Di Latino non ci capisco nulla, sarà perché il liceo l'ho visto solo durante le vele. Di politica qualcosa in più, della galassia del partito democratico conosco anche i piccoli satelliti.
Abbiamo fatto le primarie per i parlamentari, un po' alla cazzo di cane ma le abbiamo fatte. Qualcosa è cambiato, tipo otto giovani democratici eletti in tutta Italia, tipo tante donne vincenti. Avevamo fatto anche quelle per il candidato premier e Bersani è stato legittimato dagli elettori e non da una conta interna. Di conseguenza Bersani si sarebbe dovuto slegare dagli accordi interni con i capi bastone. E invece ci è ricascato, come un tossicodipendente dopo il recupero in una comunità che esce e trova al bar amici di tante strisce.
Lo sfidante era quel giovine di Matteo Renzi, che prende il 40% alle primarie e elegge pochissimi dei suoi con le primarie dei parlamentari. Ma anche Renzi di politica è esperto e non si tira indietro quando ci sono da mettere diciassette fedelissimi nel listino bloccato. Ma lui voleva le primarie, il rinnovamento, trasparenza e tante altre belle parole che tali sono rimaste.
E ci sono anche i Giovani Turchi e Prossima Italia che le primarie per i parlamentari le hanno vinte e che, nonostante tante vedute politiche diverse, si ribellano a quel listino.
Tornando al discorso iniziale, i capi bastone piazzano i loro uomini e le loro donne in giro per l'Italia, dal Friuli alla Sicilia facendo scalare chi le primarie le ha vinte negli ultimi posti o in posti di non eletti. Accade che quel listino che doveva portare competenze ha portato competenze politiche dei capi bastone. E quindi gli -ani vengono piazzati in posti eleggibili ovunque.
In Sardegna i lettiani (sono sempre in quattro o cinque ma ottengono sempre ciò che vogliono, tipo Casini, la scuola è la stessa) ripescano Francesco Sanna, sconfitto alle primarie nel Sulcis. Non penso che le competenze di Francesco Sanna siano da mettere in dubbio, la delusione è il metodo. Il ripescaggio di uno sconfitto in una competizione interna come quella delle primarie è un atto politico, e soprattutto civile, sbagliato. Sanna entra in quota Letta, ma se Sanna non avesse avuto Letta capo bastone sarebbe mai entrato in parlamento? Ecco perché è importante che chi vuole fare politica si deve cercare un padrino, anche se la cresima non si fa'.
C'è anche tale Luigi Manconi, marito di Bianca Berlinguer e nato a Sassari. Le competenze sono fuori discussione, il problema è che il legame con l'isola esiste solo per le vacanze estive. Comunque rispetta i criteri chiesti dalla direzione regionale e del regolamento nazionale.
Il quarto posto alla Camera andrà a una socialista, e così il renziano Gavino Manca si ritrova ottavo e per discorso di aree che hanno fatto, a rischiare di rimanere fuori è l'unico renziano eletto in Sardegna. Insomma, i socialisti contano quanto i milanisti nello stadio della Juventus nel derby con il Torino mentre i renziani contano un buon ventisette percento in Sardegna. E non fatemi il discorso della rappresentanza territoriale perché se il discorso non vale per il renziano, a maggior ragione non vale per la socialista.
Altra questione, che metto per ultima ma di prima importanza, è che in Sardegna non si rispetta la parità di genere. Su dodici che ne eleggiamo, solo tre sono donne, il 25%. A meno che non arrivi una socialista, come scritto sopra, e si arriva al 33%, ci voleva una socialista per raggiungere la parità di genere.
Errore gravissimo del PD sardo, che in parte è riuscita a porre rimedio sbattendo i pugni sul tavolo, è stato la dimenticanza di federare il Partito Democratico Sardo. Le regionali sono alle porte, così come il congresso, aspettiamo ancora qualche mese o lo facciamo subito?
Altro dato che ha dell'incredibile, il Sulcis mette lo stesso tanto di onorevoli di Cagliari e se Manca non ce la dovesse fare a entrare ne metterebbe anche uno in più di Sassari, Dulcis in fundo e Sulcis in Primis.