motivo principale per cui non ti ho mai votato è questo: la tua visione personalistica, incentrata su un leader, della politica.

Sarebbe troppo bello se fosse così, con un bel "tana salva tutti". E a me, che sono minoranza nel PD, farebbe troppo comodo prendermela solo con Renzi. Ma non è così, le responsabilità si condividono, come si condividono i successi (che auguro a tutti noi) e i fallimenti.

Se fallisce Renzi, fallisce il Partito Democratico e falliscono le istituzioni, fallisce l'Italia.

L'assurdità è che il fallimento può essere dietro l'angolo visto che la maggioranza è la stessa che ha sostenuto Monti e Letta, che sono persone competenti e che avevano buonissime idee per l'Italia ma che sono dovuti scendere a compromessi, come lo stesso Premier sarà obbligato a fare per assicurarsi che passino leggi e provvedimenti.

Con questa affermazione, Renzi ha tolto ai gruppi parlamentari tutto il loro potere e le loro responsabilità. Ha dato l'immagine di trovarsi in un parlamento fatto di numeri e non di persone che devono contribuire a migliorare l'Italia.

Forse di tutto il discorso di ieri questo è l'errore più grosso che potesse commettere Renzi. Mentre l'Italia rideva del sonno del ministro Mogherini e criticava la mano in tasca del Premier, questa stupidaggine è stata letta da tutti come una cosa bella e giusta.

L'augurio e la speranza è che tu domani non ti debba cercare un alibi.




23/02/14

il coraggio di Civati.

Come da copione Civati si farà carico di tutte le critiche che gli vengono lanciate da ogni dove. Lo scenario politico di oggi ci dice una cosa chiara: essere coerenti e trasparenti non paga.

D'altronde Civati si è fatto carico di portare avanti tutte le perplessità riguardo questo governo, un ruolo che spettava anche all'altra minoranza guidata da Cuperlo. Ma Cuperlo ha preferito esprimere perplessità riguardo l'incompatibilità del ruolo di segretario di partito con il ruolo di premier.

La questione più scandalosa riguarda la superficialità con cui politologi e giornalisti trattano la decisione presa oggi a Bologna dagli elettori e dagli iscritti al PD vicini a Civati. Politologi e giornalisti, appunto, che in vita loro non hanno mai preso parte ad un'assemblea con dieci persone per decidere una linea politica e rispettare le regole di convivenza in un gruppo, che per chi scrive e rappresenta solo sé stesso sono minchiate.

C'è da mettere in evidenza una cosa: qualunque decisione venisse presa da Civati e dai "civatiani" gli avvoltoi erano già pronti là fuori a sparare sentenze e a giudicare. Se si fosse astenuto sarebbe stato preso per l'infinito indeciso. Se avesse votato contro sarebbe stato preso per una persona in cerca di protagonismo. Se avesse votato a favore gli avrebbero scritto quella cosa "mi si nota di più se..".

È stata una decisione sofferta, una decisione complessa frutto di un ragionamento altrettanto complesso e articolato. La decisione che avrei preso io. Civati ha il compito di ricostruire la sinistra in Italia ed è l'unico che può aprire molti canali, con i delusi da Renzi, con i delusi da Cuperlo, con SEL e con i comunisti, con i piccoli partiti e con i fuoriusciti dal Movimento Cinque Stelle. Nel PD e nella società italiana serve un'alternativa a Renzi, un'alternativa di sinistra. Civati è pronto, lo ha dimostrato e continuerà a dimostrarlo.

Un leader si vede anche da queste cose, ammettere le proprie perplessità e i propri dubbi, chiedere un confronto aperto e trasparente e decidere insieme quale sarà la linea. Per queste cose ci vuole coraggio e ci vogliono le spalle di un rugbista per farsi carico di tutto ciò che gli diranno nei prossimi giorni.

Non ci sarà un giornalista che scriverà "bravo" nel proprio editoriale, non ci sarà un politologo che proverà a spiegare agli elettori di cosa è frutto la decisione di Civati, non ci sarà un sostenitore di Civati non iscritto al PD che gli dirà di aver fatto una cosa giusta. Ma qualunque decisione venisse presa avrebbe scontentato una parte di elettori, e questa è la decisione che ne scontenta il meno possibile.




20/02/14

in una rotonda.

Già, siamo in una rotonda, è finito il tempo dei bivi. Rallenti, scali di marcia, guardi a sinistra, percorri la rotonda e poi esci a destra. Il problema è quale uscita prendere.
Anche perché dietro hai una coda di macchine pronte a suonare il clacson qualsiasi uscita tu prenda. Quegli stessi autisti che hanno sostenuto quell'altra macchina che ha infranto il codice della strada e che ha detto di voler andare in altri posti, che forse ci sarebbe andato tra qualche anno in quel posto e rispettando il codice della strada e dicendolo dall'inizio che sarebbe voluto andare lì.

Forse avete capito a chi e a cosa mi riferisco. Perché la questione è una: non c'è più fiducia nei politici per un semplice motivo, dicono una cosa in campagna elettorale e arrivati lì, in quel posto, fanno l'esatto opposto. 
Non è una banalità, è una questione troppo sottovalutata dai politici e dai politologi. 

Prendete Bersani, che si candida con un programma di governo. Pareggia, Napolitano preferisce dare l'incarico a Letta e quel programma che ha preso otto milioni di voti sparisce. Poi arriva Renzi che in campagna elettorale congressuale dice che mai avrebbe tolto il posto a Letta, lo dice in tv, lo dice ai giornalisti, lo scrive nel suo libro. Prende un milione e otto cento mila voti e poi fa l'esatto opposto. 
Soprattutto con quale programma ha preso i voti? 

Nessuno sta a sindacare sulla Costituzione e sul fatto che è il Presidente della Repubblica che conferisce l'incarico, ma qualcuno è ancora in grado di spiegare come si formano maggioranze e minoranze in parlamento? Qualcuno quei voti li ha presi. Qualcuno ha presentato un progetto agli elettori. 

Torniamo alla rotonda, io vedo tante uscite. C'è quella del votare la fiducia e fare la minoranza nel PD e nella maggioranza, c'è quella di votare la fiducia che va bene tutto ma sai dentro di te che non è vero, c'è quella di non votare la fiducia e uscire dal PD e c'è quella di non votare la fiducia ma stare dentro il PD (credici!), oppure c'è quella di uscire dall'aula. 

Qualunque uscita prendi, ripeto, dietro c'hai la fila di macchine che ti insulta e ti deride. Ma se ne fregano di quell'altro, di come arriva lì. 

L'uscita da prendere è quella decisiva, perché non si potrà tornare indietro. So solo che chi ho sostenuto al congresso (e rifarei sempre la stessa scelta, sia chiaro) è rimasto coerente con quanto dice da un anno. Che la sua difficoltà è prendere l'uscita e che sa benissimo che c'è un'altra fila di macchine che lo consiglierà bene, perché lo hanno sempre fatto in questi anni.

Ma leggendo di qua e di là sembra che la coerenza, soprattutto in politica, sia un valore perso e sottovalutato. Io ci tengo ancora, perché penso che la fiducia è figlia della coerenza. E in questo mondo della politica mi sento sempre più solo, tra politici e sostenitori incoerenti e politici che non hanno più la fiducia dei cittadini. 

Io voterei la fiducia, facendo una dichiarazione di voto in aula molto molto critica, pronto ad accollarmi la merda che mi tireranno addosso sia da dentro il PD che da fuori il PD. Perché dopo quella rotonda le macchine che mi staranno dietro saranno di due tipi: quelli che mi suoneranno il clacson insultandomi e quelli che mi suoneranno il clacson festeggiando. Ma saprei benissimo che dopo qualche chilometro quelle macchine che mi insultano prenderanno un'altra strada, come hanno sempre fatto sino ad oggi. E gli altri continueranno il viaggio insieme a me. 

Il voto grillino alle regionali.

Su Sardinia Post oggi c'è una interessantissima analisi del voto condotta dall'Istituto Cattaneo di Torino.

Sostanzialmente lo studio dice che non è il M5S il maggior azionista dell'astensionismo alle regionali 2014, smentendo un'idea che ormai si era abbastanza diffusa ovunque. Più della metà degli astenuti si erano astenuti anche nel 2013, mentre 3 elettori su 4 che nel 2013 votarono M5S anche questa volta hanno votato.

E qui viene smentita un'altra idea popolare: l'elettore che nel 2013 ha votato M5S non ha votato Sardegna Possibile. A intercettare l'elettorato grillino, secondo lo studio, è stato il centrodestra. Infatti facendo una media tra Sassari e Cagliari (città dove è stata effettuata l'indagine) quasi 19 elettori grillini su 100 hanno votato centrodestra, 11 elettori su 100 hanno votato centrosinistra e 5 elettori su 100 hanno votato Sardegna Possibile. Ben 60 su 100 si sono astenuti.

Senza dimenticare che nel 2013 Grillo in Sardegna aveva pescato di più dal centrodestra che dal centrosinistra, sarebbe interessante capire perché Michela Murgia ha pescato così poco dall'elettorato grillino.

Tornando indietro di qualche mese, Michela Murgia ha iniziato la sua campagna elettorale attaccando solo ed esclusivamente il centrosinistra, convinta di pescare prevalentemente da quell'elettorato. Dopo l'annuncio di Beppe Grillo che non avrebbe concesso il logo in Sardegna, la Murgia fece un cambio di strategia comunicativa dicendo che centrosinistra e centrodestra in Sardegna sono la stessa cosa e ammettendo più volte nelle interviste e in pubblico che lei puntava sull'elettorato grillino. Ma qualcosa non ha funzionato.

C'è da capire anche cosa è accaduto con il centrosinistra. A Sassari il centrosinistra ha pescato molto di più nell'elettorato grillino rispetto a Cagliari, a parer mio la candidatura di Gavino Sale nel collegio sassarese può essere una chiave di lettura. È abbastanza noto che Sale gode della stima di Beppe Grillo e di molti grillini. Ma lo stesso PD ha preso di più a Sassari rispetto a Cagliari.

Mentre il botto fatto dal centrodestra tra gli elettori grillini può essere ricondotto al progetto e alla lista Zona Franca, anche se non trovo una chiave di lettura per la differenza tra Cagliari (13,6%) e Sassari (6,1%) degli elettori cinque stelle che hanno votato Forza Italia.




19/02/14

Dopo un mese di silenzio.

Alcune persone mi hanno chiesto cosa pensassi della staffetta Renzi - Letta. Non mi sono espresso sino a oggi in quanto prima di tutto c'era la Sardegna e il futuro della Sardegna e ho preferito tacere. Ma avevo anche detto che dopo ne avrei parlato e lo faccio in questo post, per quelle poche persone interessate a cosa ne penso io.

Inizio da un concetto che avevo in testa da quando Letta è diventato premier: Matteo Renzi deve stare buono 18 mesi, non fare il segretario (sapete Franceschini e gli altri chi sono) e candidarsi, appunto, tra 18 mesi. Vince e vince con una coalizione di centrosinistra.
E invece si è candidato e ha vinto (con grandissimi risultati).
Allora ho pensato che Matteo dopo il semestre europeo avrebbe dovuto chiedere a Napolitano di sciogliere le camere e andare a elezioni. E invece no, prende il posto di Letta.

Ero convinto di tutto ciò, e invece ha fatto tutto ciò che non doveva fare. Anche perché Renzi in questi mesi ci ha detto tutto altro, nei confronti televisivi, nelle interviste e addirittura nel suo libro come riporta oggi Giulio Cavalli.

Il problema non è mai stato Enrico Letta in quanto Enrico Letta, a cui noi tutti gli riconosciamo competenza e statura istituzionale, ma le larghe intese. Quella maggioranza era formata da Alfano - Letta con i voti di Berlusconi e Bersani. Quella maggioranza non poteva fare nulla né del programma di Bersani né del programma di Berlusconi. In realtà la grande promessa berlusconiana alla fine è stata rispettata, quelle di Bersani no. E non sono promesse campate in aria, non sono promesse nate dopo il voto, ma sono le idee politiche su cui hanno raccolto i voti.

Ora con Renzi non cambierà nulla, la maggioranza sembrerebbe la stessa, Alfano, Formigoni e Giovanardi. Il documento programmatico lo scriverà nella giornata di domani e non capisco nelle consultazioni in base a cosa è stato fatto l'accordo.

Ciò che è sconcertante è che Renzi le primarie le ha vinte dicendo che Letta sarebbe rimasto Premier, e addirittura che avrebbe avuto il suo sostegno personale e politico. Civati nel suo blog ha raccolto una serie di interviste di Matteo dove lo dice chiaramente e in questa foto potete leggere la pagina 28 dell'ultimo libro di Matteo (presa dal blog di Giulio Cavalli):

Lo scenario politico non sembra cambiare: SEL all'opposizione insieme al gruppo grillino e ex grillino che vorrebbe fare insieme al PD. Il Nuovo CentroDestra in maggioranza che andrebbero all'opposizione solo ed esclusivamente se Vendola sosterrà Renzi. Perché il loro unico paletto è che non si facciano cose di sinistra o di centrosinistra, un po' come fece Letta. 

La domanda è una: come può Renzi, appoggiato da Alfano che non vuole fare cose di sinistra o di centrosinistra, chiedere a tutte quelle persone di sinistra o di centrosinistra di sostenere un eventuale loro governo che farebbe solo cose al massimo di centro?

Perché qui non si tratta di ideologie e di superare le ideologie, qui si tratta di scegliere da che parte stare, e non in politica ma nella società e nella vita quotidiana. Qui dobbiamo decidere se vogliamo stare con Vendola o con Giovanardi. A queste condizioni io la fiducia non la voterei, mai. Qui stiamo ammazzando la sinistra e io non ci sto, a costo di abbandonare il Partito Democratico.



18/02/14

non è giusto.

A quelli e quelle di Sardegna Possibile ho fatto la guerra politica. L'ho fatta giocando in difesa e aspettando che si scoprissero per attaccare. Sì, sono stato un contropiedista.
Non ho sopportato troppe cose dette da loro, per esempio che centrosinistra e centrodestra sono la stessa cosa.
Non ho sopportato gli atteggiamenti di compagni e compagne che con molti di noi hanno condiviso numerose battaglie e che hanno preferito andare altrove per una candidatura.
Ritengo Murgia una politica antipatica e bugiarda e non è mai riuscita a farmi cambiare idea su questo, e non penso di farlo in questo post.

Avrei voluto continuare a battagliare con loro per smentirli su tutte le cose dette in questi mesi da parte loro. Questo non sarà possibile perché non hanno superato le soglie di sbarramento per far parte del consiglio regionale. Inizialmente ho sperato che non entrassero in consiglio regionale, semplicemente per orgoglio e per vendetta, per come ci hanno dipinto ai sardi (e soprattutto agli italiani, visto che sulla stampa nazionale Michela ha rilasciato molte interviste). Ma sapevo che non sarebbe stato giusto che chi rappresenta il 10% degli elettori rimanga fuori dal consiglio regionale. 

Sono sicuro che questa nuova assemblea regionale metterà mano alla legge elettorale per abbassare la soglia di sbarramento e anche per permettere la parità di genere in consiglio regionale visto che in questa legislatura la presenza di donne è al 5%. 




04/02/14

Sardegna13, per un'informazione sarda e libera.

Sardegna Uno ha licenziato 13 dipendenti, di cui 5 giornalisti. Persone che hanno maturato una grande esperienza e che possono ancora dare tantissimo alla Sardegna e all'informazione.
Persone che si sono sempre contraddistinte per la loro libertà e imparzialità e che non possono fermarsi qui. Non penso sia nemmeno giusto che, dopo una battaglia così forte e così lunga, il gruppo si separi e ognuno cerchi un'occupazione in altre mittenti televisive o testate giornalistiche. 

Sarebbe bello domani mattina accendere la tv o trovare su internet Sardegna13, una emittente televisiva (o in streaming) guidata dai 13 licenziati che si occupa di informare liberamente e quotidianamente la Sardegna. Abbiamo un estremo bisogno di informazione e di pluralità dell'informazione. Ognuno di noi potrebbe fare la sua parte finanziando questo progetto con il crownfunding. 

Abbiamo ancora tanto bisogno di voi.




03/02/14

Kelledda e la panzana pazzesca in salsa maltese*

Michela Murgia intervistata dal Fatto Quotidiano risponde alla domanda del giornalista "E il turismo?":
"Produce il 7 per cento del Pil sardo. A Malta il 74,9. Nella nostra concezione però il turismo non deve e non può essere soltanto marino e costiero."
Secondo il rapporto del World Travel & Tourism Council la contribuzione diretta del turismo al PIL maltese nel 2011 è pari al 14,5%, mentre quella totale è al 27,7%. Dati decisamente inferiori rispetto al 74.9% raccontato dalla Murgia.



Il fact checking è fatto. E quella della Murgia è una panzana pazzesca.


*grazie a Andrea Murgia.

31/01/14

ma come è Possibile fascisti e comunisti insieme?

L'unico argomento utilizzato da Sardegna Possibile per attaccare il Partito Democratico è che a Roma fanno accordi con Forza Italia. Come se la legge elettorale fosse roba di un partito solo. Le leggi elettorali si fanno con il più ampio consenso possibile e dalle parti di Sardegna Possibile la maggior parte dei candidati fa politica da decenni, queste cose le sanno.

Anche perché Renzi ha cercato l'accordo con Forza Italia per un semplice motivo: Grillo non sa cosa vuole. Prima il M5S ha votato la mozione Giachetti per tornare al Matarellum e si è arrabbiato (giustamente!) con il PD perché quella mozione non l'ha votata, allora Renzi appena diventato segretario nazionale chiede a Grillo di fare insieme il Matarellum ma Grillo dice no dicendo che non vogliono più il maggioritario ma vogliono il proporzionale. Quindi Renzi è costretto a trovare una soluzione con Berlusconi, ma Grillo accusa Renzi di fare la legge elettorale con un condannato. Se il condannato non fosse Berlusconi sarebbe autobiografico. Anche Grillo è un condannato.

Murgia e la sua gentes non hanno mai parlato delle loro larghe intese. Sì perché in quelle liste di candidati c'è di tutto, comunisti, fascisti, democristiani, addirittura l'ex presidente dell'assemblea del PD che tenne in ostaggio il partito per più di un anno. Ex dirigenti del PD che votavano e prendevano decisioni e che hanno contribuito, nel bene e nel male, al percorso del Partito Democratico sardo. Un movimento politico pronto a implodere con la Murgia che fa da foglia di fico e che traghetterà i suoi candidati.

Ma anche le foglie hanno una loro vita e il fico non fiorisce. La Murgia continua a perdere consensi, anche a fronte della poca concretezza e della tantissima narrativa, dalla poca conoscenza della Sardegna.

Poi, si sa, chi arriva terzo non entra in consiglio regionale. E visto che non avrà nulla da fare, manderemo Michela da Letta a spiegargli come si fa a tenere insieme comunisti, fascisti e democristiani. Oppure le chiederemo di scriverci un libro: il manuale delle larghe intese.


27/01/14

Il mio contributo al programma elettorale di Francesco Pigliaru.

Gli studi rivelano che la Sardegna è destinata nel giro di qualche decina di anni ad avere paesi fantasma. La nostra isola si sta trasformando ogni giorno di più in una “ciambella” in mezzo al Mediterraneo a causa del continuo spostamento dei sardi verso la costa abbandonando i comuni interni dell’isola, ma anche un “salvagente” per tanti immigrati in cerca di una vita migliore.

I piccoli comuni sono una grande ricchezza culturale e storica per la Sardegna, un enorme patrimonio da tutelare. Senza di questi, oltre ad un consistente crollo economico, verrebbe a mancare la tutela del paesaggio e dell’ambiente.

Le cause dello spopolamento sono molteplici: emigrazione, bassa natalità, aumento dell’età media, disoccupazione, abbandono scolastico e assenza di servizi. Mentre l’età media in Sardegna continua ad aumentare (44 anni) in Egitto, per esempio, l’età media si ferma a 22 anni. Di questo passo non saremo in grado di pagare le pensioni, il welfare e l’assistenza medica, solo per fare qualche esempio. Per questo è necessario che gli immigrati vengano accolti e integrati in queste piccole comunità.(*)

Rifugiati e richiedenti asilo, appunto, in cerca di un futuro in Sardegna e abbandonati al loro destino e alle prese con un’infinita burocrazia. Abbiamo due problemi e l’uno è la soluzione dell’altro: per combattere lo spopolamento delle zone interne occorre far partire un processo di accoglienza e integrazione degli immigrati rifugiati e richiedenti asilo.

La Regione Sardegna deve incentivare il sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) nei piccoli comuni sotto i tre mila abitanti che hanno avuto negli ultimi anni una bassa natalità e un forte calo demografico.

I progetti territoriali dello SPRAR sono caratterizzati da un protagonismo attivo, condiviso da grandi città e da piccoli centri, da aree metropolitane e da cittadine di provincia. A differenza del panorama europeo, in Italia la realizzazione di progetti SPRAR di dimensioni medio-piccole - ideati e attuati a livello locale, con la diretta partecipazione degli attori presenti sul territorio - contribuisce a costruire e a rafforzare una cultura dell'accoglienza presso le comunità cittadine e favorisce la continuità dei percorsi di inserimento socio-economico dei beneficiari. 

Tutto questo andrebbe accompagnato da altre azioni come è accaduto in Finlandia, precisamente in Lapponia: agevolazioni fiscali e incentivi per aumentare la natalità, servizi territoriali per la primissima infanzia, incentivi per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa, concessione di terreni a titolo gratuito, incentivi al telelavoro, decentramento delle funzioni amministrative e delle funzioni pubbliche, e-learning per tutte le classi della scuola dell’obbligo. (*)

Mirko Solinas – coordinatore forum regionale Immigrazione e Integrazione del PD.

Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro hanno partecipato attivamente al forum che ho avuto l'onore di coordinare.

(*) grazie a Emiliano Deiana






22/01/14

Due e mezzo a Otto e mezzo.

Sono di parte. Sono un iscritto ed elettore del Partito Democratico e sostengo convintamente Francesco Pigliaru.
Ma lasciatemi provare ad essere obiettivo. Ieri Michela Murgia a Otto e mezzo è stata da Due e mezzo!

Ha avuto l'ennesima occasione d'oro (perché sulla stampa nazionale c'è solo ed esclusivamente lei) per parlare di Sardegna, dei suoi problemi e delle idee per cambiarla. E invece conferma la strategia comunicativa che si sono imposti da sei mesi: attaccare il Partito Democratico per attingere a quegli elettori che si riconoscono o si sono riconosciuti nel centrosinistra.

Forse la Murgia è ancora convinta che il PD sia al governo della Sardegna, oppure è convinta che Cappellacci sia del PD. Non ho ancora capito se le è chiara la differenza tra maggioranza e opposizione. Questo è l'ABC. Solo una battuta su Cappellacci, che ieri sarebbe anche la seconda voltai e forse è un record già averne parlato, di Cappellacci.

In tutti i suoi interventi ha parlato o del PD o di Renzi, declinando tutte le domande della Gruber a livello sardo. E quando la Gruber le offre l'assist a fine trasmissione, la Murgia declina la domanda a livello nazionale.

L'immagine data è quella di una persona rabbiosa che non sorride, una che andrebbe orgogliosa di sentirsi dire "tu sei una donna con le palle". Un'acidità unica, al punto che un amico milanese mi ha scritto "ma alla Murgia avete rubato il motorino al liceo?"

Addirittura si fa sovrastare dalla Santanché! Ripeto, la Santanché! Santanché contro Santanchi. E anche in questo caso, come accadde a Dentro la Notizia con Maninchedda, appena Kelledda viene messa davanti ai numeri dimostra tutta la sua incompetenza. Avete presente le interrogazioni sulle tabelline in terza elementare? Ecco, così.

Ma io mi metto nei panni di un elettore sardo indeciso che ascolta la Murgia per capire se può essere la candidata da sostenere. Alla domanda della Gruber "perché i sardi devono votare Sardegna Possibile?" lei risponde "perché Berlusconi è un pregiudicato e Renzi uno spregiudicato." 
Gesucristummiu! Ma che vuol dire?! Ma è un motivo serio per votarti?

Questa, secondo lei, è una mossa per puntare agli elettori a Cinque Stelle. Ma santoddio, non è che se hanno votato Grillo sono stupidi, Kelledda!

Come non lo sono tutti gli elettori, stupidi. Ma le persone si sentono di centrosinistra e di centrodestra, per natura. E per onestà intellettuale dovrebbe dire quello che diceva sino a quindici giorni fa in campagna elettorale, che Francesco Pigliaru lo stima e lo voterebbe.

E avrebbe ragione, perché il vero spreco della politica è l'incompetenza dei politici.




15/01/14

IlMigliorGiornalistaDelWeb chi?

In questi giorni la Lega Nord sta dando il peggio di sé. Le intimidazioni al ministro Kyenge e la pubblicazione della sua agenda di impegni da parte del giornale leghista La Padania con l'unico scopo di informare i lettori sui luoghi dove il ministro si recherà e quindi quando e dove poterla contestare e spesso insultare.
Nel mentre in Europarlamento un parlamentare belga attacca Salvini accusandolo di essere un fannullone in quanto non lavora mai ma è sempre in televisione.

Ma nonostante c'è tanto da dire sulla Lega Nord, Andrea Scanzi preferisce commentare il "sono serenissimo" del componente della segreteria PD Faraone indagato in Sicilia per uso improprio dei fondi ai gruppi. 

Ci sarebbe tanto da dire sui leghisti, ma attaccare il PD porta tanti like. Non ho ancora capito secondo Scanzi cosa avrebbe dovuto dire Faraone, attaccare la magistratura? Stare zitto? Oppure ammettere la colpevolezza sapendo di essere innocente?

Per la cronaca, a Faraone è stata contestata una cifra che si aggira sui tre mila euro. Ha già dichiarato di possedere le fatture e che quei soldi sono stati utilizzati per attività istituzionale. 

Il miglior giornalista del web chi?




09/01/14

10 anni, per me, posson bastare.

Lo diceva anche il mitico Lucio Battisti. Erano ragazze e non anni, ma fa lo stesso. Dieci anni posson bastare, eccome.

Posson bastare perché è un tempo ragionevole per portare avanti le proprie idee, se le idee c'erano. Soprattutto è inconcepibile che ogni cinque anni si riprenda in mano questo discorso della deroga del terzo mandato.
Iniziamo a rispettare le regole che ci siamo dati perché quelle regole sono state fatte rispettare anche in passato impedendo ad altrettanti ottimi consiglieri regionali uscenti la candidatura.

E poi ci sono anche gli indagati per peculato che dovrebbero fare un passo indietro senza che glielo chieda nessuno. E non perché il passo indietro l'ha fatto la Barracciu (l'ha fatto non perché è indagata!) ma perché c'è estremo bisogno in questi tempi di persone che non destano il minimo sospetto. Non siamo qui a dare sentenze, ma ci ritroviamo in una competizione elettorale dove ogni voto può fare la differenza, e sinceramente perdere voti perché nella lista dei candidati compaiono nomi di persone indagate non mi va proprio.

Ecco, se poi i richiedenti mandato sono anche indagati, che ve lo dico a fare?