30/11/12

Foto dell'anno.

Ricordate la foto del cinese nella piazza di Tienanmen che bloccò i carro armati?

Oppure tutte le foto dal mondo con i piccoli gesti e grandi significati?

Guardate questa, io la voto come foto dell'anno. Perché è solo un piccolo gesto ma con un grande significato.

Viva la Palestina, la Palestina libera.


28/11/12

Caro Prof. Pigliaru

Sono un giovane (prima o poi passerà) militante del Partito Democratico sardo. 

Ho letto il suo post e le dico cosa penso.
Innanzi tutto il suo post è incompleto in quanto non tiene conto della differenza dei voti tra Bersani e Vendola, tiene conto solo della differenza tra Bersani e Renzi. E per un uomo che ama giocare con i numeri e  fare un'analisi socio-politica si tratta di un errore grave. Non riuscirebbe a spiegarmi, sennò, il risultato in Sardegna e a Roma, per esempio.
Fatto questo appunto riprendo la sua analisi, lei parla di capitale sociale, ossia di quanto è manovrabile un popolo, per farla breve.
Lei dice che al Sud ci sono state le truppe cammellate per Bersani, che i capo bastone hanno portato la gente a votare, un voto clientelare.
Sono leciti i dubbi (lei dice di non avere certezze) ma voglio ricordarle i numerosi scandali al Nord, soprattutto in Lombardia, dei voti clientelari acquistati alla mafia al prezzo modico di 50 €/cad.
Si rende conto della gravità delle sue affermazioni? Si rende conto che lei mette in dubbio il voto al Sud e prende per buono quello del centro nord dimenticandosi che in Lombardia ci sono politici che sono scortati?

Quando lei parla di Napoli glielo faccio io un nome a caso, Andrea Orlando, fedelissimo di Bersani e commissario del PD napoletano. Orlando ha  messo a posto il partito, e ci sono renziani (Francesco Nicodemo) che ancora dopo mesi lo ringraziano. E non le viene in mente che i napoletani possano aver ascoltato un Andrea Orlando? No. Lì ci stanno solo corrotti o gente cattiva, secondo lei.

Nessuno le ha mai raccontato la leggenda che le elezioni si vincono al sud?
Si è reso conto dei due modi diversi di fare campagna elettorale tra Bersani e Renzi? C'è chi andava nelle sale e chi nelle piazze. Insomma, diamo merito al merito.

E se davvero fosse vero quello che dice, non mi spiego perché Bersani ha vinto ovunque. Ma le ribadisco una cosa, lo studio che ha fatto lei lo può fare solo dopo questo ballottaggio dove a sfidarsi ci saranno i due oggetti del suo studio: Bersani e Renzi.

Un altro grave errore, come suggerisce Alessandra Sau, è che quell'indice si riferisce alle regioni e non al campione delle primarie che non necessariamente è rappresentativo delle regioni.

E per concludere, le segnalo un altro gravissimo errore: come pensa di utilizzare un calcolo del capitale sociale fatto nel 2001? Un calcolo di undici anni fa. E in undici anni le cose sono cambiate, al sud vincono governatori antimafia e al Nord i voti dalla mafia li comprano.


Il legittimo impedimento.

Fu così che anche il centrosinistra si ritrovò gente legittimamente impedita. Uno scambio equo con il centrodestra, le primarie per il legittimo impedimento. Perché non ci voglio credere che c'è gente che dal 4 al 25 Novembre non ce l'abbia fatta a registrarsi.
Se Mario ha trascorso tutto questo tempo in Francia poteva registrarsi Online. E anche Francesca dal letto dell'ospedale poteva farlo, registrarsi Online.

Potevate disertare la prima chiama, c'è chi era in trasferta perché fa sport, c'è chi va a caccia e ogni cinghiale ucciso sono almeno cinque bicchieri di vino (e fai bene preferire non votare piuttosto che votare quello sbagliato) e chi - in qualsiasi modo - voglia compresa, non ha votato.

Potevate anche stampare un biglietto aereo e dire al mio segretario provinciale (che non lo freghi) che vi trovavate al congresso cinese dei comunisti o al safari africano con Veltroni ma vi dirà che la registrazione online c'era e voi non l'avete fatta.

Fosse per me aprirei nuovamente le registrazioni (dove c'era grande partecipazione Bersani ha stravinto) ma con tutta la buona fede, anche se è una giusta causa, non si possono cambiare le regole in corsa.

E' sì vero che le abbiamo cambiate qualche mese per permettere a Matteo e Laura di candidarsi alle primarie, ma si parlava di regole scritte tre anni fa. Le regole delle primarie le abbiamo scritte un mese e mezzo fa e a scriverle non c'era Nico Stumpo (collegato su skype con il tipo che stava al congresso cinese e dice che non si è potuto registrare) da solo ma c'era il comitato elettorale composto anche dai rappresentanti di Renzi.

Come ha detto qualcuno "uno che compra il biglietto della lotteria, lo compra quando c'è la lotteria, non quando sono rimasti solo due numeri". E questa affermazione rende perfettamente l'idea.

26/11/12

10 considerazioni sulle primarie.

1. E' nato il Partito Democratico. E' nato perché gli ex non si sono contati, perché ex margherita hanno sostenuto Bersani ed ex diesse hanno sostenuto Renzi. Perché Renzi ha vinto in città e regioni storicamente rosse.

2. E' nato e ha anche vinto il Partito Democratico, ma anche il centrosinistra. Ha vinto la democrazia e il centro sinistra tutto. Quello che spende due euro, nonostante la crisi, per scegliere il candidato premier. Quello che rende una classica Domenica d'autunno una giornata bellissima di bella politica, quella che manca chissà da quanti autunni. Ha vinto quel centro sinistra che si è confrontato su Sky e ha parlato di contenuti.

3. I 2 euro. Dovremo fare le primarie per i parlamentari, per il congresso e per alcune regioni nei prossimi mesi. Non possiamo ancora chiedere due euro ogni volta. Si riveda il sistema del finanziamento delle primarie. Magari un'offerta, 50 centesimi da ogni tessera, l'1-2% dallo stipendio degli eletti e X euro dai candidati che possono cercare finanziamenti privati.

4. Il Monti-Cheese. Ecco, fai cheese, foto ricordo e torna alla Bocconi. Se questa gente, veramente tanta, ha scelto di votare è per superare Monti. L'abbiamo dimostrato.

5. Chi ha tentato Bersani vada in pellegrinaggio. Ci sono i soliti noti che l'hanno tentato Bersani e gli hanno chiesto di non fare le Primarie. Lui non li ha ascoltati e ha avuto ragione. Ora questa gente ha perso la lungimiranza, soprattutto la credibilità (già da qualche anno, vabbè) e dovrebbe andare in pellegrinaggio per capire il loro IO.

6. Registrazioni Online, anzi Offline. Non hanno avuto proprio senso, i registrati online hanno dovuto attendere la compilazione dei moduli più burocratici. Che senso hanno avuto?

7. I volontari. Erano, siamo, volontari e non hanno preso un euro. Una Domenica rinchiusi in un seggio nonostante il sole, la serie A, famiglie e amici. Spettacolo!

8. Il ballottaggio. Lo ha voluto Bersani, ma anche Stumpo (ne ha azzeccata una) mentre Renzi si lamentava. Oggi, se Renzi è ancora in corsa lo deve al segretario, così come lo deve ringraziare (e l'ha fatto) se si è potuto candidare.

9. La zavorra. Sia chiaro, Bersani vuole un ampio consenso per sciogliere molti patti con alcuni capo bastone. Ha il consenso degli elettori, ed è più grande di quello del partito.

10. Se(l) scelgono Renzi mi servirebbe un mese, almeno, per capirli. Sel dovrà dare indicazione di voto e forse saranno determinanti nella scelta del candidato Premier. Ricordino che Renzi non li voleva nella coalizione e che Bersani ha detto che sono gli alleati naturali (aspettando che Sel confluisca nel PD). Inoltre Vendola ha sempre lamentato la linea liberista di Renzi, perché ci devono riflettere? Bersani ha già detto che verrà superato il governo Monti e si ritiene totalmente contrario a un Monti bis.

22/11/12

L'Omofobia uccide.


Chissà che insulti avrà ricevuto, e per quanto tempo, per portarlo a un gesto simile. Un gesto che ha tolto una vita di una persona, di un giovane prima che omosessuale.
Era solo omosessuale, aveva capito che mai avrebbe potuto amare una donna. Lui amava gli uomini. O il fidanzato, chissà se ne ha mai avuto uno.
Amava vestirsi di rosa, come le ragazze. Eppure nella sua vita ha incontrato coetanei malati, omofobi. Loro, quelli malati, pensano di essere superiori, perfetti. Pensano, no, non pensano.
Hanno emarginato un altro ragazzo, l'hanno insultato, picchiato e violentato verbalmente. 
Oggi un ragazzo è morto di omofobia. Oggi un altro italiano senza diritti è morto. 
E ognuno di noi deve farsi un'esame di coscienza. Andare a casa del deputato che ha votato contro la legge Concia e dirglielo che è un coglione. Scrivere a quella insegnante che lo aveva ripreso perché aveva lo smalto sulle unghie e ringraziarla per averlo aiutato e difeso. Andare dai suoi compagni e spiegare a loro cosa è l'omosessualità e che cosa è l'omofobia e spiegare anche perché hanno istigato un loro coetaneo al suicidio. 
Andare anche dai loro genitori e stringere la mano e congratularsi per l'educazione che hanno dato ai figli. 
Infine, ma non per ultima, andare dai candidati alle primarie e spiegare che riconoscere i matrimoni gay e portare avanti la legge Concia è lottare contro l'omofobia e salvare qualche vita perché di omofobia non si può più morire.

21/11/12

Parlamentarie.

Sì, chiamiamole così: parlamentarie. Che il nome non è male e almeno rottamiamo per un bel po' la parola "primarie" che la leggiamo e sentiamo ovunque.
Parlamentarie per i parlamentari. Ecco ci sta bene. E che si facciano subito, come vorrebbero sia Renzi che Bersani e la maggior parte degli elettori democratici.
In Sardegna e in Emilia l'hanno già approvato in assemblea e si faranno, non si sa ancora come visto il nodo della legge elettorale.

Il problema serio è scegliere se rappresentare i territori o ottenere la parità di genere. Secondo molti l'una esclude l'altra. Io la penso come Emiliano Deiana, si può ottenere tutte e due abbinandoli.
L'ideale sarebbe fare le parlamentarie a coppie, dove la coppia è composta da un uomo di un territorio e la donna da un altro territorio della stessa regione.
Ad esempio, Zia Furicca della Gallura parteciperebbe alle primarie con Vincenzo di Cagliari, il famoso barista di Bar Sport Democratico.
A sfidarli ci sarebbero Ziu Antoni di Sassari e Giovanna la dottoressa dell'Ogliastra.

Ma non si possono smentire i professori, nemmeno se non stanno al Governo.

10/11/12

#PB2013.


Sono di sinistra ed essere di sinistra è una malattia strana. Mio bis nonno prima di andare via disse ai figli e alle figlie che non aveva nulla da lasciare in eredità se non il voto ai comunisti. Mio nonno era un minatore e proprio la miniera gli ha portato via la vita.

Ho ereditato quel voto. Sono di sinistra non perché lo disse il mio bis nonno ma perché stanno sempre tra gli ultimi si capiscono le difficoltà dei cittadini. Sono di sinistra perché gli ultimi li ho sempre aiutati. Ne ho conosciuto di situazioni tristi.

E come me, penso che anche il mio segretario che tra la gente, prima e ultima, ci è sempre stato. E come me, anche Pierluigi Bersani i problemi della gente li conosce.

E penso che Bersani ci possa far vivere un sogno. Un sogno chiamato Italia. No, nulla camice bianche, niente scritte rosse e blu, niente effetti da palcoscenico e nessuna lampada. Bersani è fatto così, sta nelle piazze tra la gente a prendersi anche qualche insulto.

Io voglio Bersani perché è convinto che chi paga di più deve dare di più. E' semplice.
E voglio Bersani non perché lo vogliono anche Rosi e Massimo, ma perché l'ho attaccato e sostenuto, criticato e consigliato. 

E voglio dirgliene ancora tante a Bersani. Glielo voglio dire che i matrimoni gay si devono fare e a fanculo il Vaticano. Glielo voglio dire che gli F35 non li vogliamo e che anche il computer si è fermato all'F11. Glielo voglio dire che è tempo di legalizzare la marijuana, che male non fa e che se vogliamo dircela tutta l'aspirina e la caffeina fanno più male.

E gli voglio dire che è il momento di basare il welfare sul singolo e non sulla famiglia. Che il singolo va tutelato. Che i disoccupati si contano singolarmente e non a gruppi almeno di due. Che gli studenti che tali non possono essere si contano uno a uno e non due a due o tre a tre. 

Glielo voglio raccontare delle ore in attesa al pronto soccorso e dell'amianto che pavimenta il mio ospedale.
E gli voglio anche raccontare di come è difficile essere giovani e di come sia complicato diventare adulti. 
E le voglio raccontare a Bersani queste cose perché lui ascolta. E voglio che gliele racconti tutta l'Italia e non solo io. 

E voglio bene a Bersani, perché come mio nonno a cui ero molto affezionato, mi parla alla testa e non alla pancia. Ecco perché abbiamo bisogno di Bersani, un uomo che non è solo al comando, che non riempie la pancia della gente di cazzate, che non illude, che non sfrutta il malessere dell'Italia per avere voti in più. 

Bersani non verrà nel Sulcis a dire che chiamerà a Putin o a Obama. Sarà finito questo modo di fare politica.

Io sostengo Bersani perché è 2.0 ma è ancora anche 1.0, e le piazze ringrazieranno.

02/11/12

Anziana voleva vendere la fede nuziale per pagare le bollette.

Da una settimana guardavo un vestito in una vetrina di un negozio di Oristano. Lavoro tutto il giorno tutti i giorni, ma conti alla mano per me è troppo caro. La mia fantasia non mi e' affatto d'aiuto in questi casi, già me lo immaginavo indosso. Poi questa mattina mi è venuta in mente una scatolina piena di chincaglierie d'argento che tengo in casa, pezzi di nessun valore né artistico né affettivo, ma conservo sempre queste cose, che non si sa' mai, è comunque un materiale prezioso. L'ho aperta, perché non andare in uno di questi negozi "compro oro"?Trasformerà il mucchietto in gruzzolo, entrerò nel negozio di abbigliamento, indicherò con il dito la vetrina alla commessa, dirò "quello" e da lì in poi conquisterò il mondo. 

Vi ho già parlato del potere della mia fantasia? Ci sono andata, tutta beata e felice, il migliore dei miei sorrisi stampato in faccia. 
Entro, "buongiorno" dice la ragazza dietro una sorta di vetro di sicurezza. "Ciao" rispondo io, non per maleducazione, ma ero così di buon umore che avrei trattato in maniera amichevole anche il mio peggior nemico, se lo avessi, ma non credo di averne, sono troppo amabile. C'è una signora anziana prima di me, già al banco. L'unica cosa che mi ha colpito inizialmente è stata la gonna, chiaramente di un costume sardo, nera lunga e con le pieghe, mi sono soffermata un'attimo su di lei, ma poco davvero, poi l'occhio mi è caduto sulla macchinetta del caffè. Sì, quasi quasi sessanta centesimi e un minuto dopo ero ancora seduta sorseggiando un thè caldo e mi davo già un tono pensando al dopo. Le gambe accavallate, inizio a dondolare il piede, è un vizio che ho ereditato da mia mamma, un segnale di inizio noia, io nemmeno me ne rendo conto ormai. Butto il bicchiere vuoto e riguardo la gonna nera, poi alzo lo sguardo, ha anche il fazzoletto in testa, che carine le donne che ancora vestono in costume, e sorrido. Nella gonna ha una tasca, afferra un fazzoletto, si asciuga gli occhi, ed a me si congela il sorriso. Troppo intenta a pensare ad un vestito per guardare meglio la scena. Piangeva senza fare rumore, davanti a quel bancone mentre la ragazza testava con un reagente l'autenticità dell'oro. E anche la commessa non si era resa conto di nulla, perché quando la ragazza le dice il valore dell'oggetto (settanta euro) aggiunge subito "signora,tutto a posto? Vuole pensarci un po'?" 

Non credo fosse assunta da tanto, si sentiva chiaramente che era ancora sensibile, troppo. La signora piange più forte, ma senza lamenti, sempre quasi in silenzio, si soffia il naso e poi dice con voce chiara "me la passa un'attimo che le do' un bacio prima?", gliela passa, la gamba mi si blocca, passata la noia, passato il sorriso, bloccata la fantasia. Avvicina alle labbra una fede nuziale, adesso il pianto e' rumoroso, ma come promesso da' il bacio e restituisce l'oggetto. Contemporaneamente la ragazza esce fuori da una porticina ed io mi avvicino alla signora. Nello stesso momento infrante privacy e sicurezza, che persone scorrette. Nessuna dice nulla, la signora tira di nuovo fuori il fazzoletto, la ragazza ha gli occhi lucidi, ed io ferma "signora si calmi, si sieda..gliela rido', torna a casa e ci pensa". Singhiozzi. "No,no, la vendo, mi scusi, mi servono davvero, non ce la faccio con la pensione, è arrivata una bolletta e dicono che se non pago danno all'avvocato, ed io ho sempre pagato tutto, ma adesso non ne ho più, e non vogliono aspettare alla prossima pensione.."
Ecco, dopo lo sfogo il pianto diventa rumoroso "io ho sempre pagato tutto, ma adesso non ne ho, e questi mi basterebbero." 
Ancora più rumoroso, e poi si aggiunge quello della ragazza. Davvero, troppo giovane e con un cuore per lavorare lì, ma e' un lavoro, e deve farlo. Io sono sempre in silenzio, gelata, razionalizzo "puoi valutare il mio argento mentre la signora si calma un po'?" La ragazza credo mi abbia guardato con odio pensando. "Ma guarda questa, tutta questa fretta??". "Va bene", risponde.

Ha fatto sedere la signora, le ha detto un attimo, "sbrigo la (stronza) signorina e torno".
Fatto le analisi, appurato che è argento, pesato e centosette euro. Che bello, viva la saggezza del conservare. Certo che mi vanno bene, "dia dia". Il vestito ne costa novanta, vestito? Quale vestito?? Non mi farebbe mica tornare il sorriso quella cosa addosso. Non ora, non oggi. Prendo i soldi, ne tolgo settanta, vado dalla signora seduta e mi piego sulle ginocchia "signora, guardi, ecco i settanta euro, non pianga pero'." Li prende, mi guarda, la ragazza riesce dalla porticina, mi guarda, dai pero', basta fissarmi che mi imbarazzo. 

Mi alzo verso di lei, e un po' sottovoce le dico "Asco', ti spiace se restituiamo la fede alla signora? So' che per te è un mancato guadagno, però non lo diciamo a nessuno" mi riguarda, fa' un sorriso enorme, "certo (santa subito) signorina" torna dietro, prende la fede e la rida' alla signora. Lei si alza, la prende, le da' di nuovo un bacio "grazie" e me la porge. Ecco,adesso i miei occhi diventano lucidi. Lo ammetto, mi scendono anche un po' di lacrime, un po' tante. "No signora, questa è sua, non gliela sto' comprando io, è sua (spero per tanto, ma in cuor mio non so', le bollette sono mensili), prenda tutto e vada a casa. Mi fissa di nuovo." 
"Grazie. lei e' un'angelo, come si chiama??"
"Angela" 
E sorridiamo.
"Visto?? Lei e' un angelo" e mi afferra la mano e mi da' un bacio.
Inizio a trovarmi a disagio però, quindi saluto veloce, devo correre al lavoro. Prima di uscire però una curiosità "ma tu da quanto lavori qui?"
"Un mese circa"
Avevo ragione, ma io ho sempre ragione. Troppo poco.
Ho scritto qui questa mia esperienza mattutina non per avere applausi, non perché qualcuno clicchi mi piace, ho scritto qui perché si sappia a che punto siamo, perché si sappia che ci sono persone in giro costrette a vendere i ricordi, ho scritto qui perché io oggi, grazie ad una rinuncia, sono vestita del migliore dei miei sorrisi...
e mo' vado da papa' a vedere se me lo compra lui..

Una vera storia raccontata da Angela Zuccheddu.

Voleva vendere la sua fede nuziale. A Oristano una brutta storia finita, forse, bene.

Da una settimana guardavo un vestito in una vetrina di un negozio di Oristano. Lavoro tutto il giorno tutti i giorni, ma conti alla mano per me è troppo caro. La mia fantasia non mi e' affatto d'aiuto in questi casi, già me lo immaginavo indosso. Poi questa mattina mi è venuta in mente una scatolina piena di chincaglierie d'argento che tengo in casa, pezzi di nessun valore né artistico né affettivo, ma conservo sempre queste cose, che non si sa' mai, è comunque un materiale prezioso. L'ho aperta, perché non andare in uno di questi negozi "compro oro"?Trasformerà il mucchietto in gruzzolo, entrerò nel negozio di abbigliamento, indicherò con il dito la vetrina alla commessa, dirò "quello" e da lì in poi conquisterò il mondo. 

Vi ho già parlato del potere della mia fantasia? Ci sono andata, tutta beata e felice, il migliore dei miei sorrisi stampato in faccia. 
Entro, "buongiorno" dice la ragazza dietro una sorta di vetro di sicurezza. "Ciao" rispondo io, non per maleducazione, ma ero così di buon umore che avrei trattato in maniera amichevole anche il mio peggior nemico, se lo avessi, ma non credo di averne, sono troppo amabile. C'è una signora anziana prima di me, già al banco. L'unica cosa che mi ha colpito inizialmente è stata la gonna, chiaramente di un costume sardo, nera lunga e con le pieghe, mi sono soffermata un'attimo su di lei, ma poco davvero, poi l'occhio mi è caduto sulla macchinetta del caffè. Sì, quasi quasi sessanta centesimi e un minuto dopo ero ancora seduta sorseggiando un thè caldo e mi davo già un tono pensando al dopo. Le gambe accavallate, inizio a dondolare il piede, è un vizio che ho ereditato da mia mamma, un segnale di inizio noia, io nemmeno me ne rendo conto ormai. Butto il bicchiere vuoto e riguardo la gonna nera, poi alzo lo sguardo, ha anche il fazzoletto in testa, che carine le donne che ancora vestono in costume, e sorrido. Nella gonna ha una tasca, afferra un fazzoletto, si asciuga gli occhi, ed a me si congela il sorriso. Troppo intenta a pensare ad un vestito per guardare meglio la scena. Piangeva senza fare rumore, davanti a quel bancone mentre la ragazza testava con un reagente l'autenticità dell'oro. E anche la commessa non si era resa conto di nulla, perché quando la ragazza le dice il valore dell'oggetto (settanta euro) aggiunge subito "signora,tutto a posto? Vuole pensarci un po'?" 

Non credo fosse assunta da tanto, si sentiva chiaramente che era ancora sensibile, troppo. La signora piange più forte, ma senza lamenti, sempre quasi in silenzio, si soffia il naso e poi dice con voce chiara "me la passa un'attimo che le do' un bacio prima?", gliela passa, la gamba mi si blocca, passata la noia, passato il sorriso, bloccata la fantasia. Avvicina alle labbra una fede nuziale, adesso il pianto e' rumoroso, ma come promesso da' il bacio e restituisce l'oggetto. Contemporaneamente la ragazza esce fuori da una porticina ed io mi avvicino alla signora. Nello stesso momento infrante privacy e sicurezza, che persone scorrette. Nessuna dice nulla, la signora tira di nuovo fuori il fazzoletto, la ragazza ha gli occhi lucidi, ed io ferma "signora si calmi, si sieda..gliela rido', torna a casa e ci pensa". Singhiozzi. "No,no, la vendo, mi scusi, mi servono davvero, non ce la faccio con la pensione, è arrivata una bolletta e dicono che se non pago danno all'avvocato, ed io ho sempre pagato tutto, ma adesso non ne ho più, e non vogliono aspettare alla prossima pensione.."
Ecco, dopo lo sfogo il pianto diventa rumoroso "io ho sempre pagato tutto, ma adesso non ne ho, e questi mi basterebbero." 
Ancora più rumoroso, e poi si aggiunge quello della ragazza. Davvero, troppo giovane e con un cuore per lavorare lì, ma e' un lavoro, e deve farlo. Io sono sempre in silenzio, gelata, razionalizzo "puoi valutare il mio argento mentre la signora si calma un po'?" La ragazza credo mi abbia guardato con odio pensando. "Ma guarda questa, tutta questa fretta??". "Va bene", risponde.

Ha fatto sedere la signora, le ha detto un attimo, "sbrigo la (stronza) signorina e torno".
Fatto le analisi, appurato che è argento, pesato e centosette euro. Che bello, viva la saggezza del conservare. Certo che mi vanno bene, "dia dia". Il vestito ne costa novanta, vestito? Quale vestito?? Non mi farebbe mica tornare il sorriso quella cosa addosso. Non ora, non oggi. Prendo i soldi, ne tolgo settanta, vado dalla signora seduta e mi piego sulle ginocchia "signora, guardi, ecco i settanta euro, non pianga pero'." Li prende, mi guarda, la ragazza riesce dalla porticina, mi guarda, dai pero', basta fissarmi che mi imbarazzo. 

Mi alzo verso di lei, e un po' sottovoce le dico "Asco', ti spiace se restituiamo la fede alla signora? So' che per te è un mancato guadagno, però non lo diciamo a nessuno" mi riguarda, fa' un sorriso enorme, "certo (santa subito) signorina" torna dietro, prende la fede e la rida' alla signora. Lei si alza, la prende, le da' di nuovo un bacio "grazie" e me la porge. Ecco,adesso i miei occhi diventano lucidi. Lo ammetto, mi scendono anche un po' di lacrime, un po' tante. "No signora, questa è sua, non gliela sto' comprando io, è sua (spero per tanto, ma in cuor mio non so', le bollette sono mensili), prenda tutto e vada a casa. Mi fissa di nuovo." 
"Grazie. lei e' un'angelo, come si chiama??"
"Angela" 
E sorridiamo.
"Visto?? Lei e' un angelo" e mi afferra la mano e mi da' un bacio.
Inizio a trovarmi a disagio però, quindi saluto veloce, devo correre al lavoro. Prima di uscire però una curiosità "ma tu da quanto lavori qui?"
"Un mese circa"
Avevo ragione, ma io ho sempre ragione. Troppo poco.
Ho scritto qui questa mia esperienza mattutina non per avere applausi, non perché qualcuno clicchi mi piace, ho scritto qui perché si sappia a che punto siamo, perché si sappia che ci sono persone in giro costrette a vendere i ricordi, ho scritto qui perché io oggi, grazie ad una rinuncia, sono vestita del migliore dei miei sorrisi...
e mo' vado da papa' a vedere se me lo compra lui..

Una vera storia raccontata da Angela Zuccheddu.