09/05/13

Il pianto del nove maggio.

Da una decina di anni, il nove maggio guardo la scena finale del film che racconta Peppino Impastato, Cento Passi.
Una scena che ogni volta mi provoca il pianto. Il pianto per un uomo che ha lottato contro la mafia, un uomo che ha riempito quel silenzio di tante voci. Il pugno chiuso verso il cielo e le rose rosse che volano. Le lacrime della madre e dietro migliaia di persone, tanti giovani. Le parole, quelle parole che in un funerale non sentiresti mai ma che in quel funerale lo hanno accompagnato.

Peppino è vivo e lotta insieme a noi, le sue idee non moriranno mai.

E oggi più penso a come siamo messi e più mi verrebbe voglia di piangere. Perché non è normale fare un minuto di silenzio per chi sino al 1980 ha avuto rapporti con la mafia. Non è normale piangere un uomo che nel 1978 aveva sicuramente rapporti con chi ha ucciso Peppino Impastato che deve ricordarci ogni giorno perché siamo uomini di sinistra.

Piango perché oggi siamo alleati di un partito fondato da un mafioso, Marcello Dell'Utri. Piango perché politici di sinistra sono collusi con la mafia. E mi chiedo se quelle idee sono ancora vive.

Ma d'altronde sono un irresponsabile, che si commuove a guardare un funerale del 1978.