27/01/14

Il mio contributo al programma elettorale di Francesco Pigliaru.

Gli studi rivelano che la Sardegna è destinata nel giro di qualche decina di anni ad avere paesi fantasma. La nostra isola si sta trasformando ogni giorno di più in una “ciambella” in mezzo al Mediterraneo a causa del continuo spostamento dei sardi verso la costa abbandonando i comuni interni dell’isola, ma anche un “salvagente” per tanti immigrati in cerca di una vita migliore.

I piccoli comuni sono una grande ricchezza culturale e storica per la Sardegna, un enorme patrimonio da tutelare. Senza di questi, oltre ad un consistente crollo economico, verrebbe a mancare la tutela del paesaggio e dell’ambiente.

Le cause dello spopolamento sono molteplici: emigrazione, bassa natalità, aumento dell’età media, disoccupazione, abbandono scolastico e assenza di servizi. Mentre l’età media in Sardegna continua ad aumentare (44 anni) in Egitto, per esempio, l’età media si ferma a 22 anni. Di questo passo non saremo in grado di pagare le pensioni, il welfare e l’assistenza medica, solo per fare qualche esempio. Per questo è necessario che gli immigrati vengano accolti e integrati in queste piccole comunità.(*)

Rifugiati e richiedenti asilo, appunto, in cerca di un futuro in Sardegna e abbandonati al loro destino e alle prese con un’infinita burocrazia. Abbiamo due problemi e l’uno è la soluzione dell’altro: per combattere lo spopolamento delle zone interne occorre far partire un processo di accoglienza e integrazione degli immigrati rifugiati e richiedenti asilo.

La Regione Sardegna deve incentivare il sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) nei piccoli comuni sotto i tre mila abitanti che hanno avuto negli ultimi anni una bassa natalità e un forte calo demografico.

I progetti territoriali dello SPRAR sono caratterizzati da un protagonismo attivo, condiviso da grandi città e da piccoli centri, da aree metropolitane e da cittadine di provincia. A differenza del panorama europeo, in Italia la realizzazione di progetti SPRAR di dimensioni medio-piccole - ideati e attuati a livello locale, con la diretta partecipazione degli attori presenti sul territorio - contribuisce a costruire e a rafforzare una cultura dell'accoglienza presso le comunità cittadine e favorisce la continuità dei percorsi di inserimento socio-economico dei beneficiari. 

Tutto questo andrebbe accompagnato da altre azioni come è accaduto in Finlandia, precisamente in Lapponia: agevolazioni fiscali e incentivi per aumentare la natalità, servizi territoriali per la primissima infanzia, incentivi per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa, concessione di terreni a titolo gratuito, incentivi al telelavoro, decentramento delle funzioni amministrative e delle funzioni pubbliche, e-learning per tutte le classi della scuola dell’obbligo. (*)

Mirko Solinas – coordinatore forum regionale Immigrazione e Integrazione del PD.

Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro hanno partecipato attivamente al forum che ho avuto l'onore di coordinare.

(*) grazie a Emiliano Deiana