Oggi è 22 marzo. Per tanti è un giorno come un altro, per altri si festeggia un anniversario, per altri è un giorno felice e per altri ancora un giorno triste. Per alcuni è il compleanno.
Gli iscritti su Facebook si ritrovano centinaia messaggi di auguri sulla propria bacheca. Poi sms, telefonate, i parenti che vengono a trovarti a casa.
Magari la tua famiglia ti prepara la torta. I tuoi amici organizzano una festa a sorpresa. Arriva anche qualche regalo.
La normalità di un compleanno, a meno che non ti trovi in Africa, prigioniera di qualche organizzazione terroristica che chiede un riscatto in cambio della tua liberazione.
È il caso di Rossella Urru. Rossella oggi compie trent’anni. I suoi rapitori non sapranno nemmeno che è il suo compleanno, nessuno le farà gli auguri. Nessuna candelina da soffiare, nessun sorriso. Nessun regalo. Un compleanno da incatenata, forse imbavagliata. Mamma e papà non potranno farle gli auguri, nemmeno con una telefonata.
Il regalo più bello che possa ricevere, la liberazione. Ma la libertà non è un regalo, è un diritto. Non può essere un regalo di compleanno. Troppo immenso per essere chiamato regalo, troppo normale per essere chiamato regalo.
Rossella deve essere libera, ai regali penseremo al suo ritorno. Sperando che al suo rientro di candeline in più da soffiare non ce ne siano due, un altro anno senza di lei la Sardegna e il popolo Saharawi non possono più stare.
#BuonCompleannoRossella