22/03/13

#ServizioPubblico


Ieri sera ho deciso di guarda Servizio Pubblico. Da tanti mesi non lo guardo e Italia - Brasile è un buon motivo per proseguire questo periodo. Ma ieri c'era il mio amico Civati e ho sempre fatto il possibile per ascoltarlo ogni volta che è andato in tv.
Sono rimasto sconvolto da come viene gestita la trasmissione. Sia Civati che Lara Comi del Popolo delle Libertà hanno parlato pochissimo. Le vignette di Vauro probabilmente sono durate di più rispetto alla somma degli interventi dei due ospiti.

C'è stata la copertina di Santoro. Un monologo che fa il punto della situazione, ma molto soggettivo. A seguire l'intera intervista di Beppe Grillo con una giornalista turca dove ha parlato di democrazia strana, di inciuci e di quanto è bello il MoVimento 5 Stelle. Un'intervista, in due blocchi, che è durata almeno venti minuti.
Poi è il turno di Sgarbi. Uomo coltissimo ma dimostra che di politica ne capisce ben poco. Ne approfitta ogni volta per far emergere la sua cultura, anche quando deve rispondere a domande sulla situazione politica. Insomma, dire che Grillo dopo che se n'è andato da Napolitano poteva andare a una mostra a parer mio non ha tanto senso. Però parla tanto, gli viene chiesto e si prende la parola come una vecchia volpe dei talk show.
C'è Travaglio e non è una novità. Attacca tutti e non è una novità. Dice che tra Grasso e Schifani non c'è tanta differenza. Continuo a pensare che tra Travaglio e Severgnini, Gramellini, Menichini e Cerasa (senza scomodare mostri sacri) ce n'è tantissima di differenza.

Danno la parola a Civati, parla solo se chiamato in causa, educatamente, e risponde bene. Chiaro e genuino. Ma Santoro, Travaglio, Sgarbi e Comi fanno a turno per interromperlo. E lamentarsi di non aver interrotto nessuno e di voler finire il discorso è una frase della vecchia politica, e non lo dice. Ma lo dico io.

Parla Lara Comi, la interrompe solo Santoro, una volta Civati che mette in evidenza le responsabilità del PDL rispetto a quelle del PD. Santoro si infuria, non è possibile che ancora oggi i partiti si accusino di mancata responsabilità. Non accetta che Civati metta in evidenza le differenza tra PD e PDL, deve passare la linea Grillo - Travaglio che sono tutti uguali, che fanno gli inciuci e che tutti hanno la stessa responsabilità. Toglie la parola a Comi e Civati, che per poco si sono dimenticati di come si parla, e interroga Sgarbi che dimostra ancora una volta che passa troppo tempo alle mostre e poco a leggere i giornali.

Arriva la sorpresa, la telefonata del Presidente Grasso che invita Travaglio a un contraddittorio. Non accetta le accuse che gli sono state rivolte senza potersi difendere. Ogni essere umano ha il diritto di difendersi, immaginiamoci il Presidente del Senato. Travaglio rimane impietrito come un carabiniere che ti trova la canapa in tasca. Come quando tuo padre ti trova in camera da letto masturbandoti. Grasso lo invita in una qualsiasi trasmissione nei prossimi giorni, senza aspettare una settimana per tornare da Santoro.
Travaglio si difende dicendo che tutta la stampa è con Grasso e per uno che lo critica se la prende così. Travaglio, nonostante l'esperienza pluridecennale tra stampa e tribunali, non concepisce ancora la differenza tra libertà di informazione e diffamazione.

La puntata si conclude con le vignette di Vauro e capisci che è in caduta libera, che Makkox lo ha spazzato via, rottamato. E non vedi l'ora che sia Domenica per guardare Gazebo.

In sintesi, Santoro potrebbe fare a meno di invitare ospiti politici. Basterebbero i suoi dialoghi con Travaglio, la sua copertina, l'intervista ad un giornalista estero di Grillo, il monologo di Travaglio, un servizio di Giulia Innocenzi sul MoVimento e le vignette di Vauro. E la trasmissione è fatta anche senza scomodare i politici.