30/09/13

sia chiaro.

Molti sono delusi dal risultato delle primarie perché non tutti potevano vincere e mi pare ovvio che sia così. Questo si sa da sempre.
Come è noto da mesi, io ho sostenuto con forza e convinzione il progetto guidato da Andrea Murgia. È abbastanza umano rimanere delusi da una sconfitta e io lo sono perché in questo progetto ci ho creduto fortemente.

Andrea e noi non abbiamo vinto e la ovvia conseguenza delle primarie è il sostegno alla vincitrice o al vincitore. Per questo ho scritto questo post, perché tutti (una volta smaltita un po' la delusione) si impegnino per vincere con Francesca (a cui rinnovo i miei complimenti).

Allo stesso modo mi rivolgo a Francesca affinché faccia un gioco di squadra, condivida la stesura del programma insieme alla coalizione e agli altri candidati e soprattutto apra le porte ai sardi (e magari non ai sardisti).

Adesso arriva la vera battaglia politica e sia chiaro che io, ovviamente, sostengo Francesca Barracciu.


Perché Murgia ha preso "solo" il 12.5%?

Il titolo è la domanda che ci pone Vito Biolchini nel suo blog. 
Le risposte sono due e sono anche scontate.

1. Andrea Murgia ha costruito questo consenso in poco più di 25 giorni. Questi erano i tempi della campagna elettorale e questo andava a discapito dei candidati meno conosciuti. Quel 12,5% è tutto voto d'opinione.

2. Non c'era nessuno dietro. A parte qualche sindaco e qualche amministratore locale, non c'era un solo parlamentare o consigliere regionale che abbia appoggiato questa candidatura. Quei oltre sei mila voti è frutto di un durissimo lavoro di tanti semplici militanti e soprattutto ex militanti.

Inoltre continuano a piovere polemiche su Sinistra Ecologia e Libertà. Io invece voglio ringraziarli uno per uno i militanti e dirigenti di SEL (e anche degli altri partiti) in quanto hanno lasciato libertà di voto. E quando anche il PD seguirà questo modello forse le primarie ri-acquisteranno un senso. In questi anni questo bellissimo strumento democratico è stato manipolato a suon di regole e dai capibastone che, forti del loro consenso locale, determinano il risultato finale.

Io continuerò a non adeguarmi e a scegliere in autonomia. Questa volta siamo stati in quasi undici mila (nemmeno Roberto Deriu aveva il sostegno di capibastone), magari la prossima volta saremo in venti mila.

La battaglia iniziata insieme ad Andrea Murgia andrà avanti perché ci sono troppi delusi e troppe deluse dalla politica che hanno ripreso a impegnarsi quotidianamente. Questa è una delle nostre piccole vittorie.

In democrazia è importante non solo chi vince. 
Ma come ci arrivi, cosa proponi.


21/09/13

Il vikingo tirocinante.

Sì sì, arrivano voci di corridoio da spettatori non paganti di un/a candidato/a che dice nei suoi comizi che ci sarebbe c'è gente che viene dal Nord Europa e si candida. E la Regione Sardegna non ha in questo momento di Presidenti tirocinanti che non sanno leggere nemmeno una delibera. 

Se fallirà il vikingo tirocinante avremo la scusa che si tratta di uno alla prima esperienza. Diverso sarebbe se un/a Presidente/ssa esperto/a fallisse, non avremmo nemmeno la scusa.

E poi, per fare un nome che sta a tanti a cuore, Renato Soru quale esperienza politica aveva prima di diventare governatore?
Ma soprattutto, è normale che ci siano due generazioni che devono ancora fare il tirocinio in politica?

Bello sarà a Mogoro ascoltare cosa ne pensano i candidati, che so, del Progetto Eleonora o del limite di due mandati. Così due questioni che mi vengono in mente.

P.s. il vikingo tirocinante che non sa leggere una delibera è questo qui:


ma state certi che la Sardegna la conosce benissimo e che non è la prima volta che legge una delibera. E se vive nel Nord Europa (Bruxelles) è perché ha vinto un concorso pubblico e fa il funzionario europeo, e che se la Regione Sardegna funzionasse meglio mai sarebbe emigrato. Ma anche a questo metteremo mano. 

#siAMopronti




05/09/13

L'eroe dell'A4 non è italiano.

Si chiama Ion Purice, ha 29 anni e vive da tempo in Italia. E' lui il camionista-eroe che ha salvato la bambina sulla A4 (Repubblica.it)
Bello, no? Commovente, no? Un grande, no? Un cazzo!
Immaginate se Ion Purice avesse investito la bambina.
Si chiama Ion Purice, ha 29 anni ed è rumeno. È lui il camionista che ha investito la bambina sulla A4. Possibili tracce di alcol e droghe nel sangue.
Questa è la verità. Il signor Purice è vero che vive da tempo in Italia (tre anni) ma è anche rumeno. È rumeno e vive in Italia, vive in Italia ed è rumeno.
Sembra che per il giornalista la nazionalità d'origine sia un dispregiativo. È così, perché non riuscirei a spiegarmi altrimenti questo comportamento. Nei vari servizi giornalistici, se il colpevole è straniero la sua nazionalità viene ripetuta dalle cinque alle dieci volte nello stesso servizio.

Quanto scritto da Repubblica sarebbe coerente se anche in passato negli innumerevoli servizi sugli incidenti stradali che vedevano coinvolti autisti stranieri si fossero limitati a non fornire la nazionalità di provenienza. Ma questo precedente non è mai esistito, in nessun giornale e in nessun telegiornale. Sarebbe bello se da domani l'informazione rimanesse indifferente alla nazionalità dei protagonisti, come in questo caso.

Ecco perché è importante dirlo, perché in passato la notizia non è mai stata la notizia in sé, ma il fatto che chi viene in Italia fa cazzate. Anche gli stranieri che hanno fatto cazzate vivevano da tempo in Italia, ma ci veniva detto che erano rumeni, ucraini, senegalesi, mai si sono limitati a dire che vivevano da tempo in Italia.

Onore e gloria a Ion per il gesto eroico. Mentre il giornalismo italiano xenofobo giudicatelo voi.




02/09/13

26 anni dopo "Aboliamo le correnti".

GENOVA Renzi è disposto a smantellare la sua corrente, ma a patto che in casa pd le nomine non vengano riservate al gruppo che sostiene il segretario. In un messaggio ai giovani democratici della sua corrente il sindaco di Firenze ha fatto alcune raccomandazioni, la prima delle quali è la seguente: Non si dimentichi mai che gli avversari sono all'esterno del partito e non all'interno del pd; a questo fine deve essere smantellato il vecchio sistema correntizio, ma da parte di tutti e scegliendo i dirigenti con il solo criterio delle qualità personali. Non è difficile leggere in questa raccomandazione un chiaro messaggio alla maggioranza che sostiene Epifani. Con il segretario pd, lo stesso Renzi ha avuto sabato mattina un lungo incontro chiarificatore: due ore e mezzo di colloquio, nello studio di Epifani. Nel pd qualcosa si muove, dunque. Il 20 e 21 si riunirà l'assemblea nazionale che dovrà convocare il congresso. Il problema più spinoso resta quello del regolamento del congresso nazionale, in quanto renziani, cuperliani e civatiani chiedono che i delegati vengano eletti dalle sezioni non su candidature personali ma su liste provinciali, per non disperdere i voti delle minoranze. Oggi e domani, il segretario Guglielmo Epifani tenterà di trovare una soluzione che accontenti tutti. Ai lettiani, intanto, non sono piaciute le parole di Civati alla festa democratica di Cortona. Qui, riferendosi all'alleanza Pd-Pdl che da mesi governa l'Italia, il candidato segretario del pd ha detto che rispetto ai tempi di Monti le condizioni sono diverse e la collaborazione che voi avete avviato non ha ancora avuto uno svolgimento costruttivo.

L'articolo originale di 26 anni fa.


ROMA Andreotti è disposto a smantellare la sua corrente, ma a patto che in casa dc le nomine non vengano riservate al gruppo che sostiene il segretario. In un messaggio ai giovani democristiani della sua corrente (il Movimento giovanile terrà il suo congresso nazionale a Fiuggi dal 5 all' 8 dicembre prossimi) il ministro degli Esteri ha fatto alcune raccomandazioni, la prima delle quali è la seguente: Non si dimentichi mai che gli avversari sono all' esterno del partito e non all' interno della Dc; a questo fine deve essere smantellato il vecchio sistema correntizio, ma da parte di tutti e scegliendo i dirigenti con il solo criterio delle qualità personali. Non è difficile leggere in questa raccomandazione un chiaro messaggio alla maggioranza che sostiene De Mita. Con il segretario dc, lo stesso Andreotti ha avuto sabato mattina un lungo incontro chiarificatore: due ore e mezzo di colloquio, nello studio di De Mita a piazza del Gesù. Nella Dc qualcosa si muove, dunque. Giovedì e venerdì si riunirà il Consiglio nazionale che dovrà convocare il XVIII congresso (si svolgerà molto probabilmente a Bari, alla Fiera del Levante, dal 26 al 30 aprile in coincidenza col decimo anniversario dell' assassinio di Aldo Moro). Il problema più spinoso resta quello del regolamento del congresso nazionale, in quanto gli andreottiani e i forzanovisti chiedono che i delegati vengano eletti dalle sezioni non su candidature personali ma su liste provinciali, per non disperdere i voti delle minoranze. Oggi e domani, il vicesegretario Guido Bodrato tenterà di trovare una soluzione che accontenti tutti. Ai liberali, intanto, non sono piaciute le parole di Forlani al congresso della Dc sanmarinese. Qui, riferendosi all' alleanza Dc-Pci che da anni governa il piccolo Stato, il presidente della Dc ha detto che rispetto ai tempi di Stalin le condizioni sono diverse e non è detto che la collaborazione che voi avete avviato non possa avere uno svolgimento costruttivo.