20/01/13

La vergogna di un funerale.

L'hanno chiamato Compagno. L'hanno applaudito e hanno alzato il pugno sinistro. Hanno cantato l'Internazionale. Piangevano. E c'era tutto il clan, quello delle Brigate Rosse. Quel clan degli attentati, delle morti e dei feriti. La banda del rapimento e dell'uccisione di Aldo Moro.

Prospero è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai. Me la ricordo questa frase, la urlavano al funerale di un Compagno, uno che ha lottato contro la mafia e che la mafia l'ha eliminato. Sì, ho detto eliminato perché del suo corpo non rimase nulla, era Peppino Impastato.

Ma Gallinari e Impastato non hanno nulla da condividere. Due idee diverse, due idee di rivoluzione totalmente opposte. Gallinari la rivoluzione la faceva con armi e bombe, Impastato con una radio, con le parole, con la politica.

E il pugno alzato, segno di libertà, usato per salutare per l'ultima volta un brigatista che l'Italia l'ha rovinata. E la canzone di un popolo, l'Internazionale.
I miei occhi e le mie orecchie non possono assistere a tutto questo. Non esiste nessun tributo da fare per un terrorista.

Io ho un'altra idea di Compagno/a, ho un'altra idea di rivoluzione, ho un'altra idea di comunismo. Quella è solo merda. E la merda non ha colori politici, è solo merda.