06/12/11

Master and Boh!

Oggi l'Onorevole del Partito Democratico Francesca Barracciu ha presentato un'interpellanza urgente al Presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e l'assessore del Lavoro Antonio Angelo Liori riguardo il Master and Back. Meglio dire Master and Boh. Back all'era Soru.

I dati sono spaventosi. Nel 2009 vennero stanziati dalla Giunta Soru 65 Milioni per 900 percorsi di Back. La Giunta Cappellacci ne ha stanziati soltanto 6 milioni di euro che permettono il percorso di Back soltanto a 83 giovani a fronte di una richiesta di 330 giovani. Inoltre rimarranno inoccupati in 500 sugli 800 che hanno fatto richiesta.

Inoltre il vice segretario del Partito Democratico della Sardegna ha lavorato con il Comitato Master and Back, sinonimo di collaborazione tra politica e società, percorso intrapreso dal partito da qualche mese. E' questo che chiediamo e che vogliamo: apertura ai civilissimi, dialogo e confronto. La Barracciu ha intrapreso al meglio questo sentimento civile e democratico e sono molto contento di questo.

Intanto mi viene un pensiero, che cosa pensano i Giovani Democratici di questa situazione? Che si vuole fare? Parlare con il comitato? Organizzare un'iniziativa dove si apre un tavolo di confronto? Una tematica così giovanile non può essere ignorata dai Giovani Democratici.
L'Italia sono Anch'io. Ma anche la Sardegna sono Anch'io.

Giovani Dinosauri, Discendenti o Diroccati?


Leggo nel gruppo aperto di Facebook uno status di Giuliano Usai, Giovane Democratico:
"Congresso" dei Giovani Democratici: Primarie si, primarie no... Facciamo scegliere agli iscritti se vogliono o meno le primarie, così ci leviamo sto dente... Io, non le voglio. E penso di poter dire che sono una buffonata. Nel 2008 sono stato il più votato in tutta Italia in termini percentuali alla primarie dei GD. Nel mio collegio ho preso il 98% dei voti. Nulla di simile in tutta Italia e neppure in Bulgaria!!! Ma non le rifarei per niente al mondo perché so cosa c'è dietro le primarie. Meglio che votino solo gli iscritti. Inutile scimmiottare gli statunitensi. Anche loro scelgono i dirigenti di partito "in casa"; Le primarie le usano solo per i candidati nelle istituzioni.

Inizio a pormi seriamente il problema se sono talmente giovane che potrei tornare all’asilo e sono talmente vecchio da chiedere la pensione.
Questo discorso lo posso accettare da un qualunque democratico che fa’ politica da quarant’anni. Lo potrei comprendere se fatto da un over 80. Ma da un giovane assolutamente no. Il Partito Democratico sta affrontando mille battaglie per le primarie. Siamo l’unico partito al mondo con un segretario scelto dal popolo, dai cittadini. Le Primarie sono sinonimo di democrazia, il valore principale, direi padre, del Partito Democratico.
Primarie è anche sinonimo di partecipazione, di inclusione, di apertura. Come può un giovane mettersi di traverso d’innanzi a certi valori?
Se solo penso che dirigenti anziani vogliono le primarie e che alcuni giovani le rifiutano mi viene il panico. Mi viene il panico perché dai Giovani Democratici dovrebbe nascere la nuova classe dirigente. E il Partito Democratico domani sarà in mano a giovani come Giuliano Usai che ha scritto di essere contro le Primarie.
Provate voi a spiegargli che il PD e i GD devono essere la casa di tutti e non di pochi. Spiegategli che se ci sono dei brogli di mezzo alle Primarie andrebbe modificato il regolamento. Ditegli che quella D dell’acronimo di PD e GD non significa ne Dinosauri ne Discendenti o Diroccati.
Dobbiamo crescere, non decrescere.

traMONTIamo? riMONTIamo? sMONTIamo?

Non sono ne un economista ne un politologo. Ma sono un cittadino italiano, un militante del Partito Democratico, un elettore, un giovane che si impegna ma che è consapevole che il proprio futuro lo decidono a Roma.
Che piaccia o no, dirò la mia, come sempre ho fatto e aldilà di quanto pensano e dicono i rappresentanti istituzionali del mio partito.

Non potevamo aspettarci una riforma di sinistra. Non possiamo aspettarcelo da un economista, ne da un Presidente del Consiglio sostenuto dal Pd quanto dal Pdl, più dal Pdl che hanno la maggioranza. Le hanno vinte loro le elezioni, mica noi.
Non mi piace questa manovra. Non mi piace la riduzione agonizzante delle province. Dicevamo qualche giorno fa’ che il mercato del lavoro si migliora aggiungendo diritti ai lavoratori, non togliendoli. Stessa questione per le province. Già i dubbi sull’utilità delle province, abolendo le giunte e i numeri democratici la loro efficacia nel territorio diminuirà alquanto.

Se n’è parlato tanto nei giorni scorsi. Spese militari, chi ha di più paghi di più. Tutto condivisibile. Tutto contrario a ciò che ha fatto Berlusconi in 17 anni e fino a che la destra di Berlusconi ha in questo parlamento la maggioranza non possiamo chiedere a Monti di attuare politiche di sinistra. Perciò questa manovra va’ accettata momentaneamente. Poi subito una legge per abolire il Porcellum (per il Referendum si dovrebbe aspettare troppo) ed elezioni. Certo, tecnico è tecnico, ma senza maggioranza rimane un tecnico sterile.

Stefano Murroni - Stati Generali della Cultura

L'unico giovanissimo che interviene a Roma agli Stati Generali della Cultura del Partito Democratico. E' Stefano Murroni, 21 anni, giovane amministratore di Mogoro (Or).
Emozionato nel parlare in un evento di tale caratura, Stefano ha descritto la situazione scolastica del Nord Sardegna dove a sei anni gli studenti sono già pendolari. Non ha perso occasione per ricordare il Made in Sardinia di alcuni personaggi della cultura italiana, da Gramsci a Berlinguer, da Lussu a Deledda passando per Dessì. Standing Ovation quando dice "scusate se per la seconda volta cito Renato Soru, ma è stato il miglior governatore che la Sardegna abbia mai avuto." Nella seconda parte dell'intervento spiega cos'è il Master and Back e invita tutta l'Italia a importare questa genialata della giunta Soru. Infine lancia lo slogan A NOI IL MASTER AND BOH NON CI PIACE.

L'Italia sono Anch'io. Villamar.

Villamar. 26 Novembre 2011.

Il Partito Democratico di Villamar e i Giovani Democratici del Medio Campidano hanno organizzato oggi la prima del tour che vedrà impegnati i Giovani Democratici sardi in tutta la Sardegna nella raccolta firme de “L’Italia sono anch’io”.
I saluti del Segretario Provinciale dei Giovani Democratici Eliana Tatti che fa’ un po’ il mea culpa “siamo partiti da un paese dimenticato dai Giovani Democratici, Villamar. Parte da qui il nostro viaggio.”

Il saluto e il benvenuto anche da parte del segretario cittadino del Partito Democratico Francesco Lecis.

Pubblico giovanissimo da tutta la Sardegna ha assistito a un convegno dove la responsabile dei diritti civili regionale Ilaria Caria ha spiegato le leggi attuali e le proposte del Partito Democratico nel campo dell’immigrazione, cittadinanza e conseguente diritto di voto.
Toccante emotivamente il momento della lettura dell’articolo 3 della Costituzione.
Una tesi dettagliata che mette in evidenza i problemi che affrontano gli stranieri nel richiedere la cittadinanza italiana di Caria, “La società italiana sta aprendo al multiculturalismo, soprattutto al nord. Posso pensare a Samassi dove una buona componente straniera sta attraversano un periodo di integrazione. Non solo gli africani, ma anche dall’est dove soprattutto le donne trovano lavoro come badante. Gli immigrati sono una risorsa ”

Pier Paolo Porcu, coordinatore dei lavori, ha dato la parola al segretario regionale dei giovani democratici Mauro Usai. Il segretario è dello stesso avviso di Caria dove dice “gli immigrati sono il 12% del PIL italiano”. Poi sottolinea “I Giovani Democratici della Sardegna hanno voluto fortemente ingaggiare questa battaglia che porteremo avanti in tutta la Sardegna.”

Mirko Vacca, oltre ai dovuti ringraziamenti, porta l’attenzione all’importanza del multiculturalismo. Racconta dell’esperienza sangavinese con ricorrenza annuale dove gli stranieri cucinano i loro piatti tipici e che i sardi degustano. Subito un monito stile Napolitano “mettiamoci in testa che noi siamo un popolo di emigrati. Dicono che gli Stati Uniti sono grandi, ma a San Francisco se non hai l’assicurazione sanitaria non sei nessuno. Non che non ti visitano, non ti vedono. E allora mi chiedo cos’ha in meno l’Italia visto che noi garantiamo l’assistenza sanitaria e l’istruzione a tutti, compresi gli immigrati.”

La parola passa al pubblico dove Tore Aresti racconta che anche lui anni fa’ è emigrato a Roma con la sua famiglia e che anche se un pallone da calcio può unire comunque si sentiva gli occhi addosso dei romani. Il razzismo andrebbe prima sconfitto all’interno tra nord e sud, isole e continente.

Mirko Solinas racconta la favola di Omar Sarr, senegalese clandestino che da vucumprà nelle spiagge di Olbia è diventato tecnico turistico e oggi anche laureando. Sempre da Baradili dalla Conferenza Programmatica parla dell’idea di chiedere agli stranieri extracomunitari di popolare le zone interne sarde in via di spopolamento che aiuterebbe anche loro nell’integrazione con la società.

Chiude il capogruppo in consiglio comunale di Villamar, ma anche Giovane Democratico, Mauro Lilliu che spiega come gli immigrati a Villamar siano uomini invisibili. Villamar, grazie all’amministrazione comunale, farà il possibile per facilitare l’integrazione degli immigrati con i villamaresi.

Prossimo appuntamento a Guspini Venerdì 9 Dicembre alle 17.30

Sindaco? No, grazie Mario Bruno rinuncia alla candidatura

Mai giorno poteva essere più azzeccato dal Vice Presidente del Consiglio Regionale Mario Bruno per smentire una sua eventuale candidatura a sindaco di Alghero in vista delle prossime amministrative algheresi.
Il consigliere del Partito Democratico durante il suo classico incontro settimanale con i cittadini algheresi ha smentito una sua eventuale candidatura. L’attenzione sarebbe dovuta essere sui 1000 giorni di opposizione, ma le dimissioni nella stessa giornata di Tedde hanno spostato l’ascolto su un’eventuale candidatura di Mario Bruno. “Alghero non ha bisogno di un leader carismatico, ha bisogno di risvegliare le forze, le intelligenze e le risorse umane dell’intera cittadinanza. Il mio cuore appartiene ad Alghero, ma in questo momento penso di essere ancora d’aiuto a tutta la Sardegna” rivela Bruno dal palco del chiostro di San Francesco.
Una sala gremita di concittadini, democratici ma non solo. In prima fila anche i colleghi di area soriana Francesca Barracciu e Marco Espa. Non manca infatti l’elogio del vice segretario del Partito Democratico a Bruno e la frecciata al Capogruppo Giampaolo Diana “Mario ha affrontato in questi due anni e mezzo mille difficoltà per tenere unito il gruppo Pd, come sapete il Partito Democratico è un partito plurale e alcuni di noi ammorbidivano spesso l’opposizione ferrea che ci siamo posti da inizio mandato. Non se questa dura opposizione sarebbe stata possibile senza Mario, e io lo ringrazio per questo”. Poi ribadisce quanto già detto alla stampa “c’è una sostanziale differenza tra il governo Monti e quello Cappellacci. Monti si è assunto la responsabilità di guidare un nuovo governo, Cappellacci avrebbe fatto bene a seguire Berlusconi. L’opposizione non può cambiare atteggiamento in quanto il governo sardo non ha cambiato atteggiamento.”
Anche Marco Espa si unisce alla Barracciu nelle lodi all’operato di Mario Bruno in veste di Capogruppo.
Sul palco poi si alternano lavoratori della Vinyls e del petrochimico di Porto Torres oltre agli indomiti algheresi che chiedono a gran voce la candidatura di Mario Bruno.