14/01/13

Senza peli sulla lingua. Tra liste e produttività.

Della produttività dei parlamentari ne ho sempre tenuto conto e a Sassari quando abbiamo parlato di Meritocrazia con Pippo Civati e Ivan Scalfarotto nel percorso della conferenza programmatica ho fatto delle proposte chiare. Ho detto che prendendo come riferimento la produttività calcolata da Openpolis si devono mettere tre livelli.
Il livello 1 riguarda i trenta parlamentari PD che hanno prodotto di più e che quindi non dovevano concorrere alle primarie ma essere inseriti nel listino.
Il livello 2 riguarda i parlamentari PD che hanno lavorato e che non sforano una soglia minima X, avrebbero potuto concorrere alle primarie ma non sarebbero potuti rientrare nel listino.
Infine il livello 3, quelli che hanno oltrepassato la soglia minima, a questi si deve rifiutare la candidatura anche alle primarie.

Alcuni applaudirono, altri rimasero ammutoliti e indirizzati verso un fischio o un "pirla, ma che c***o dici??"

Oggi ci ritroviamo con alcuni militanti e dirigenti che di quel calcolo ne tengono conto. Purtroppo tardi, a giochi fatti.

E vorrei chiarire un paio di cose. Francesco Sanna lo reputo uno dei migliori senatori che si siano mai visti (sicuramente in passato ce ne sono stati migliori, ma io sono nato e cresciuto nell'era berlusconiana) e se fossi stato elettore del Sulcis l'avrei votato. Se il Partito Democratico reputa Sanna uno dei migliori di cui non si sarebbe potuto fare a meno non l'avrebbe candidato, bensì lo avrebbe messo nel listino, prima delle primarie. Invece gli hanno permesso di misurarsi contro il segretario provinciale sostenuto dall'altro senatore uscente, Antonello Cabras, e Sanna perde di qualche centinaio di voti. A questo punto Sanna non può essere candidato.

Invece la potenza dei lettiani è incontrastabile e bisogna dire le cose senza avere peli sulla lingua: Francesco Sanna entra in quota Letta e non per le sue competenze. Perché se così fosse, come ho detto prima, gli avrebbero impedito di candidarsi.

Invece mai avrei votato Paolo Fadda, di lui non condivido tante idee, non mi piace come si muove sul territorio e nemmeno i metodi che usa dentro il partito. Ma Paolo Fadda è il terzo più votato nel suo collegio e vince perché per il suo collegio sono destinati tre posti, e mi sembra doveroso difendere la sua elezione al Senato. Ora, se si vuole impedire a Fadda l'elezione, l'argomento da utilizzare è ben altro e non la produttività in questa legislatura.
Se è vera l'alternanza di genere e se è vero che ci teniamo ad avere il 33%, allora Fadda verrebbe scavalcato dalla quarta più votata del suo collegio ma donna, Maria Grazia Dessì visto che la più votata è Romina Mura e il secondo è Ignazio Angioni.

Anche perché, tra le donne, Maria Grazia Dessì è la prima da ripescare e a discapito, appunto, di Fadda.

Quindi, amici, amiche, compagni e compagne, è inutile cercare scheletri nell'armadio del compagno Fadda, pronto anche a finire ventesimo nel listino della Camera pur di salvaguardare il PD Sardo e il risultato delle primarie.
Gli argomenti che tirate fuori ora non sono attendibili in questa fase, lo sarebbero stati nella fase della raccolta firme.

Il discorso che deve essere fatto non è sui nomi, bensì sul rispetto del voto. Perché vorrei immaginare se al posto di Paolo Fadda ci foste voi, vorrei immaginare se ci fosse il vostro compagno o un vostro amico. Ecco, impariamo a ragionare in prospettiva, impariamo a ragionare per il bene della democrazia e anche del partito e non facciamo le battaglie solo se coinvolti, vittime o eroi, gli amici e i compagni più cari.