30/08/13

non sono in ferie (per i miei pochi ma cari lettori)

Sono da parecchi giorni che non scrivo nel blog, e non perché sia in ferie. Mi sento come l'amico che molla gli amici per trascorrere tutto il tempo con la fidanzata, e siccome quasi tutti gli amici l'hanno fatto con me e capisco bene cosa significa, vi chiedo umilmente scusa.

Sono super impegnato nella campagna elettorale di Andrea Murgia (http://andreamurgiapresidente.com), candidato per le primarie del centrosinistra (ovviamente) per le regionali sarde.

Non ho più voglia di commentare dichiarazioni e interviste di questa classe dirigente, che poi se andate a guardare sono sempre gli stessi e a ruota, sembra che ci sa un calendario definito: allora, Nico tu il 2 su Repubblica, Dario tu il 3 su Europa, Zoggia il 5 su L'Unità, Massimo il 6 sul Corriere, Pierluigi vedi se andare da Mentana o se preferisci un'intervista il 9 sul Manifesto, ah Boccia vai tu da Mentana?

Però una cosa su Enrico Letta la voglio dire: l'abolizione dell'Imu non è una sua vittoria, ma una vittoria di Berlusconi e del PDL. Cioè, Letta ha mantenuto più promesse elettorali di Berlusconi che di Bersani (a parte i giaguari che non si possono smacchiare). Oltretutto c'è da capire cosa ha ottenuto Letta dal PDL, se compromesso è stato diteci qual è l'altro piatto.

Ancora, scusa.

11/08/13

Avete suicidato un gay di 14 anni.

Lo avete suicidato! 
Con forza e prepotenza mi rivolgo alla società e a due generazioni, quella dei genitori e quella del ragazzo. Un suicidio è un omicidio più doloroso e più lungo, il suicidio è un omicidio durato per troppo tempo e in tutti i giorni. Questo ragazzo, così giovane, è stato ammazzato ogni giorno di solitudine e di derisione. Alla fine si è suicidato gettandosi dal balcone, un volo di libertà per scappare da quella gabbia di insulti e di invisibilità.
Sono omosessuale, nessuno capisce il mio dramma e non so come farlo accettare alla mia famiglia.
Questa è la società che fa vivere l'omosessualità come un dramma. Nessuno gli ha detto che essere omosessuali non è un dramma, che c'è bisogno di gente che vuole bene e non di gente che odia. Nessuno gli ha detto che la sessualità è una roba personale e intima, che nessuno la sessualità se la sceglie, no. Nessuno gli ha detto che la sessualità degli altri non è un'opinione. Nessuno gli ha detto che la sua famiglia ogni giorno lo ammazzava e che alla fine lui sarebbe scappato per sempre.

È fuggito via dall'odio, dall'incomprensione e dall'indifferenza. È scappato dalla vita, da una vita che poteva regalargli tante soddisfazioni e forse l'amore di un altro quattordicenne che avrà una famiglia e degli amici che accettano la sua sessualità.

Questa è l'omofobia nascosta, quella non denunciata perché non esiste neanche una legge contro l'omofobia. Un'altra vittima di omofobia. Un altro giovane, poco più che bambino, che ha preferito morire piuttosto che vivere in mezzo all'odio e alla derisione.




10/08/13

Fermate la Russia. Subito! [VIDEO]

Gay.it ha scovato e tradotto un video postato da un gruppo di nazifascisti russi su internet che deridono e picchiano un loro coetaneo 15enne.

Le parole sono forti quanto le immagini. Più quel pallino bianco viaggia su quella sottile linea rossa più sale la rabbia e il dolore. 

Il ragazzo è stato adescato su internet con un annuncio dove un uomo anziano chiedeva sesso in cambio di denaro. Una trappola di cui il giovane è la vittima che viene "curato" dal branco dei torturatori con la loro urina. 



Ma la caccia agli omosessuali in Russia non è finita. Che almeno l'Unione Europea e gli Stati Uniti fermino subito questa violazione della libertà dell'individuo, questa discriminazione pericolosa che potrebbe portare numerose vittime. 

03/08/13

la guerra civile

Se ci pensate:

- abbiamo un governo nato per fare la pace politica e siamo giunti al punto che una parte minaccia la guerra civile;

- in Germania prima hanno fatto la guerra e poi hanno fatto cadere il muro di Berlino, in Italia prima cade il muro di Pompei e l'ex ministro responsabile minaccia il Paese che potrebbe esserci una guerra civile;

- che ci sono tre grandi poli politici, due leader di questi tre poli sono condannati, uno per frode fiscale e uno per omicidio colposo, l'altro non è un leader;

- che il ministro dell'Interno non si è dimesso per il caso kazako ma minaccia di farlo per il suo capo, condannato per frode fiscale;

- che se la smettessero di invocare la grazia per un pregiudicato e ci facessero la grazia di fare qualche cosa per chi non arriva alla fine del mese forse forse la guerra civile la evitiamo;

- che il PD pensava veramente di governare con gente responsabile, della rovina dell'Italia.


02/08/13

Qualcuno era fighetto.

Qualcuno era fighetto perché ha difeso Prodi, e Bersani.

Qualcuno era fighetto perché meglio con il M5S che con il PDL.

Qualcuno era fighetto perché chi sono i 101?.

Qualcuno era fighetto perché questo governo deve fare poche cose e si  deve tornare al voto.

Qualcuno era fighetto perché non ha votato la fiducia a questo incesto politico.

Qualcuno era fighetto perché no agli F-35.

Qualcuno era fighetto perché vuole tornare nel centrosinistra.

Qualcuno era fighetto perché io l'Imu lo posso pagare, e anche i miei colleghi.

Qualcuno era fighetto perché abbassiamo le tasse sul lavoro.

Qualcuno era fighetto perché Alfano andava sfiduciato.

Qualcuno era fighetto perché se due persone si vogliono bene si possono sposare.

Qualcuno era fighetto perché chiede la data del congresso.

Qualcuno era fighetto perché non ci sono alternative è roba di destra.

Qualcuno era fighetto perché stanno solo rinviando.

Qualcuno era fighetto perché serve una nuova legge elettorale.

Qualcuno era fighetto perché la mozione Giachetti va votata. 

Qualcuno era fighetto perché non si sospende il parlamento per il processo di Berlusconi.

Qualcuno era fighetto perché non si può governare con Berlusconi.

Qualcuno era fighetto, e io lo sostengo al congresso.



Larghe intese e stretta memoria.

Sono sempre stato garantista, anche perché un po' ce lo impone la giustizia italiana nella sua forma. Berlusconi sino a ieri poteva andare a dire in giro che era innocente. Appunto, fino a ieri. Oggi Silvio Berlusconi è un pregiudicato, e non per sottigliezze. Se ne facciano una ragione tutti, compreso Giorgio Napolitano che proprio ieri nella sua nota dal Quirinale con viva e vibrante soddisfazione chiedeva la riforma della giustizia, che per me significa "non sono d'accordo con la sentenza", o qualcosa del genere. Insomma Re Giorgio non l'ha presa bene, per nulla. E qui colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta i famosi centouno.

Il caso è chiuso? Macché.
C'è dell'altro. Eccome se c'è dell'altro. I due fondatori di Forza Italia sono stati Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, anche lui condannato nel 1999 per frode fiscale e nel 2013 è stato condannato a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
L'Italia è stata governata per tantissimi anni, troppi direi, da un partito fondato da due delinquenti di cui uno ne è ancora il leader.

E non raccontate in giro che la politica deve rimanere fuori dai guai giudiziari di Berlusconi perché, sempre per larga memoria, non dimentichiamo i voti in aula come per Ruby, non dimentichiamo le leggi ad personam di Alfano e le firme senza sé e senza ma di Napolitano, non dimentichiamo la richiesta di sospensione dei lavori per tre giorni del parlamento, non dimentichiamo le manifestazioni dei gruppi parlamentari del PDL sotto il tribunale di Milano, non dimentichiamo che i ministri ieri hanno rimesso il mandato non nelle mani del premier Letta ma di Silvio Berlusconi.

Ecco perché la memoria dovrebbe essere molto più larga, come le intese appunto, e si dovrebbe fare subito la legge elettorale e tornare al voto prima del semestre europeo. Perché c'è un'Italia che ha lottato contro il berlusconismo e di cui si sono perse le tracce sentito il silenzio assordante, perché Berlusconi è già stato sconfitto elettoralmente tre volte (Prodi, Prodi, Bersani) e il Partito Democratico si dovrebbe togliere subito dall'imbarazzo.

E adesso il caso può ritenersi chiuso.