Ricordo ai tempi delle scuole elementari i segni rossi sul tema. A ogni tema diminuivano e sicuramente erano costruttivi.
Quei segni rossi però aumentavano fuori dalla scuola. I genitori ma anche i professori. Tutti noi abbiamo commesso le nostre ragazzate.
Poi si dovrebbe crescere, e non solo anagraficamente. E certi errori, evidenziati con la magica rossa, non si dovrebbero più commettere.
Quando si è adulti la penna rossa dovrebbe sparire. A meno che non sei un Vip o un atleta. Come Alex Schwazer. Campione olimpico a Pechino di marcia.
Un eroe nazionale quattro anni fa.
Nessuno si è dimenticato di lui. Soprattutto i frequentatori quotidiani televisivi, "ciao, sono Alex Schwazer, campione olimpico di marcia..".
E tutti per quattro anni si sono ricordati di Alex.
Forse era più conosciuto per lo spot che per lo sport. Senza sapere che "quando non mi alleno..." non esiste.
Una vita di allenamenti a rincorrere un primo posto, una medaglia d'oro. Ottenuta a Pechino ma da confermare. Perché poi l'Italia gli avrebbe riservato lo stesso trattamento che ha avuto nei confronti dei vari Magnini, Pellegrini e Cagnotto.
Qualcuno l'ha chiamata "induzione al doping".
Ed ecco rispuntare la penna rossa. No, non solo rossa. Anche bianca e verde. La penna italiana che sottolinea gli errori di chi psicologicamente non ce la fa e cede a queste sciocchezze. Di chi sbaglia e sa chiedere scusa. Ma non di chi viene arrestato in quanto ndraghetista (vedi in Calabria dove la gente è scesa in strada per impedire l'arresto di un boss, oggi).
Perché altro non è. E' un errore, certo. E' giusto che sconti la sua pena sportiva. Ma l'Italia l'ha insultato per l'uso di doping, l'avrebbe fatto anche se non fosse salito sul podio.
L'Italia, Paese di santi, poeti e navigatori. Ma anche di professori (convinti), patrioti (alle olimpiadi e ai tornei internazionali di calcio) e esaltatori della normalità (gli applausi riservati al sindaco Zedda perché lava la sua macchina).
L'Italia, conosciuta per il catenaccio ma che riserva un pressing altissimo a tutti. Ha vinto a Pechino e non il mondiale. E' il fidanzato della Kostner.
Non voglio vedere un video su Youtube di Dezan che descrive Alex come fece con Marco Pantani. Anche lui atleta fenomenale ma persona fragile.
Questo è il trattamento per chi ogni giorno percorre 50 km aspettando l'Olimpiade. Un atleta fenomenale ma fragile. Questo è Alex e questi siamo noi. Un'Italia pronta a sottolineare con la penna rossa gli errori di altri ma che non si accorge dei propri errori. Una nazione fatta di sciacalli che aspettano il momento giusto per rubare palla al difensore zoppo e fare gol al portiere senza braccia. Noi la medaglia per l'umanità e la comprensione non la prenderemo mai, nemmeno sotto Epo.