Qualcuno può spiegarmi quale percorso mentale porta una persona a riempirsi prima la bacheca di status per la liberazione di Rossella e poi a contenstare il pagamento di un riscatto e la sua volontà di continuare le missioni in Africa? In primo luogo, mi chiedo con che cuore si possa mai scegliere di non pagare, condannando consapevolmente a morte una giovane vita. In secondo luogo, noi figli dell'Occidente, che abbiamo comunque la libertà di decidere, la possibilità di bere un bicchiere d'acqua quando lo vogliamo, come possiamo contestare la scelta di chi rinuncia a ogni comodità, rischiando anche la propria vita, per combattere la negazione di ogni diritto, condizione in cui vivono la maggior parte delle popolazioni? Questa continua necessità di contestare l'altrui operato, incasellando in una scala di priorità il disagio umano sulla base della collocazione geografica mi raggela il sangue. Le lacrime di un bambino sono uguali in qualunque parte del mondo, l'oppressione non ha minor valore se si consuma nell'angolo più remoto della terra. Se in Italia ci sono tante persone bisognose, bene, andate ad aiutarle, chi lo vieta? Sono per tutto questo profondamente indignata e mai avrei pensato si arrivasse a tanto. Ora, però, capisco come mai la rappresentanza italiana in Europa assuma le sembianze di un Borghezio. Questi personaggi sono il risvolto istituzionale di ciò che si consuma quotidiamente nell'intimità delle nostre case.