09/10/13

M5S vs Napolitano. Il mio punto di vista.

Quando si dice che Napolitano sbaglia si passa per terroristi. Se poi l'altra parte è il Movimento 5 Stelle allora si passa per terrorista grillino.
La verità è che chi fa ogni giorno politica diventa un automa, impara a difendere solo la sua parte come se fosse tifo per la sua squadra di calcio e il campo visivo delle cose si restringe ogni giorno di più.
Quindi sappiate che sono un iscritto al PD e che provo a guardare le cose da un'altra angolazione, che non è quella di nessuno.

Ciò che è accaduto ieri ha dell'inverosimile.
Parto da una posizione netta e da cui non mi smuovo di un millimetro: il Presidente Napolitano sulla questione delle carceri ha completamente ragione. Punto.
Il Movimento 5 Stelle strumentalizza la vicenda, accusando il regista delle larghe intese di voler salvare Berlusconi. Sicuramente il dubbio è sorto a tanti cittadini viste le numerose leggi ad personam di questo dicianovennio, ma non è così.

L'errore gravissimo però viene da Napolitano dicendo che il M5S non si occupa dei problemi del Paese (riferendosi, dicono, alla strumentalizzazione che fa il M5S sulla vicenda delle carceri).
L'assurdo è che il Capo dello Stato se la prende con una parte politica che ha assunto una posizione politica, giusta o sbagliata che sia. Lo stesso Capo dello Stato che negli anni precedenti mai ha preso posizione contro un partito politico, né quando si è bloccato il parlamento per la vicenda Ruby, né quando la Lega Nord ha preso posizioni politiche omofobe e xenofobe. Eppure erano posizioni politiche. Ma non contraddicevano la lettere del Capo dello Stato.

Ieri si è creato un precedente. Un Presidente della Repubblica imparziale che si posizione politicamente a favore di una parte politica e contro un'altra parte politica. Un domani potremo ritrovarci un Capo dello Stato di destra che si pone contro una posizione politica di un partito politico di sinistra o viceversa. Oggi è toccato al M5S, domani potrebbe toccare a chiunque.

E non c'è giustificazione che tenga. Nemmeno quella che il M5S attacca di continuo Napolitano. Vorrei sommessamente ricordare che Napolitano da tempo prende delle posizioni politiche in contrasto con il M5S. Magari se rispettasse il suo ruolo anche il M5S manterrebbe il suo.

P.s. Certo, ci sarebbe da dire che se abolissimo la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi (dove ci sono leggi scandalose c'è il nome di Fini di mezzo, vabbè) il numero di detenuti si ridurrebbe. Sarebbe anche il caso di legiferare in materia di prostituzione (c'è un'ottima proposta di legge del Partito Democratico) e anche in questo caso il numero di detenuti (in questo caso per lo più detenute) calerebbe ulteriormente.




06/10/13

L'Italia cambia verso. Anche Renzi.

Matteo Renzi ha scelto il suo slogan per la campagna congressuale: L'Italia cambia verso.

Il 14 Settembre dal palco della festa democratica di Torino Renzi diceva: «il governo delle larghe intese è la sconfitta della politica».

Oggi, 6 Ottobre (22 giorni dopo) Renzi dice: «con me segretario del PD governo Letta più forte».

Renzi cambia verso, e anche verbo.


L'ipocrisia tutta italiana.


- se un immigrato arriva in Italia da cadavere gli viene concessa la cittadinanza italiana, se arriva da vivo viene iscritto al registro degli indagati.

- se un bambino (o bambina) figlio di genitori stranieri nasce e vive in Italia non gli viene concessa la cittadinanza italiana, ma se centinaia di immigrati muoiono in mare proclamano il lutto nazionale.

- chiedono il premio Nobel per Lampedusa. Ma se un pescatore decide di aiutare immigrati in difficoltà viene indagato per traffico di clandestini. Più o meno come uno che copre un mafioso, e mica gli danno il Nobel.

- la commozione nelle parole del ministro Alfano, che sostenne la Bossi-Fini.

- Alfano dice di non voler cambiare le leggi sull'immigrazione, mentre il ministro Kyenge sì. Sono entrambi ministri dello stesso governo.



02/10/13

Senatrice De Pin ti aspettiamo dentro, il PD.

L'invito è valido e non sto scherzando. Abbiamo bisogno di forze fresche e di persone che vogliono cambiare la politica facendo e non salendo sui tetti.

Sicuramente non siamo perfetti, anzi. Ne combiniamo tante e discutiamo tanto. Ma dove c'è discussione c'è democrazia e nessuno si permetterebbe di minacciarla come è appena successo al Senato dove è stata vittima da parte di un suo ex compagno di movimento (si dice così?).

Forse anche si sarà accorta che, nonostante i tanti errori che commettiamo e le cose cose belle che facciamo (le seconde passano sempre in seconda linea), oltre il PD (e qualche altro partito di centrosinistra) non esistono partiti dove si discute.

Sembrerebbe che De Pin abbia valori di centrosinistra, forse più del PD stesso. Per questo l'invito è validissimo.

Ai Senatori PD l'onere e l'onore di invitare la Senatrice De Pin a far parte del Partito Democratico e migliorarlo con le stesse intenzioni con cui si è candidata con il Movimento Cinque Stelle.


30/09/13

sia chiaro.

Molti sono delusi dal risultato delle primarie perché non tutti potevano vincere e mi pare ovvio che sia così. Questo si sa da sempre.
Come è noto da mesi, io ho sostenuto con forza e convinzione il progetto guidato da Andrea Murgia. È abbastanza umano rimanere delusi da una sconfitta e io lo sono perché in questo progetto ci ho creduto fortemente.

Andrea e noi non abbiamo vinto e la ovvia conseguenza delle primarie è il sostegno alla vincitrice o al vincitore. Per questo ho scritto questo post, perché tutti (una volta smaltita un po' la delusione) si impegnino per vincere con Francesca (a cui rinnovo i miei complimenti).

Allo stesso modo mi rivolgo a Francesca affinché faccia un gioco di squadra, condivida la stesura del programma insieme alla coalizione e agli altri candidati e soprattutto apra le porte ai sardi (e magari non ai sardisti).

Adesso arriva la vera battaglia politica e sia chiaro che io, ovviamente, sostengo Francesca Barracciu.


Perché Murgia ha preso "solo" il 12.5%?

Il titolo è la domanda che ci pone Vito Biolchini nel suo blog. 
Le risposte sono due e sono anche scontate.

1. Andrea Murgia ha costruito questo consenso in poco più di 25 giorni. Questi erano i tempi della campagna elettorale e questo andava a discapito dei candidati meno conosciuti. Quel 12,5% è tutto voto d'opinione.

2. Non c'era nessuno dietro. A parte qualche sindaco e qualche amministratore locale, non c'era un solo parlamentare o consigliere regionale che abbia appoggiato questa candidatura. Quei oltre sei mila voti è frutto di un durissimo lavoro di tanti semplici militanti e soprattutto ex militanti.

Inoltre continuano a piovere polemiche su Sinistra Ecologia e Libertà. Io invece voglio ringraziarli uno per uno i militanti e dirigenti di SEL (e anche degli altri partiti) in quanto hanno lasciato libertà di voto. E quando anche il PD seguirà questo modello forse le primarie ri-acquisteranno un senso. In questi anni questo bellissimo strumento democratico è stato manipolato a suon di regole e dai capibastone che, forti del loro consenso locale, determinano il risultato finale.

Io continuerò a non adeguarmi e a scegliere in autonomia. Questa volta siamo stati in quasi undici mila (nemmeno Roberto Deriu aveva il sostegno di capibastone), magari la prossima volta saremo in venti mila.

La battaglia iniziata insieme ad Andrea Murgia andrà avanti perché ci sono troppi delusi e troppe deluse dalla politica che hanno ripreso a impegnarsi quotidianamente. Questa è una delle nostre piccole vittorie.

In democrazia è importante non solo chi vince. 
Ma come ci arrivi, cosa proponi.


21/09/13

Il vikingo tirocinante.

Sì sì, arrivano voci di corridoio da spettatori non paganti di un/a candidato/a che dice nei suoi comizi che ci sarebbe c'è gente che viene dal Nord Europa e si candida. E la Regione Sardegna non ha in questo momento di Presidenti tirocinanti che non sanno leggere nemmeno una delibera. 

Se fallirà il vikingo tirocinante avremo la scusa che si tratta di uno alla prima esperienza. Diverso sarebbe se un/a Presidente/ssa esperto/a fallisse, non avremmo nemmeno la scusa.

E poi, per fare un nome che sta a tanti a cuore, Renato Soru quale esperienza politica aveva prima di diventare governatore?
Ma soprattutto, è normale che ci siano due generazioni che devono ancora fare il tirocinio in politica?

Bello sarà a Mogoro ascoltare cosa ne pensano i candidati, che so, del Progetto Eleonora o del limite di due mandati. Così due questioni che mi vengono in mente.

P.s. il vikingo tirocinante che non sa leggere una delibera è questo qui:


ma state certi che la Sardegna la conosce benissimo e che non è la prima volta che legge una delibera. E se vive nel Nord Europa (Bruxelles) è perché ha vinto un concorso pubblico e fa il funzionario europeo, e che se la Regione Sardegna funzionasse meglio mai sarebbe emigrato. Ma anche a questo metteremo mano. 

#siAMopronti




05/09/13

L'eroe dell'A4 non è italiano.

Si chiama Ion Purice, ha 29 anni e vive da tempo in Italia. E' lui il camionista-eroe che ha salvato la bambina sulla A4 (Repubblica.it)
Bello, no? Commovente, no? Un grande, no? Un cazzo!
Immaginate se Ion Purice avesse investito la bambina.
Si chiama Ion Purice, ha 29 anni ed è rumeno. È lui il camionista che ha investito la bambina sulla A4. Possibili tracce di alcol e droghe nel sangue.
Questa è la verità. Il signor Purice è vero che vive da tempo in Italia (tre anni) ma è anche rumeno. È rumeno e vive in Italia, vive in Italia ed è rumeno.
Sembra che per il giornalista la nazionalità d'origine sia un dispregiativo. È così, perché non riuscirei a spiegarmi altrimenti questo comportamento. Nei vari servizi giornalistici, se il colpevole è straniero la sua nazionalità viene ripetuta dalle cinque alle dieci volte nello stesso servizio.

Quanto scritto da Repubblica sarebbe coerente se anche in passato negli innumerevoli servizi sugli incidenti stradali che vedevano coinvolti autisti stranieri si fossero limitati a non fornire la nazionalità di provenienza. Ma questo precedente non è mai esistito, in nessun giornale e in nessun telegiornale. Sarebbe bello se da domani l'informazione rimanesse indifferente alla nazionalità dei protagonisti, come in questo caso.

Ecco perché è importante dirlo, perché in passato la notizia non è mai stata la notizia in sé, ma il fatto che chi viene in Italia fa cazzate. Anche gli stranieri che hanno fatto cazzate vivevano da tempo in Italia, ma ci veniva detto che erano rumeni, ucraini, senegalesi, mai si sono limitati a dire che vivevano da tempo in Italia.

Onore e gloria a Ion per il gesto eroico. Mentre il giornalismo italiano xenofobo giudicatelo voi.




02/09/13

26 anni dopo "Aboliamo le correnti".

GENOVA Renzi è disposto a smantellare la sua corrente, ma a patto che in casa pd le nomine non vengano riservate al gruppo che sostiene il segretario. In un messaggio ai giovani democratici della sua corrente il sindaco di Firenze ha fatto alcune raccomandazioni, la prima delle quali è la seguente: Non si dimentichi mai che gli avversari sono all'esterno del partito e non all'interno del pd; a questo fine deve essere smantellato il vecchio sistema correntizio, ma da parte di tutti e scegliendo i dirigenti con il solo criterio delle qualità personali. Non è difficile leggere in questa raccomandazione un chiaro messaggio alla maggioranza che sostiene Epifani. Con il segretario pd, lo stesso Renzi ha avuto sabato mattina un lungo incontro chiarificatore: due ore e mezzo di colloquio, nello studio di Epifani. Nel pd qualcosa si muove, dunque. Il 20 e 21 si riunirà l'assemblea nazionale che dovrà convocare il congresso. Il problema più spinoso resta quello del regolamento del congresso nazionale, in quanto renziani, cuperliani e civatiani chiedono che i delegati vengano eletti dalle sezioni non su candidature personali ma su liste provinciali, per non disperdere i voti delle minoranze. Oggi e domani, il segretario Guglielmo Epifani tenterà di trovare una soluzione che accontenti tutti. Ai lettiani, intanto, non sono piaciute le parole di Civati alla festa democratica di Cortona. Qui, riferendosi all'alleanza Pd-Pdl che da mesi governa l'Italia, il candidato segretario del pd ha detto che rispetto ai tempi di Monti le condizioni sono diverse e la collaborazione che voi avete avviato non ha ancora avuto uno svolgimento costruttivo.

L'articolo originale di 26 anni fa.


ROMA Andreotti è disposto a smantellare la sua corrente, ma a patto che in casa dc le nomine non vengano riservate al gruppo che sostiene il segretario. In un messaggio ai giovani democristiani della sua corrente (il Movimento giovanile terrà il suo congresso nazionale a Fiuggi dal 5 all' 8 dicembre prossimi) il ministro degli Esteri ha fatto alcune raccomandazioni, la prima delle quali è la seguente: Non si dimentichi mai che gli avversari sono all' esterno del partito e non all' interno della Dc; a questo fine deve essere smantellato il vecchio sistema correntizio, ma da parte di tutti e scegliendo i dirigenti con il solo criterio delle qualità personali. Non è difficile leggere in questa raccomandazione un chiaro messaggio alla maggioranza che sostiene De Mita. Con il segretario dc, lo stesso Andreotti ha avuto sabato mattina un lungo incontro chiarificatore: due ore e mezzo di colloquio, nello studio di De Mita a piazza del Gesù. Nella Dc qualcosa si muove, dunque. Giovedì e venerdì si riunirà il Consiglio nazionale che dovrà convocare il XVIII congresso (si svolgerà molto probabilmente a Bari, alla Fiera del Levante, dal 26 al 30 aprile in coincidenza col decimo anniversario dell' assassinio di Aldo Moro). Il problema più spinoso resta quello del regolamento del congresso nazionale, in quanto gli andreottiani e i forzanovisti chiedono che i delegati vengano eletti dalle sezioni non su candidature personali ma su liste provinciali, per non disperdere i voti delle minoranze. Oggi e domani, il vicesegretario Guido Bodrato tenterà di trovare una soluzione che accontenti tutti. Ai liberali, intanto, non sono piaciute le parole di Forlani al congresso della Dc sanmarinese. Qui, riferendosi all' alleanza Dc-Pci che da anni governa il piccolo Stato, il presidente della Dc ha detto che rispetto ai tempi di Stalin le condizioni sono diverse e non è detto che la collaborazione che voi avete avviato non possa avere uno svolgimento costruttivo.